L’Unione Europea (UE) si presenta alla COP29 con ambizioni concrete per accelerare la transizione climatica globale. I negoziatori europei presenti in in Azerbaigian lavoreranno fianco a fianco con partner internazionali per garantire il rispetto dell’Accordo di Parigi e il limite dell’aumento della temperatura media globale entro 1,5°C.
La COP29, infatti, sarà il terreno decisivo per definire un nuovo obiettivo di finanziamento globale, il New Collective Quantified Goal (NCQG), che mira a trasformare i flussi finanziari internazionali in leve per lo sviluppo sostenibile. Con un contributo pubblico di 28,6 miliardi di euro nel 2023 e altri 7,2 miliardi mobilitati dal settore privato, l’UE si pone come leader nel sostegno ai Paesi in via di sviluppo per mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
Il ruolo dell’UE nel finanziare la transizione verde globale
L’UE, come primo contributore mondiale di finanziamenti per il clima, spinge per una maggiore responsabilità globale nella mobilitazione dei fondi. L’obiettivo è di coinvolgere nuovi attori – sia pubblici che privati – per garantire un flusso continuo di investimenti sostenibili.
«La sfida climatica non conosce confini e richiede uno sforzo coordinato a livello internazionale. Perché gli obiettivi siano raggiungibili, è essenziale che i flussi finanziari globali siano allineati agli accordi di Parigi», dichiara Wopke Hoekstra, commissario europeo per l’Azione per il Clima, alla guida dei negoziati dell’UE alla COP29.
NCQG e investimenti internazionali: l’obiettivo 2023
Il New Collective Quantified Goal (NCQG) è uno dei temi centrali dell’agenda della COP29. Questo nuovo obiettivo di finanziamento è pensato per guidare e incentivare il flusso di risorse verso iniziative che siano realmente in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, contribuendo così a contenere il riscaldamento globale. L’UE sostiene che sia necessario un cambio di paradigma: non basta investire, ma è fondamentale orientare i capitali verso progetti che assicurino impatti duraturi e verificabili.
Per raggiungere questi traguardi, la Commissione Europea richiede un’azione condivisa, con l’inclusione del settore privato e l’esplorazione di nuovi strumenti finanziari. Una partecipazione più ampia e innovativa potrebbe non solo aumentare il volume dei fondi disponibili, ma anche rendere più accessibili tecnologie chiave per la transizione climatica, come le rinnovabili e l’efficienza energetica.
Obiettivi energetici e mercati del carbonio: un’azione integrata per un futuro sostenibile
Un altro elemento importante dei negoziati di quest’anno sarà la riconferma degli obiettivi energetici globali concordati l’anno scorso a Dubai: eliminare gradualmente i combustibili fossili, triplicare gli investimenti nelle energie rinnovabili e raddoppiare le misure di efficienza energetica entro il 2030. I negoziatori dell’UE lavoreranno per stabilire aspettative ambiziose per i Contributi Nazionali Determinati (NDC) che dovranno essere presentati da tutte le Parti l’anno prossimo.
La Commissione intende inoltre presentare una proposta legislativa per sancire nella Legge sul Clima europea un obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040. Questo obiettivo guiderà successivamente la presentazione del nuovo NDC dell’UE.
Parallelamente, l’UE sostiene lo sviluppo di un sistema internazionale di mercati del carbonio basato su standard di integrità e trasparenza. La normativa di riferimento, l’Articolo 6 dell’Accordo di Parigi, richiede ora meccanismi condivisi per i crediti di carbonio, pensati per incentivare progetti di mitigazione e adattamento e per stimolare l’interesse degli investitori. «L’integrità dei mercati del carbonio è essenziale per garantire che ogni credito corrisponda a una reale riduzione delle emissioni», aggiunge Hoekstra.
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