Il nome del locale, “Rosello”, se proprio non è una prova schiacciante rappresenta quantomeno un forte indizio. Ma per togliersi ogni dubbio sulla provenienza sospetta dei titolari del ristorante più apprezzato di Moss – ricca quanto gelida cittadina di 56mila anime nel fiordo di Oslo, in Norvegia – basta semplicemente fare un passo verso l’ingresso, dove sventola orgogliosamente una bandiera rossoblù con su scritto Forza Torres 1903. E infatti a ricevere i clienti con in testa una berritta è Giovanni Pala, 44 anni, nato e cresciuto all’ombra dei Candelieri, per l’esattezza nel quartiere di Carbonazzi, ex alunno dell’Alberghiero di via Cedrino. E in cucina, a sfornare delizie capaci di stendere dalla gioia qualsiasi vichingo, c’è un suo compagno di scuola: Matteo Gala from Sant’Orsola, coadiuvato ai fornelli da Giommaria e Franco, anche loro, manco a dirlo, sassaresi in ciabi. Un dream team che grazie a una selezione di piatti tipici sardi e una spontanea leggerezza nei rapporti umani (merce rara da quelle parti) si è conquistato la fiducia e la simpatia dei buongustai scandinavi.
Profondo Nord Ma come ci sono arrivati Giovanni e Matteo nel civilissimo regno del sole di mezzanotte e dell’aurora boreale? Che cosa li ha spinti a trasferirsi in pianta stabile nel Profondo Nord? Per spiegarlo, Giovanni – che vive in Norvegia da ben dieci anni con la moglie Martina, dalla quale ha avuto due figli ancora piccoli – parte da molto lontano, e cioè da quando nel 2001 ha cominciato a girare il mondo in lungo e in largo con Matteo per mettere a frutto ciò che avevano imparato a scuola. «Ci consideriamo emigrati vecchio stile – racconta –, ossia stagione invernale fuori e d’estate di nuovo negli alberghi della Sardegna. Complessivamente abbiamo lavorato in mezza Europa, ma anche alle Hawaii e a bordo di svariate navi da crociera. Non ci siamo mai fermati sino a quando mi sono ritrovato a fare il manager in un hotel di Kirkenes, sul Mare di Barents, praticamente al Polo. E lì alla fine ho aperto il ristorante italiano più a Nord di sempre. Ma c’era troppa poca gente per fare business. Così siamo scesi verso Oslo, la capitale».
Al Rosello Ad aprile del 2023, l’inaugurazione del ristorante “Rosello”. «Il nome – spiega Giovanni mentre ride – ci è venuto quasi spontaneo, e non solo perché ci ricorda la nostra amata Sassari. In realtà, il locale si trova nella palazzina più antica di Moss, sottoposta a vincoli rigidissimi, tanto che il colore della facciata era e deve rimanere rosa. Insomma, Rosa-Rosello, l’associazione è stata immediata. E poi, per dirla tutta, volevamo anche distinguerci dagli altri ristoranti italiani dai nomi un po’ scontati tipo Cosa Nostra, Venezia o Gran Milano. L’audacia ci ha premiati: gli affari vanno davvero molto bene».
Menù tipico Ma se il nome di un locale è importante, certo non può bastare per fare sold-out ogni sera. Nel senso che la cucina deve essere altrettanto originale e gustosa. «Il nostro cavallo di battaglia è la fregula al nero di seppia e le lasagne all’agnello – continua Giovanni – e ci tengo a dire che ordiniamo tutto da un noto pastificio sardo. Poi piacciono molto i malloreddus con purpuzza e pecorino o la pizza con le melanzane, identica a quella che abbiamo mangiato a Sassari da ragazzi».
Per avere un’idea di quanto sia gradita la loro cucina è sufficiente scorrere le tante recensioni entusiastiche. Una sola li boccia, e a ben vedere è quasi una medaglia: «Ottimo servizio, ma la pizza non era fritta».
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