diGiulio Gori e Luca Lunedì
Giorgio Tani, 79 anni, è stato aggredito senza motivo al pronto soccorso pisano ed è morto dopo dieci giorni di agonia. Le aggressioni in ospedale in Toscana aumentate del 30% e i pronto soccorso dove vengono «scaricate» le persone in stato di alterazione: lo scontro diventa politico
Pronto soccorso e reparti di psichiatria senza vigilanza delle forze dell’ordine. E spesso utilizzati come scaricabarile di una rete sociale che sul territorio non c’è. Se a farne le spese di solito sono gli operatori sanitari, a Pisa un anziano paziente è morto all’ospedale Cisanello per le percosse di uno squilibrato. Si chiamava Giorgio Tani, il 79enne che il 5 novembre era stato aggredito senza motivo al pronto soccorso pisano e che è spirato venerdì dopo dieci giorni di agonia.
Così, le aggressioni in ospedale, a un anno e mezzo dalla morte della psichiatra Barbara Capovani al Santa Chiara di Pisa, tornano un caso politico: «Un’altra morte assurda che doveva essere evitata. A nome di tutta la città esprimo le mie condoglianze più sentite alla famiglia, travolta da questa ingiusta e inaccettabile tragedia. Inaccettabile anche perché avvenuta in un luogo di cura che dovrebbe essere sicuro soprattutto per le persone più fragili — dice il sindaco di Pisa, Michele Conti — Si fa sempre più impellente il problema della sicurezza negli ospedali della Toscana, dove chi va per curarsi o per assistere i familiari deve poterlo fare con la massima tranquillità. Dove i tanti medici e infermieri, che lavorano quotidianamente per la salute di tutti noi, sono esposti ogni giorno al rischio di aggressioni verbali e fisiche».
Conti (centrodestra) non chiama in causa il governo, ma punta l’indice contro la Regione: «Chiediamo alla Regione Toscana di intervenire immediatamente per garantire la sicurezza nei luoghi di cura. Non è più tollerabile che la nostra città sia teatro di questi episodi di violenza».
Durissima la replica a distanza dell’assessore regionale alla Salute, Simone Bezzini: «Conti fa sciacallaggio su un dramma e dimentica che la destra che governa il Paese sta picconando la sanità pubblica. Il sindaco di Pisa dovrebbe sostenere le nostre proposte per portare al 7,5% il rapporto tra finanziamento al sistema sanitario nazionale e Pil, per costituire un fondo nazionale dedicato alla sicurezza nelle strutture sanitarie e dovrebbe chiedere anche più risorse per le forze dell’ordine finalizzate alla vigilanza in ambito sanitario».
Bezzini ricorda che la Toscana è stata la prima Regione a istituire un monitoraggio sulle aggressioni e che sono partiti investimenti per promuovere le attività di controllo. E conclude: «Di fronte a tali tragedie ci aspetteremmo meno polemiche e più collaborazione concreta da parte di tutti, anche perché spesso i pronto soccorso e i servizi di emergenza urgenza territoriale si trovano a fronteggiare situazioni che vanno ben oltre i compiti strettamente sanitari».
Dal Cisanello la direzione dell’Azienda si limita a esprimere le «condoglianze ai familiari di Giorgio Tani: condividiamo il loro dolore per una morte assurda che ci lascia attoniti». Sotto traccia però i problemi emergono: il presidio delle forze dell’ordine di fronte al pronto soccorso è attivo solo di giorno, di notte ci sono le guardie giurate pagate dall’ospedale, con regole di ingaggio molto limitate.
Ma l’aggressione a Giorgio Tani, spiega qualcuno, è stata così repentina e imprevedibile che neppure la presenza degli agenti avrebbe potuto evitarla: il problema è semmai che nei pronto soccorso vengono scaricate spesso persone alterate — da alcol o da stupefacenti — senza alcuna necessità sanitaria. Perché non ci sono alternative all’ospedale.
La questione non riguarda solo il Cisanello: il presidente dell’Ordine dei medici di Firenze, Pietro Dattolo, in un convegno organizzato a Ponte a Niccheri, ha spiegato che «dal 2020 al 2023 in Toscana le violenze sono cresciute del 30%, quasi il 57% del personale è stato aggredito e il 59% delle vittime sono donne».
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