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«Ricuciamo speranze e tessuto sociale» #finsubito prestito immediato




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Là dove c’era l’erba ora c’è una città, cantava Adriano Celentano. A pochi metri da viale Umbria però, a Milano la casa in mezzo al verde c’è ancora. Nonostante per diverso tempo abbia rischiato di finire inghiottita dall’urbanizzazione e dal degrado. È un casolare del Seicento Cascina Cuccagna, testimone della storia. Fu dei Padri Fatebenefratelli, che vi coltivavano le erbe officinali per l’ospedale Maggiore, poi diventò casa e bottega per molti artigiani della zona e infine, dopo l’inagibilità negli anni ‘80, preda dell’abbandono.

Finché, nel 2005, il Comune di Milano ha risposto a chi nel quartiere ne chiedeva la riqualificazione, con la concessione ventennale all’Associazione Consorzio Cantiere Cuccagna (oggi ACCC Impresa Sociale). Obiettivo: ripristinare la struttura originale e trasformarla in un centro culturale. Sette anni dopo, la riapertura al pubblico e la rinascita della Cascina, dove vivai, orti e giardini sono strumento e pretesto. «Grazie a uno fra i primi esempi di raccolta fondi civica e a un bando di Fondazione Cariplo è stato possibile rimettere in sesto l’area. Poi ci siamo impegnati a svilupparla» racconta la direttrice dell’Associazione, Federica Scaringella. Fra i testimoni della sua virtuosa evoluzione, ci sono da qualche tempo anche i tirocinanti di Radici di Comunità, uno degli ultimi progetti introdotti in Cascina Cuccagna, realizzato con l’impresa sociale rozzanese “La Mescolanza” per favorire l’inclusione – anche lavorativa – dei più fragili. Passati difficili e presenti incerti tornano alla terra per ritrovarsi, contribuendo al suo mantenimento. Come spiega la responsabile Mara Laura Heidemperger, «“Radici” è nato nel marzo di quest’anno da un patto di collaborazione triennale siglato da Municipio 4 con noi e Cuccagna. Il volano è stata la volontà di restituire alla comunità il vicolo attiguo alla Cascina». Presentato lo scorso 26 maggio, è solo una delle molte fortunate iniziative avviate.

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Laboratori partecipati, eventi cinematografici, progetti legati al verde. Vengono realizzati con scuole e atenei per un unico scopo: consolidare il tessuto sociale della zona, fra il quartiere milanese di Porta Romana e l’asse Molise-Calvairate, promuovendo la sostenibilità. «Negli ultimi sette mesi, abbiamo organizzato dodici laboratori, in occasione della Green week e delle “Domeniche bestiali”, durante le quali ci facciamo conoscere», precisa Alexa Avitabile Leva, responsabile del progetto per Cuccagna. Dove ci si impegna attraverso quattro filoni di azione: rigenerazione urbana, cultura e territorio, ambiente e alimentazione, coesione sociale e integrazione. A quest’ultimo contribuisce proprio Radici di Comunità.

Alessandra, Marco e Kebba sono i protagonisti della prima edizione da poco conclusa. Tre storie diverse che si sono unite estirpando le erbacce del vicolo e animandone i laboratori, curando il nespolo e gli arbusti mediterranei a bassa esigenza idrica. «Non è solo lavoro, abbiamo a cuore questi spazi. Ci hanno insegnato a osservare le piante e ad ascoltarci», dice Alessandra, 48 anni, che qui sembra aver trovato il riscatto da un’esperienza difficile. La quotidianità è scandita dagli stessi riti: «Il caffè, poi si lavora. Alla fine, parliamo» e insieme si occupano anche del vivaio aperto dall’impresa sociale prima di essere chiamata a custodire l’intera area. Kebba e Marco, 19 e 24 anni, gettano così i semi di un futuro migliore: «Sono un richiedente asilo, ma mi vedo giardiniere e mi perfezionerò al parco di Monza» afferma il primo. L’amico, invece, sarà accompagnato nella ricerca di lavoro nell’area della manutenzione del verde.

A gennaio dovrebbe partire la seconda fase del progetto, premiato lo scorso ottobre al Forum della partecipazione. Ma già si pensa di farlo uscire dai confini di Cascina e vicolo. «Stiamo vagliando molte richieste. I partecipanti saranno tre, in piccoli gruppi si lavora meglio. Inoltre, abbiamo individuato luoghi del quartiere dove i tirocinanti potranno intervenire in esterna», annuncia Alexa. La fattibilità di tutto questo però dipende anche dal contributo dei privati, uno dei pilastri del complesso modello su cui si basa l’economia di Cuccagna, fatto di associazionismo, affitti, crowdfunding e partnership aziendali. Fondazione Alia Falck, tra i finanziatori di Radici di Comunità, insieme alle omologhe di Banca Popolare di Milano e AEM, ha scelto di sostenerlo: «Siamo entrati in contatto con l’iniziativa mentre, appena costituiti, ci stavamo impegnando nell’identificazione dei bisogni del territorio. L’approccio del progetto ci ha persuasi per la trasversalità tra benessere, salute mentale, rigenerazione urbana e per la sintonia con la nostra missione», evidenzia il direttore generale Riccardo Sorichetti.





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