La Commissione europea nelle nuove stime macroeconomiche indica che le aspettative per l’Italia consistono in una crescita del Pil limata quest’anno a 0,7% (a maggio Bruxelles stimava 0,9%), nel 2025 all’1% (contro 0,9%) e nel 2026 all’1,2%.
Il governo prevede quest’anno l’1%, per l’anno prossimo 1,2%, per il 2026 l’1,1%. Il tasso di inflazione quest’anno dovrebbe attestarsi all’1,1% quest’anno, all’1,9% l’anno prossimo e all’1,7% nel 2026.
Pil, le stime dell’Ue
La disoccupazione è in calo quest’anno secondo la Commissione europea passerà dal 7,7% nel 2023 al 6,8% quest’anno per diminuire ancora al 6,3% e a 6,2% nei due anni successivi.
La Commissione, indicando che l’’economia italiana dovrebbe espandersi dello 0,7% nel 2024, segnala che l’annullamento dei crediti d’imposta per la ristrutturazione degli alloggi grava sull’attività edilizia, anche se gli investimenti infrastrutturali riprendono, supportati dal Pnr. Sulla scia delle dinamiche positive dei salari reali, prevede che la crescita annuale dei consumi delle famiglie compenserà la frenata del riporto negativo dal 2023. Si prevede che le esportazioni nette forniranno un contributo positivo alla crescita del pil, sebbene principalmente a causa di una profonda contrazione delle importazioni di beni.
Gli effetti del Pnrr
Nel 2025, si prevede che l’attuazione del Pnrr accelererà, compensando in gran parte la posizione restrittiva della politica fiscale nazionale. Si prevede che la crescita dei consumi privati acquisirà slancio, mentre gli investimenti complessivi sono destinati a diminuire, spinti dal calo delle costruzioni per le ristrutturazioni degli alloggi. Nel 2026, si prevede che la spesa correlata al Pnrr e le condizioni di finanziamento più facili stimoleranno gli investimenti, insieme alla continua espansione dei consumi.
Un mercato del lavoro ancora rigido sostiene gli aumenti salariali. Si prevede che l’occupazione aumenterà dell’1,6% quest’anno, dopo l’1,9% nel 2023, e rallenterà ulteriormente nel 2025-26. Con il continuo miglioramento delle opportunità di lavoro, l’aumento della partecipazione al mercato del lavoro è destinato a superare il calo previsto della popolazione in età lavorativa nell’orizzonte di previsione. Il tasso di disoccupazione è quindi destinato a scendere al 6,2% nel 2026, dal 7,7% nel 2023. Si stima che la crescita dei salari nominali salirà al 4% quest’anno, quando la maggior parte dei rinnovi contrattuali avrà rispecchiato gli aumenti dei prezzi passati, e che in seguito si modererà gradualmente. Il calo dei prezzi dell’energia porta a una rapida disinflazione.
I prezzi
Sulla scia del continuo calo dei prezzi dell’energia fino a ottobre 2024, si prevede che l’inflazione complessiva per l’anno nel suo complesso scenderà all’1,1%. La stabilizzazione dei prezzi dell’energia ipotizzata per il 2025-26 motiva proiezioni contenute per le altre componenti ad eccezione dei servizi in cui si prevede che i salari esercitino ancora pressioni al rialzo sui prezzi.
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