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Sconti e interventi “in 20 minuti”. La chirurgia trappola su TikTok #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –




Margaret Spada, 22 anni, aveva cercato per ore su TikTok il centro medico ideale per la sua rinoplastica. Zummava le immagini delle ragazze operate prima di lei, confrontava i prezzi. E quando ha trovato «quello giusto» a meno di 3mila euro (una rinoplastica seria costa fra i 4.500 e gli 8mila euro) si è fatta accompagnare da Siracusa a Roma dal fidanzato. È morta dopo l’anestesia.

Sono due le persone, padre e figlio medici, finite nel registro degli indagati per l’accusa di omicidio colposo, titolari del centro medico di Roma dove la ragazza si è sentita male. Dalle indagini emerge che nella struttura non è stato trovato alcun documento, cartella clinica o registrazione dell’intervento. E tanto meno il consenso informato firmato dalla paziente. Gli inquirenti hanno acquisito agli atti un video di pochi secondi, girato dal fidanzato, che ha ripreso dalla porta il momento in cui i medici tentavano di rianimare la ragazza. Il centro medico, situato all’Eur, era sprovvisto anche di targhetta esterna o insegna. Ora si attendono i risultati dell’autopsia per stabilire con certezza le cause del decesso. Gli investigatori hanno sequestrato anche la cartella clinica all’ospedale Sant’Eugenio dove la ragazza, originaria di Siracusa, era stata portata in gravissime condizioni ed è morta dopo 4 giorni di agonia.

«Diteci perché è morta» è straziata la famiglia. L’unica cosa che per ora si può dire con certezza è che Margaret sia stata incauta. Va bene azzardare l’acquisto di una crema, bombardati dai video su TikTok, va bene seguire un consiglio per farsi tatuare le sopracciglia. Ma cercare un chirurgo estetico no.

Eppure capita tutti i giorni. I social sono il paradiso dei ciarlatani. Scrivono «dr.» (e non «dott.») davanti al nome e conquistano la credibilità tra le ragazzine più ingenue. Pubblicano foto del «prima e del dopo» rubacchiate qua e là e rimandano via link a siti vagamente credibili: con immagini di studi medici che chissà se esistono, curriculum inventati di sana pianta e collaborazioni con istituti universitari statunitensi che nessun 20enne andrà mai a verificare prima di operarsi.

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Uno dei casi più eclatanti è stato quello di Aestethic Franco, re dei social e – a detta sua – delle punturine di ialuronico. Dopo una collezione pressoché infinita di denunce, di donne deformate, con setticemie o cicatrici enormi, è stato indagato dalle Procure di Brindisi, Napoli e Bari. E la sua clinica di Trani è stata chiusa (solo) un mese fa. Tra Mestre e Verona, Matteo Politi, brillante diploma di terza media, si è spacciato come medico estetico per anni, sotto il nome d’arte di Matthew Mode. Luigi Claudio, 65 anni, immobiliarista, ha esercitato abusivamente come medico a Varese e si era pure preso la briga di rubare camici e medicinali all’istituto oncologico Ieo, complice un’infermiera. Come fare per non cadere nella trappola dei falsi medici? Innanzitutto non credere agli sconti: i materiali di qualità (dal botulino alle protesi), gli anestesisti e le sale operatorie costano. E due: verificare i titoli di studio. «Sul portale della Fnomceo, nella sezione anagrafica, è possibile inserire il nome e il cognome e si possono trovare i dati per verificare se quella persona è un medico iscritto all’Ordine» lancia un appello ai giovani Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, la Federazione italiana degli Ordini dei medici.

«No a chi minimizza l’intervento, no ai medici giovani che sui social promettono interventi al seno in 20 minuti a 3mila euro (costa dagli 8mila ai 15mila) – interviene Maurizio Ressa, presidente della Società di Chirurgia Plastica Ricostruttiva-rigenerativa ed Estetica (Sicpre) – No a chi propone sconti e riduzioni, concetti assolutamente lontani dall’esecuzione di un intervento chirurgico unico e irripetibile e dalla professione medica».



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