Tavolini fuori fino a mezzanotte e mezza nei giorni feriali e fino all’una e trenta nei fine settimana e nei giorni festivi con in più la previsione in bilancio di sgravi o fondi da destinare all’insonorizzazione degli appartamenti che ricadono nel quadrilatero centrale della cosiddetta “movida”.
Questa la proposta che con un ordine del giorno il consigliere comunale Massimiliano Di Pillo (capogruppo Pettinari sindaco) sottoporrà al consiglio comunale per chiedere una modifica all’ordinanza sindacale con cui sono state decise le restrizioni sulla base delle risultanze del tavolo tecnico istituito per l’applicazione del Piano di risanamento acustico. Azioni cui chiede di accompagnare anche una maggiore attenzione sul fronte della sicurezza.
Misure quelle contenute nell’ordinanza incriminata, ritenute dagli esercenti, ma anche dagli esponenti di opposizione e sembrerebbe anche da alcuni esponenti del centrodestra, eccessivamente penalizzanti per le attività della zona. Un vero e proprio “coprifuoco” quello istituito che per tre mesi e cioè fino al 31 gennaio 2025, prevede come limite orario per i tavolini all’esterno la mezzanotte, orario in cui gli esercenti non possono più somministrare alcolici fuori dai locali. Se da parte loro hanno già annunciato un ricorso al Tar (Tribunale regionale amministrativo) con l’obiettivo di ottenere una sospensiva in vista del Natale, a Palazzo di Città del tema si discuterà anche in Commissione controllo e garanzia venerdì 15 novembre con dunque ora anche l’ordine del giorno di Di Pillo pronto ad approdare in aula.
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Il consigliere ricorda come gli esercenti abbiano denunciato il fatto che allo stato attuale si rischiano licenziamenti e chiusure, e che se da una parte le regole servono, queste andrebbero in sostanza ponderate per dare risposte tali da soddisfare sì le esigenze dei residenti, ma anche quelle di chi nella zona ha svolge la propria attività lavorativa.
“La sentenza di poche settimane fa che a Palazzo di Città costerà una quota importante degli obblighi dettati dal predissesto, non permette ulteriori errori da parte dell’amministrazioni, ma non può oltremodo annichilire una parte importante dell’appeal che quella zona della città ha, per quella parte di generazione che vuole divertirsi e che deve essere semplicemente educata, a una tempistica diversa dall’eccesso di deregulation intrapresa dalle varie amministrazioni nell’ultimo decennio”, afferma quindi Di Pillo. Il riferimento è alla sentenza di primo grado che ha visto la condanna del Comune al risarcimento di 450mila euro nei confronti dei circa 70 residenti che per il “rumore” della zona “movida” tra il 2015 e il 2021, hanno fatto causa.
Di qui la proposta del consigliere comunale per una maggiore tolleranza negli orari che possa andare incontro alle esigenze anche dei residenti. “Stiamo per affrontare un periodo molto importante per il commercio della città e per i cittadini tutti, dove il divertimento, la spensieratezza, la goliardia, la necessità di mettere da parte le negatività della condizione generale, diventa quasi un presupposto imprescindibile sperando in un nuovo anno con meno difficoltà non solo sociali ed economiche”, aggiunge Di Pillo.
“Questo – aggiunge – non deve e non può ricadere sui residenti e soprattutto su coloro che consorziandosi nella battaglia legale durata anni, hanno avuto la meglio obbligando il sindaco a firmare un’ordinanza fin troppo punitiva e restrittiva”.
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