I numerosi vantaggi che permette l’uso dei droni applicati all’agricoltura, rispetto ai sistemi tradizionali, sono noti da tempo. Non sorprende per niente, quindi, che anche quest’anno, tra gli Oscar Green assegnati dalla Coldiretti, un premio per le pratiche agricole che si distinguono per innovazione ed ecosostenibilità, compaia un progetto dove l’uso del drone fa la differenza (ricordiamo che già nel 2021 il progetto di un drone agricolo si era aggiudicato un Oscar Green).
Come riporta il sito di Coldiretti Toscana, infatti, tra le sette aziende che si sono aggiudicate lo speciale riconoscimento dell’iniziativa, promossa da Giovani Impresa Coldiretti Toscana, c’è quella di Mattia Lusini, 26 anni, che “È il primo agricoltore-pilota della Toscana ad aver ottenuto l’abilitazione per poter impiegare gli aerei a pilotaggio remoto per controllare, monitorare ma anche concimare e seminare i terreni riducendo l’uso degli input non necessari, migliorando la sostenibilità delle pratiche e contestualmente la qualità dei prodotti”.
Negli anni Mattia ha sviluppato una grande passione per i droni, un interesse che ha pensato bene di applicare anche nella sua azienda cerealicola a Manciano, in provincia di Grosseto. Grazie alle varie certificazioni ottenute, in primis come coltivatore diretto e poi anche in qualità di pilota di droni, sta portando le tecniche di coltivazione dei suoi campi verso quel futuro smart di cui da anni si parla ma che, specie nel nostro Paese, non sembra mai abbastanza vicino.
Sul sito di Coldiretti Toscana, infatti, Mattia spiega che “I droni sono sicuramente il futuro, sostituiranno per molte pratiche agronomiche i trattori soprattutto in terreni declivi con pendenze di oltre il 30%, e affiancheranno i tradizionali mezzi meccanici per un agricoltura sempre più sostenibile. Purtroppo non sono ancora il presente a causa delle regole che abbiamo in Italia (a differenza degli altri paesi Germania e soprattutto Cina) che limitano l’uso dei droni. Questi nuovi strumenti di lavoro ci permetteranno, per esempio, di svolgere tante attività agricole come contrastare con tempestività la diffusione di malattie che sono una conseguenza dei cambiamenti climatici in atto o distribuire velocemente gli insetti antagonisti, seminare direttamente cereali e leguminose e soprattutto avere una mappatura puntuale dei terreni per consentirci di intervenire in caso di carenza di nutrienti o altri fattori che potrebbero compromettere la qualità e danneggiare il raccolto. Sto preparando la mia azienda al futuro e spero prima o poi di mettermi al fianco di tante altre aziende per portare questa tecnologia in altre realtà”.
Parliamo ormai da anni dei vantaggi della tecnologia droni applicata al settore agricolo, tra cui i principali sono:
- risparmio notevole di tempo nel monitoraggio di grandi estensioni di terreno;
- riduzione dei costi e della manodopera necessaria;
- capacità di raccogliere dati preziosi usando telecamere infrarossi e sensori sofisticati;
- fornitura di una panoramica digitale sullo stato di salute e crescita delle colture;
- miglior supporto decisionale grazie a un’efficace valutazione delle condizioni agricole;
- controllo della fauna selvatica e nella gestione dei terreni impervi;
- gestione della distribuzione delle sementi su ampie aree in breve tempo.
Di fronte a questo quadro, però, l’innovazione stenta a prendere piede nel settore, se non per merito dei giovani.
Francesco Panzacchi, Delegato Giovani Coldiretti Toscana, fornisce qualche numero e offre un commento che inquadra bene lo stadio di diffusione delle nuove tecniche. “I giovani imprenditori sono più innovativi e più attenti alla sostenibilità, più resilienti e nel caso specifico della nostra regione tra i più multifunzionali: il 28% delle aziende guidate tra gli under 40 ha sviluppato almeno un’attività connessa come l’agriturismo, la fattoria didattica o la produzione di energie rinnovabili che posiziona la nostra regione al secondo posto in Italia. Certo, il ricambio generazionale non si sta rivelando una passeggiata e ci sono ancora molti elementi di criticità che ne rallentano l’attuazione, ma il dato incoraggiante deriva dal desiderio, e lo tocchiamo ogni giorno, di tanti giovani di affacciarsi nel nostro mondo. Le oltre domanda per l’ultima edizione del premio di primo insediamento sono un chiaro segnale di questo fenomeno. Questo desiderio va però sostenuto con forza ed azioni concrete tagliando la burocrazia e favorendo l’accesso al capitale fondiario ma anche con nuovi strumenti finanziari. La voglia non manca”.
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