Spopolano tra adolescenti, trentenni, generazione Z, millennials e non solo, stiamo parlando delle sneakers, diventate la vera ossessione della moda. Tutti pazzi per le scarpe sportive, per gli ultimi drop (in slang, uscite) come Nike Air Jordan, Adidas Yeezy, New Ballance 991, Reebok Blacktop Pump, un fenomeno di portata immensa, proprio perché colpisce ogni generazione.
Vendute nelle sale d’asta per cifre che a volte sfuggono alla ragione, l’accessorio streetwear per eccellenza è oggi uno degli articoli più contraffatti sul mercato. Secondo StockX, la piattaforma di rivendita online che elenca le sneakers più ricercate del momento, nel 2024 il mercato delle scarpe da ginnastica contraffatte farà perdere circa 500 miliardi di dollari di vendite solo negli Stati Uniti.
Ma grazie ai progressi della tecnologia, l’intelligenza artificiale sembrerebbe aver imparato, anche, a riconoscere le scarpe vere da quelle false. Attraverso l’olfatto.
L’idea è della startup americana Osmo, fondata da un ex ricercatore di Google, che ha utilizzato l’AI per autenticare le sneakers tramite il loro singolare odore. Partendo dalle firme olfattive dei materiali con cui sono realizzate come: la pelle e le fibre della tomaia, la gomma della suola o la speciale colla che tiene insieme la calzatura, gli scienziati della startup potrebbero davvero fornire una innovativa soluzione al settore della rivendita, che da sempre dedica ingenti risorse economiche all’autenticazione, ma anche ai marchi di calzature che vogliono proteggere i loro prodotti dalle contraffazioni e dai falsi che spopolano in giro.
Nel dettaglio, grazie a sofisticati sensori all’avanguardia, la startup ha di recente condotto un test pilota con una nota azienda di rivendita di scarpe sportive, registrando una precisione superiore al 95% nel distinguere i falsi dai veri.
“Molte delle cose che vogliamo autenticare potrebbero non avere nemmeno un odore percettibile. È più come se stessimo cercando di analizzarne la composizione chimica del prodotto – ha raccontato Alex Wiltschko, co-fondatore e CEO di Osmo sul blog dell’azienda -. Il nostro metodo funziona solo per prodotti su grandi volumi, non per drop limitati e di cui sono stati realizzati pochi campioni”.
La startup, infatti, ha bisogno di parecchi esemplari di un modello per addestrare l’intelligenza artificiale all’odore dell’articolo originale e differenziarlo da qualsiasi possibile imitazione.
Trasformare la passione per gli odori in un lavoro
“Migliorare la salute e la felicità dell’uomo digitalizzando il senso dell’olfatto”. E’ questo il mantra di Alex Wiltschko, co-fondatore e amministratore delegato di Osmo, startup californiana nata nel 2023, che sfrutta l’intelligenza artificiale per addestrate i computer a generare odori, esattamente come si generano immagini o suoni.
Fin da ragazzino Wiltschko è stato ossessionato dai profumi. Aveva undici anni quando durante un campo estivo in Texas sentì per la prima volta il profumo Davidoff Cool Water, e capì che quella fragranza, per quanto invisibile, rappresentava per i suoi coetanei uno status symbol, esattamente quanto una polo o dei jeans di Abercrombie. Da allora Wiltschko, inizia a fare lavoretti per arrotondare le sue entrare e comprare i profumi che desiderava, per studiarne i misteri dell’essenza.
Fu quella passione a spingerlo a studiare neurobiologia presso l’Università del Michigan e a conseguire un dottorato in neuroscienze olfattive all’Università di Harvard nel 2016. Nel 2017 diventa neuroscienziato olfattivo presso Google Research, dove trascorre cinque anni a capo di un team che studia e utilizza l’apprendimento automatico per mappare le molecole che trasportano gli odori.
