Il cantautore romano si racconta per l’uscita del suo nuovo libro, Fuori fuoco
52 anni di carriera, oltre 45 album pubblicati, quasi 40 milioni di copie vendute e tanto ancora da raccontare. Antonello Venditti, classe 1949, è sulla cresta dell’onda da più di mezzo secolo e ora, dopo aver concluso l’ennesimo tour di successo, è pronto a fermarsi un attimo e far conoscere dei lati inediti della sua vita privata grazie al libro fotografico Fuori fuoco, in libreria dal 19 novembre, in cui per la prima volta ripercorre la sua vita di uomo e di artista, dagli anni solitari dell’adolescenza alla formazione musicale e il grande successo.
Antonello Venditi a Domenica In
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In occasione dell’uscita di Fuori Fuoco, il cantautore romano è stato ospite di Mara Venier a Domenica In per una lunga intervista in cui il 76enne si è espresso senza filtri a cominciare dal rapporto coi genitori, Vincenzo Italo Venditti e Wanda Sicardi.
Anni difficili, quelli dell’adolescenza: “Io conosco il bullismo fin da quando sono nato, la cosa strana è che provenisse da mia madre… Forse non l’ho capito, probabilmente la sto capendo adesso; ciò che manca ai bambini è l’ironia, sono vittime della staticità delle parole. Lei una volta disse una parola a mio padre, con il sorriso sulle labbra: ‘Questo ragazzino è cretino’. Ma quando lo senti da piccolo, a sei anni, non è carino”, ha raccontato Venditti nel salotto domenicale di Rai 1.
“Anche mio padre mi dava delle punizioni divertenti, ma per me non lo erano: mi metteva davanti alla porta della cucina e mi diceva di fissarla. Sono cose che non ti passano… Tutto questo però mi ha fortificato”, ha proseguito Antonello. Anche grazie all’amore per la musica, Venditti è riuscito a trovare la propria strada, ignorando il volere dei genitori: “Francesco De Gregori era mio fratello. Roma Capoccia ricordo quando l’ho scritta. Io scrivo sempre canzoni davanti a un muro, per romperlo. Anche se i miei volevano che facessi altro”.
Antonello venditti e la depressione
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Nel corso della lunga e toccante intervista, l’autore di Grazie Roma, Notte prima degli esami e Ci vorrebbe un amico ha parlato anche del difficile periodo in cui ha combattuto contro la depressione: “Ho sofferto di depressione, volevo farla finita. Mi volevo uccidere, volevo farlo con la macchina ma sono sempre stato troppo bravo a guidare per riuscirci. Avevo un male di vivere dentro”.
Da quel periodo buio, però, il cantautore è riuscito a uscire grazie all’aiuto di Lucio Dalla e grazie al tifo per la sua amata Roma: “Lucio Dalla mi ha salvato. Lui si accorse nel 1970 di come stavo, capì che dovevo andare via da Roma. Lì mi ha curato, Ma l’idea malvagia di farla finita non mi era passata. Sai come mi è passato? Con l’amore ricevuto. Sono guarito al Circo Massimo quando la Roma ha vinto lo scudetto. Avevo l’esatta sensazione che non c’era distonia con gli altri. Chi tende alla perfezione è più fragile. Lucio l’ha capito e mi ha riportato a Roma”.
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