L’albergatore bellunese aveva respinto la coppia perché, aveva specificato, appartenente a un popolo «responsabile di genocidio». Portali, tra cui Booking , hanno sospeso la struttura dalle piattaforme di prenotazioni online
Patrik Ongaro chiede scusa. Sembrava davvero convinto che aver respinto la giovane coppia israeliana in quanto appartenente a un popolo «responsabile di genocidio» come aveva scritto loro, fosse la cosa giusta da fare, soprattutto quando, a caso già deflagrato, dal suo profilo Facebook aveva ancora sostenuto che «se tutti facciamo qualcosa nel nostro piccolo possiamo fare la differenza». Come se informare due giovani di 24 e di 25 anni alla vigilia della loro partenza da Tel Aviv che preferiva andassero altrove perché israeliani, fosse un gesto significativo e coraggioso. Decidendo di ignorare che, come sottolinea Dario Calimani presidente della comunità ebraica, «forse proprio quei due ragazzi, desiderosi di venire in Italia, potrebbero appartenere a quanti in Israele esprimono il loro dissenso rispetto alle scelte del governo Netanyahu». Ieri pomeriggio l’albergatore di Selva si è scusato, aggiungendo di essere «contrario a ogni forma di violenza e di non avere intenzioni razziste o antisemite». E si è anche detto «disponibile a ospitare la coppia israeliana».
«Non tolleriamo discriminazioni»
«Quanto antisemitismo c’è di sottofondo?», si chiede lo stesso Calimani non solo riferendosi all’albergatore di Selva, ma alla nostra società che semplifica e banalizza le ragioni di un conflitto, riducendo il tutto a comportamenti faziosi «come accade tra avverse tifoserie negli stadi». In ogni caso il ravvedimento di Ongaro è giunto all’indomani della sospensione dalla piattaforma per prenotazioni online Booking.com del suo Hotel Garnì Ongaro a Santa Fosca di Selva di Cadore. «Non tolleriamo discriminazioni di alcun tipo – ha scritto in una nota ufficiale Booking.it – e, nel raro caso in cui veniamo avvisati di comportamenti discriminatori da parte di una struttura, indaghiamo immediatamente e rimuoviamo l’annuncio dalla nostra piattaforma».
Le reazioni
Le scuse non sono bastate a fermare l’indignazione e le prese di posizione di condanna dell’episodio, particolarmente grave anche per il clima di tensione successivo ai fatti di Amsterdam e al timore di ulteriori violenze. Si è avuta la conferma che il ministero degli Esteri israeliano sta valutando se procedere per vie legali. Parla di grave errore il ministro del Turismo Daniela Santanchè secondo la quale quanto accaduto «non fa bene a nessuno, non fa bene al comparto, non fa bene all’Italia e neanche all’albergatore, il turismo è uno strumento di pace e di conoscenza». Walter De Cassan, presidente di Federalberghi Belluno, ha partecipato a due incontri dell’associazione a livello regionale e locale nel corso dei quali è stata ribadita ferma condanna e che «l’ospitalità è per tutti e senza distinzione». Luca Lorenzini, sindaco di Selva di Cadore, ha espresso la solidarietà del paese a Dario Calimani presidente della Comunità ebraica di Venezia. «È un piccolo borgo dove si conoscono tutti — dice Calimani — mi ha detto che è addolorato, che è massacrato, non sono le solite parole di circostanza». «Chiunque è benvenuto a Selva – ha commentato Silvia Cestaro, già prima cittadina di Selva e consigliere regionale – dove c’è quello che ognuno di noi vuole per i popoli in guerra: la pace». Infine Stefano Casali, consigliere regionale di Fratelli d’Italia vicino alle comunità ebraiche in Veneto: «Apprendiamo con piacere del scuse, vigileremo intervenendo contro ogni atto antisemita».
Le piattaforme online
Booking.it non è l’unica piattaforma ad essere intervenuta. Sul sito di Tripadvisor è comparso un «alert» per chiunque cercasse informazioni sulla struttura: «Siamo venuti a conoscenza di recenti eventi o notizie diffuse dai media riguardanti questa struttura – si legge nell’avviso – che potrebbero non essere riportate nelle recensioni di questo profilo. Pertanto, ti consigliamo di cercare ulteriori informazioni su questa struttura se stai organizzando un viaggio». Anche su Trivago al momento non viene permesso di prenotare una camera dell’hotel. Irwin Ongaro, il fratello del titolare e socio della struttura, non si dice preoccupato: «Vedremo è presto per valutare – dice – non sapevo nulla di questa storia che ho appreso dai media. Mi dissocio da quello che sostiene mio fratello. Patrik non ha mai avuto posizioni forti contro Israele, penso che la sua presa di posizione sia più contro la guerra che contro gli israeliani».
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