Il dato è aggiornatissimo visto che parliamo di oggi stesso, 13 novembre. Sul sito gestionale-aste.it/aste-immobiliari-padova risultano esserci 203 immobili all’asta in tutto il territorio provinciale. Tanti? Pochi? Secondo l’Osservatorio Brick, nei primi nove mesi del 2024, la provincia di Padova ha registrato un totale di 1.200 aste immobiliari. Questo significa che siamo in presenza di una diminuzione nell’ordine del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in linea comunque con la tendenza nazionale che ha visto una riduzione del 26% nel numero di aste immobiliari pubblicate. Però, nonostante il calo nel numero di aste, il valore medio degli immobili andati all’incanto è aumentato del 10%. Maggiore qualità o maggior valore degli immobili disponibili?
“Non so se dipenda dalla qualità o dal valore – commenta Silvia Dell’Uomo, presidente degli agenti immobiliari della Fimaa Ascom Confcommercio di Padova – di certo so che il mercato delle aste non è così vantaggioso come si potrebbe pensare, visto che attualmente, non di rado, la quotazione di mercato è inferiore al prezzo base d’asta. O comunque diciamo che può essere vantaggioso solo a determinate condizioni”.
In effetti, secondo i dati disponibili, il prezzo base d’asta medio per le abitazioni di tipo civile nella provincia di Padova è pari a 779,62 euro per metro quadrato, prezzo che per le abitazioni di tipo economico scende a 490,85 euro al metro quadrato, mentre per le abitazioni di tipo popolare è di 418,72 euro al metro quadrato. Se invece spostiamo l’attenzione sul commerciale abbiamo una situazione di questo tipo: 1.043,96 euro al mq se si tratta di negozi e 1.118,82 euro al mq se si tratta di uffici e studi privati. “È importante notare – continua Dell’Uomo – che questi valori possono variare in base a diversi fattori, tra cui la localizzazione specifica dell’immobile, le sue condizioni e le caratteristiche intrinseche. Poi, per quanto ci riguarda e al fine di ottenere una valutazione più precisa, non manchiamo mai di consultare fonti ufficiali come la Banca Dati delle Quotazioni Immobiliari dell’Agenzia delle Entrate”.
Insomma, bisogna muoversi con i piedi di piombo. “Innanzitutto – precisa la presidente degli agenti immobiliari della Fimaa Ascom Confcommercio di Padova – vista da un’angolazione strettamente “sociale”, è un bene se diminuiscono gli immobili che vanno all’asta. Significa che ci sono meno situazioni critiche sia per le aziende che per le famiglie. Detto questo vale la pena sottolineare che c’è una diversità enorme se il bene è libero o se questo risulta ancora occupato. In quest’ultimo caso diventa difficilissimo effettuare una valutazione da parte del potenziale acquirente perchè non si sa come risulterà il bene quando questo si libererà”. Ad essere interessati alle aste sono quasi tutti i comuni della provincia e, se si esclude il capoluogo che, per ovvi motivi, ha numeri importanti, va detto che Monselice, oggi, ha 12 immobili all’asta di varie tipologie; Piombino Dese ne ha 15 ed Este 9. Se invece diamo un’occhiata alle tipologie sono 50 le abitazioni di tipo civile; 13 quelle di tipo economico; 6 di tipo popolare; 5 abitazioni in villini e 43 appartamenti. Se la destinazione non è invece residenziale abbiamo 8 fabbricati costruiti per esigenze industriali; 4 magazzini; 7 negozi botteghe e 4 negozi; 14 uffici e studi privati. Infine una curiosità: risulta all’asta anche un “convento, convitto o istituto similare”.
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