Soddisfazione da parte del personale sanitario per l’approvazione in via definitiva alla Camera del decreto legge per contrastare le aggressioni nei confronti degli operatori della salute. “Ringrazio il Parlamento italiano per aver approvato la legge”, ma adesso sono necessarie “ulteriori misure per finanziare le videocamere”. Così il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, in un video per Fnomceo Tg Sanità. “Una legge che ha già trovato riscontro nella realtà – osserva Anelli – perché nell’episodio dell’aggressione a Lamezia Terme l’aggressore è stato immediatamente arrestato proprio grazie alle norme varate dal Governo e approvate ora in via definitiva dal Parlamento”. Adesso, auspica il numero uno dei medici italiani, “servono ulteriori misure per rendere questa norma ancora più efficace, per il finanziamento delle videocamere che consentirebbero di filmare episodi di violenza e di poter così rendere operativa la misura introdotta con questa legge”.
“Anche se non servirà da solo a fermare le aggressioni al personale sanitario – sostiene Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed – rappresenta un ottimo deterrente alla stregua dei presidi delle forze di polizia presso i nosocomi, dei sistemi di video sorveglianza. Occorre rendere norma quella che oggi è ancora una raccomandazione ministeriale che racchiude tali misure. Serve soprattutto lavorare per tornare a fornire ai pazienti accesso alle cure universale e gratuito. L’unico modo per invertire la rotta è investire sul rapporto medico paziente ormai deteriorato e occorre restituiEre dignità ai professionisti di salute: stipendi adeguati, revisione responsabilità medica, carriere non più gestite dalla politica, applicazione delle norme contrattuali, contratto di formazione per dirigenti medici e sanitari”. D’accordo anche il presidente nazionale della Fadoi (Federazione dei medici internisti ospedalieri), Francesco Dentali: “Questa nuova può rappresentare certamente un forte deterrente agli episodi di violenza nei confronti degli operatori sanitari. Ma, ribadisco, le giuste e opportune misure repressive e di prevenzione della violenza da sole non bastano. Occorre aumentare ancora di più gli investimenti in sanità per potenziare e decongestionare i servizi. Ricordando che non solo quando si parla di salute, ma anche di violenza, prevenire è meglio che curare”.
“È innegabile – rimarca il presidente Fadoi – che siamo ormai di fronte ad un pericoloso fenomeno culturale che va risolto alla radice e la cui soluzione purtroppo non è dietro l’angolo. Occorre investire certamente in sicurezza, ma bisogna anche aumentare gli investimenti sul Ssn, così come va evidenziato e valorizzato il ruolo dei professionisti che ogni giorno si prendono cura di migliaia di persone in ospedale come sul territorio”. Tra i più colpiti dalle aggressioni ci sono sicuramenti gli infermieri che infatti considerano la legge “un segnale importante”, ma “non risolutivo. Come abbiamo sempre detto, c’è solo un modo per fermare le violenze contro infermieri e medici ed è investire sul personale sanitario”, sostiene Nursind, il sindacato guidato da Andrea Bottega.
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