La richiesta al governo dai Comuni che da soli contano oltre il 20% delle presenze turistiche in Italia
Più poteri ai sindaci su affitti brevi, turismo, commercio, per tentare di rispondere ai cambiamenti sempre più rapidi della globalizzazione e del turismo di massa. Una richiesta che arriva dalle cinque città che da sole contano oltre il 20% delle presenze turistiche in Italia, Firenze, Roma, Venezia, Milano e Napoli, che si sono confrontate ieri presso la Camera di Commercio nel forum «Grandi destinazioni italiane, turismo sostenibile».
Un incontro in cui la parola overtourism è stata di nuovo osteggiata — «Overtourism? Il problema sarebbe se non ci fossero i turisti, le questioni vanno affrontate con un approccio costruttivo. Le regole servono, spingono il turismo di qualità. Mentre le scritte “tourist go home” fanno male a tutti», ha detto il presidente dell’ente camerale Massimo Manetti — ma in cui nessuno ha negato l’impatto dei turisti sulle città e sui centri storici.
«Bene questo incontro, che serve per confrontarsi con altre città: l’idea è quella di continuare l’iniziativa anche con le città europee perché è un tema a livello italiano ma pure europeo. E c’è la disponibilità da parte dei parlamentari europei per poter collaborare — ha detto la sindaca di Firenze, Sara Funaro, che prima aveva inaugurato il nuovo centro di formazioni e accoglienza per i turisti in piazza della Stazione — I cambiamenti sono sempre più veloci, nel 2024 avremo 15 milioni di presenze ufficiali e poi c’è il sommerso. Il centro storico della città è 5 chilometri quadrati, la sfida è portare i turisti fuori da questi chilometri e anche fuori dalla città, valorizzando decoro, bellezza e artigianato e lavorando assieme pubblico e privato».
Più poteri sono stati chiesti da Roma — «Non esiste in nessun Paese democratico nel mondo che un sindaco non possa vietare per un periodo nuove aperture di strutture extralberghiere. Invece con un clic, l’appartamento diventa una casa vacanza, un b&b, un affitto breve e muore il centro di ogni città. E se muoiono i centri delle grandi città, muore il motivo per il quale il turisti del Nord America e dell’Asia vengono in Italia», ha detto Alessandro Onorato, assessore al turismo di Roma — e da Venezia, che pure ha una legge speciale ad hoc.
«Venezia ha già una legge speciale ma forse è il caso di rinforzarla e rimpolparla di finanziamenti che ormai si sono prosciugati — ha spiegato Simone Venturini, assessore al turismo e allo sviluppo economico della città lagunare — I Comuni sanno prima e meglio del governo centrale quali sono i bisogni dei cittadini. In questa grande occasione dell’autonomia differenziata non consideriamo il dialogo solo Stato-Regioni, ma allarghiamolo ai Comuni, almeno ai Comuni capoluogo. Questo riguarda anche una completa revisione delle “lenzuolate” di Bersani sul commercio che purtroppo hanno sconquassato la geografia dei centri storici italiani, facendoli aggredire da take away, pizze al taglio, negozi di paccottiglia».
L’assessore di Palazzo Vecchio Jacopo Vicini ha illustrato il decalogo per il turismo sostenibile varato martedì ed a proposito di commercio il segretario della Camera fiorentina ha presentato i dati sui cambiamenti della tipologia di negozi nell’area Unesco negli ultimi 15 anni, con un drastico calo degli esercizi di vicinato. Alla fine gli amministratori delle cinque città hanno sottoscritto una richiesta unitaria: «A Parlamento e Governo, come fatto con i precedenti, chiediamo di disporre di strumenti adeguati per gestire i flussi che arrivano nei nostri territori, e la possibilità di sedere al tavolo, oggi riservato a Stato e Regioni, dove si decidono le politiche turistiche del nostro Paese».
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