“Rivolgo a tutti i parlamentari bresciani, di ogni schieramento, un appello a fare fronte comune”. A parlare è il vicesindaco Federico Manzoni, in una nota dopo aver appreso gli esiti dell’ultima commissione Trasporti della Camera, tenutasi nella giornata di ieri. E il tema è quello delle risorse destinate dallo Stato al funzionamento della metropolitana di Brescia, per le quali una tabella contenuta nel disegno di legge della manovra stabilisce una decurtazione di un milione di euro l’anno per il prossimo triennio. Un rischio che si era cercato di scongiurare con la presentazione, lo scorso 6 novembre, di un emendamento a prima firma dell’onorevole bresciano Gian Antonio Girelli, che proponeva di ripristinare le risorse annualmente previste per la metro cittadina; la proposta, tuttavia, è stata bocciata dalla maggioranza in commissione.
Girelli ha annunciato l’intenzione di riproporre l’emendamento alla prossima Commissione Bilancio. Di qui l’appello di Manzoni a tutti i parlamentari del territorio, a unire le forze nell’interesse dei bresciani. “La norma, che prevede un contributo di 10 milioni di euro all’anno da parte del Ministero dei Trasporti per la metropolitana di Brescia, approvata dal Parlamento nel 2020, fu il frutto di un grande sforzo da parte di tutti i deputati bresciani che produsse un ottimo risultato per la città”, ricorda il vicesindaco.
L’impegno da parte dello Stato a contribuire alla gestione della metropolitana di Brescia si deve infatti a un emendamento bipartisan dei parlamentari bresciani alla legge di bilancio 2021, a prima firma di Simona Bordonali (Lega). Il risultato fu una convenzione, stipulata nel 2020 tra la Loggia e il ministero delle Infrastrutture, che all’articolo 6 impegnava le parti a regolare in modo continuativo, a partire dal 2022 e per almeno 10 anni, i rapporti per l’utilizzo delle risorse stanziate. “Auspico che, anche in questo caso, si possa tornare a lavorare insieme, nell’interesse della comunità bresciana – conclude Manzoni – al fine di difendere la volontà chiaramente espressa dal Parlamento nel 2020”.
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