Nel 2022 realizza insieme al suo gruppo di ricercatori una mappa degli odori principali (studio pubblicato sulla rivista scientifica Science), addestrando il proprio modello di intelligenza artificiale su un set di dati pari a circa 5mila molecole di aroma in varie categorie di odori come floreale, fruttato o mentolato. Lo studio scientifico in cui è raccontato l’esperimento evidenzia che l’AI riesce a fare un lavoro di identificazione e mappatura migliore di quello che riesce a fare una persona addestrata per catalogare gli odori.
Nel 2023 Wiltschko si licenzia e lancia Osmo, con l’ambizione di creare una tecnologia che consenta di registrare i profumi in una parte del mondo, mapparne la configurazione molecolare e riprodurli ovunque. Tecnologia che definisce ‘Scent Teleportation’.
“Ogni giorno raccogliamo sempre più dati. Abbiamo già accumulato la più grande banca dati di odori al mondo grazie all’intelligenza artificiale. Questi dati sono essenziali per addestrare i nostri algoritmi, per affinare il loro naso artificiale. Convertire tutti questi dati in formule utilizzabili richiede ancora una guida umana, ingranaggi di allenamento che speriamo possano presto diventare autonomi. Tant’è che tra poco apriremo una demo per un pubblico selezionato”.
Non solo, l’imprenditore ha inoltre intenzione di continuare a impegnarsi per realizzare il suo obiettivo a lungo termine, quello che lui definisce il ‘Sogno dei sogni’: utilizzare la sua tecnologia per aiutare a diagnosticare precocemente le malattie.
“Un giorno saremo in grado di rilevare le malattie con l’olfatto. Molti tipi di malattie creano sostanze volatili che vengono rilasciate dal corpo umano, molecole volatili che sono una firma di quella malattia. Gli animali possono annusarle. Se potessimo addestrare i nostri computer ad annusare e riconoscere quelle le stesse molecole, potremmo diagnosticare in anticipo molte malattie. Noi di Osmo siamo sulla buona strada per sviluppare questa tecnologia. Non accadrà a brevissimo, ma siamo sulla buona strada”.
Tra le tante iniziative, Osmo sta lavorando ad un repellente di ultima generazione contro le zanzare che potrebbe fare la differenza nella lotta contro la malaria. Ogni anno in tutto il mondo ci sono circa 250 milioni di casi di malaria trasmessa dalle zanzare, con oltre 600mila morti annue per la malattia. Intervenire sulle popolazioni di zanzare e sui metodi per prevenire il loro morso è essenziale per ridurre i contagi e di conseguenza i decessi.
Per questo la Fondazione Bill & Melinda Gates, che finanzia da anni progetti per contrastare la diffusione della malaria ha investito per ora circa 8,5 milioni di dollari in Osmo.
Osmo, la startup che digitalizza gli odori con l’IA
Lanciata a gennaio 2023 Osmo ha già ricevuto un finanziamento in un round di seria A da 60 milioni di dollari guidato da Lux Capital e Google Ventures, la startup d’intelligenza artificiale unisce apprendimento automatico, scienza dei dati, psicofisica, neuroscienze olfattive, ingegneria elettrica e chimica in un approccio multidisciplinare alla digitalizzazione degli odori. Il lavoro di Osmo si basa sulla ricerca dell’olfatto delle macchine, che il suo team guidato dal neuroscienziato Alex Wiltschko, ha convalidato presso Google Research, con uno studio iniziato nel 2019 e che ora continua nei laboratori dell’azienda.
La startup oggi lavora nel mercato degli aromi e delle fragranze con l’obiettivo di creare una nuova generazione di molecole aromatiche più sicure e rispettose dell’ambiente. Nel lungo periodo, Osmo prevede di entrare in settori come la salute pubblica e l’agricoltura su soluzioni che aiutino gli esseri umani a diagnosticare in anticipo le malattie, tracciare le pandemie più velocemente, coltivare cibo più sano e rispettoso dell’ambiente.
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