Pisa, 13 novembre 2024 – Uno spettacolo pluripremiato: vincitore del Premio UBU 2022 come Miglior nuovo testo italiano e come Miglior attore a Marco Cavalcoli. Vincitore della Menzione Speciale ‘Franco Quadri’ nell’ambito del Premio Riccione 2019 sarà protagonista al Teatro Nuovo di Pisa. Cosa resta della Rivoluzione Francese? Se lo chiedono con la loro scrittura affilata e ironica, Elvira Frosini e Daniele Timpano, affiancati da Marco Cavalcoli, nello spettacolo “Ottantanove” in scena al Teatro Nuovo di Pisa, Piazza della Stazione 16, sabato 16 novembre alle 21. Un nuovo e prestigioso appuntamento della stagione “Rivoluzioni Teatrali” prodotta da Teatro Nuovo – Binario Vivo APS con la direzione artistica di Carlo Scorrano e sostenuta da Fondazione Pisa, Soci Coop e Unicoop Firenze.
Partiamo allora da quella data, l’89: da un lato per gli autori celebrata come l’inizio della nostra società moderna ma anche punto di partenza di una serie di drammi che hanno insanguinato l’Europa. E poi ha ancora senso una idea di rivoluzione oppure è un passaggio della storia archiviato definitivamente? Frosini, Timpano e Cavalcoli rispondono dal palco raccogliendo una serie di frammenti, smontando i miti che ci sono stati trasmessi, rivelando curiosità e utilizzando una infinita quantità di materiali culturali: dalla letteratura alla storiografia, alla musica, alla canzone, al cinema, alla pubblicità – ricuciti, rielaborati ed immersi senza soluzione di continuità all’interno di un progetto drammaturgico originale. Sulla scena gli attori-autori sono sempre in dialogo con il pubblico e in bilico tra mitologie contemporanee e culturali, topoi storici, in un gioco di scivolamenti spiazzanti che dissacrano tutte le retoriche senza fare sconti a nessuno. Dalla Marsigliese che sarebbe stata scritta non da Rouget de l’Isle, ma dall’italiano Viotti, fino alla storia d’Italia a fumetti, Vittorio Alfieri con il suo Misogallo, la delusione di Ugo Foscolo e i Francesi che derubarono l’Italia di tesori d’arte e la riempirono di parole d’oltralpe, la breve vita del calendario rivoluzionario, quello di Germinale e Termidoro che aveva sostituito le settimane con le decadi. Passato e presente, storia francese e storia italiana, modernità e postmodernità si sovrappongono sul palco in un percorso volto a mettere in crisi le nostre vite “democratiche” e l’immaginario legato al concetto di rivoluzione. “Ottantanove” indica i passaggi cruciali della nostra storia: la Rivoluzione d’Ottobre, il 68 fino al 1989 con la caduta del muro di Berlino considerata la fine dell’epopea rivoluzionaria. Nel finale i tre attori indossano abiti e parrucche settecentesche sottolineando il ritorno negli ultimi decenni ad una condizione ormai apatica e prerivoluzionaria. “Ottantanove non vuole raccontare una storia, o la Storia – affermano Frosini e Timpano –, ma immergersi in un mito fondativo, nei materiali culturali che lo hanno prodotto e che questo ha prodotto a sua volta. La Rivoluzione francese non l’abbiamo fatta noi. Anzi. L’abbiamo in parte subita. Ma il nostro è anche uno sguardo da europei occidentali, perché nonostante tutto siamo gli eredi della Rivoluzione”. All’evento sarà associato l’aperitivo a teatro organizzato da Ghost Kitchen Pisa dalle ore 19 alle 20.
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