Claudio Ranieri: «A Roma ho iniziato e qui finisco, sono tornato a casa» #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –

Non è proprio una prima conferenza stampa alla Roma, quella Claudio Ranieri. Ma oggi mette intanto «i puntini sulle i». Il ritorno quando aveva detto che smetteva, il doppio incarico. La scelta di cuore. «Avevo smesso di allenare, ho avuto più richieste in questi mesi rispetto a quando ho vinto il campionato con il Leicester. E ho sempre detto di no. Ho detto che sarei tornato o per la Roma o per il Cagliari, ma ero convinto di andarmene per i fatti miei, di guardare il calcio da un altra parte. Il fato ha voluto che tornassi a casa, evidentemente, ho iniziato alla Roma da calciatore e alla Roma finirò da dirigente allenatore», le sue prime parole. 

Il colloquio con i Friedkin

Ho parlato con Friedkin, mi ha lasciato a bocca aperta per il bene che vuole alla sua squadra. Mi ha detto: “Non posso girare il mondo e vedere la squadra che non va. Ho speso tanti soldi e non sono riuscito a fare bene. Per questo ha preso me, spero di riuscirci”. Quando ho ascoltato queste parole non potevo dire di no. Lo ringrazio perché mi ha riportato alla casa madre».

La figura di dirigente

Ranieri ha affrontato il tema, a Roma molto sentito, della proprietà «assente» che sarebbe poco vicina alla squadra: «In Italia c’è questa abitudine, ma se ci fate caso tutte le proprietà straniere parlano pochissimo. Abramovich lo incontravo soltanto sull’aereo, e io stavo in “grazia di Dio”. Solo noi italiani abbiamo bisogno di questa figura. Se mi ha chiamato Friedkin, significa che si è reso conto che qui c’è bisogno di altri personaggi a rappresentarli».

I casi Dybala e Hummels

Sull’utilizzo di Paulo Dybala, Claudio Ranieri è stato molto chiaro: «Se sta bene, Paulo gioca. L’ho detto al presidente che non mi ha posto alcun veto. Non mi frega niente di clausole o non clausole, non so nemmeno se è vero o non è vero. Decido io e basta. Se mi incazzo sapete come sono: parlo romano e mando per aria i tavoli. Io parlo sempre in faccia e sanno cosa penso di Paulo. Faccio giocare chi mi pare». È tornato poi sulla gestione della squadra: «È evidente che qualcosa qui è andato storto, sono stati spesi un sacco di quattrini. Mi auguro cambino, prima di tutto come tifoso, poi come dirigente e allenatore».
Su Hummels, altro giocatore praticamente messo ai margini da Juric: «Ho rivisto la finale di Champions e altre partite e mi chiedo perché non giochi. Ora vediamo, magari sbaglierò anche io». E ancora, assaggi del suo calcio: «Dybala e Soulè possono giocare insieme, mai più Angelino in difesa. ma voglio vedere gente che non molla mai, che sputi sangue».

I contatti con De Rossi 

Per quanto riguarda invece il passato, ricorrono i nomi di Totti e De Rossi che lui ha allenato. «Ci siamo sentiti e ci sentiremo in questi giorni perché Daniele oltre ad esser stato un mio giocatore è una grande persona. Non è facile per nessuno cambiare due allenatori, mi auguro di riportare tutti nella giusta direzione». 

«Totti? Vederemo cosa può fare»

Porte aperte anche a Totti: «Torna Totti? Onestamente, è logico che adesso come adesso la cosa principale è riportare la squadra in alto, poi sicuramente si parlerà con Francesco, per l’amor di Dio, perché no. Se ci può dare una mano, vediamo quello che ci può dare, non siamo chiusi, io non sono chiuso, questo non significa Totti ritornerà, perché io vi conosco, per vendere tre giornali in più fate il titolone, però siate chiari».