- Il Decreto Salva Infrazioni riscrive il Jobs Act e introduce importanti modifiche sui contratti a termine nel settore pubblico e privato.
- Nel settore privato, nel caso di contratti dichiarati illegittimi e trasformati dal giudice a tempo indeterminato, viene ripristinato il risarcimento potenzialmente illimitato.
- Nella PA, invece, si alzano a 24 mesi i risarcimenti ottenibili nel caso di abuso nell’utilizzo di contratti a termine.
Oltre a intervenire sull’estensione della validità delle concessioni balneari, il Decreto Salva Infrazioni introduce anche delle novità sui contratti a termine, lasciando al giudice l’ultima parola sulla determinazione dell’indennità di risarcimento da corrispondere ai lavoratori. Viene sostanzialmente modificata la disciplina contenuta nel Jobs Act, con importanti conseguenze sia nel settore pubblico sia in quello privato.
Per quanto riguarda il settore privato, se il lavoratore dimostra di aver subito un maggior danno dal rinnovo del contratto, è previsto un risarcimento economico superiore alle 12 mensilità di retribuzione (ad oggi è questo il limite massimo). Si apre quindi la possibilità di ottenere un risarcimento illimitato.
Per quanto riguarda il settore pubblico, invece, spetta al giudice quantificare il risarcimento per il lavoratore (tra un minimo di 4 e un massimo di 24 mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento) che ha subito un danno conseguente all’abuso di contratti a tempo determinato.
Contratti a termine, le novità con il Decreto Salva Infrazioni
Il 17 settembre 2024 è entrato in vigore il decreto legge n.131, cosiddetto Decreto Salva Infrazioni, che apporta importanti modifiche sui contratti a termine sia nel settore pubblico sia in quello privato.
In particolare, la Commissione europea (con la procedura di infrazione n. 2014/4231) ha invitato l’Italia a rivedere la normativa per limitare l’abuso dei contratti a tempo determinato e per evitare condizioni di lavoro discriminatorie nel settore pubblico.
Ad essere finita nel mirino dell’UE sarebbe la violazione della disciplina sui rapporti di lavoro a termine relativamente al personale scolastico, operatori sanitari, Vigili del Fuoco e alle Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica.
Di qui la necessità di rivedere la normativa che riguarda l’applicazione dei contratti a termine nel settore pubblico e anche in quello privato. Precedentemente anche il Decreto Lavoro aveva apportato alcune modifiche su questa tipologia di contratti, intervenendo sulla durata (da 12 a 24 mesi) e sulle causali per allungare i contratti a termine, con maggiore flessibilità per imprese.
Contratti a termine: indennità e risarcimenti nel settore privato
L’articolo 11 del Decreto Salva Infrazioni riscrive completamente la normativa sull’indennità risarcitoria onnicomprensiva per le trasformazioni dei contratti a termine in indeterminati, precedentemente prevista dall’articolo 28, commi 2 e 3, del Jobs Act.
La normativa precedente prevedeva che, in caso di contratti a termine illegittimi, il lavoratore avesse diritto a un’indennità tra un minimo di 2,5 e un massimo di 12 mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo, oltre alla trasformazione in contratto a tempo indeterminato. L’importo dell’indennità poteva essere ridotto del 50% in presenza di linee guida specifiche dei CCNL di settore.
Con le modifiche apportate dal DL Salva Infrazioni, viene data l’ultima parola al giudice, che può aumentare l’indennità (oltre le 12 mensilità) per il lavoratore, qualora sia in grado di dimostrare di aver subito un danno maggiore dal prolungamento del contratto. Viene quindi abrogata la riduzione del 50% dell’indennità nel caso di contratti collettivi e viene eliminato il limite di 12 mesi.
Questa regola, fino al 16 settembre 2024, veniva applicata anche ai contratti pubblici con un limite ridotto alla metà nel caso in cui i contratti collettivi prevedessero l’assunzione, anche a tempo indeterminato, di lavoratori già occupati a termine.
Contratti a termine illegittimi: in quali casi
Un contratto a termine può essere dichiarato illegittimo per diverse motivazioni, sempre più ricorrenti, che riguardano numerose ipotesi:
- un numero di proroghe superiore alla normativa, che ne prevede massimo 4 in 24 mesi;
- superamento del limite dei 12 mesi senza specifica indicazione;
- superamento della durata massima del contratto prevista dalla normativa;
- rinnovo del contratto senza il rispetto dello stop and go, ovvero 10 giorni di calendario se il precedente rapporto ha avuto una durata fino a 6 mesi oppure 20 se superiore;
- attribuzione di mansioni diverse rispetto a quelle indicate nella lettera di assunzione.
Quelle riportate sono solo alcune delle motivazioni più frequenti che possono indurre il giudice a dichiarare un contratto a termine illegittimo e a corrispondere al lavoratore un’indennità di risarcimento per il danno subito.
Stretta sugli abusi nel settore pubblico
L’articolo 12 del DL Salva Infrazioni, invece, introduce alcune modifiche alle norme riguardanti il personale a tempo determinato nel settore pubblico.
Qualora il lavoratore abbia subito un danno conseguente all’abuso nell’utilizzo di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato, viene introdotta la possibilità di innalzare l’indennità da un minimo di 4 fino a 24 mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento, da includere nel calcolo del trattamento di fine rapporto.
Nella determinazione del risarcimento, il giudice deve considerare la gravità della violazione, anche in base al numero di contratti e alla durata del rapporto di lavoro. Rimane ferma la possibilità, per il lavoratore, di provare il maggior danno subito.
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