Grande soddisfazione degli Avvocati Armando Veneto e Annamaria Tripepi, legali del Dr. Antonio Messina, che dopo lunghi otto anni di un percorso giudiziario hanno potuto registrare l’esito da sempre auspicato e valutato, ossia l’assoluzione totale da ogni addebito del loro assistito.
Nella notte del 14 novembre, la Corte d’Appello di Reggio Calabria, decidendo sul rinvio della Suprema Corte di Cassazione, ha finalmente messo la parola fine con la sentenza di assoluzione perché il fatto contestato non sussiste.
Il lungo percorso giudiziario e l’accusa di corruzione
Il Dr. Antonio Messina era stato tratto a giudizio nel lontano dicembre 2016 con un’accusa infamante ed insussistente, in quanto gli veniva addebitato il reato di cui all’art. 319 del c.p., ovvero la corruzione per atti d’ufficio aggravata dall’art. 7 della legge 203/91 (agevolazione mafiosa). Dopo una derubricazione nell’ipotesi meno grave dell’art. 318 c.p., era stato condannato in primo grado alla pena di 3 anni e 4 mesi di reclusione.
La Corte d’Appello, in secondo grado, aveva rideterminato la pena a 2 anni di reclusione, escludendo l’aggravante mafiosa di cui al suddetto art. 7. Tuttavia, è stata la Suprema Corte di Cassazione ad annullare la sentenza di condanna con rinvio, ordinando un nuovo esame completo della regiudicanda con pieni poteri di cognizione.
Le motivazioni della Suprema Corte
“Il ragionamento probatorio della Corte Distrettuale di Reggio Calabria si presentava viziato e inidoneo a sostenere un giudizio di colpevolezza di cui all’art. 318 del c.p.”, ha evidenziato la Suprema Corte.
Gli Avvocati Veneto e Tripepi hanno sostenuto che era stata trascurata la circostanza che un Sindaco, per la sua funzione, è tenuto ad avere contatti diffusi relativi a vicende amministrative del territorio. Questo non può essere considerato un accordo illecito solo perché mostrava confidenza con soggetti interessati alla riapertura del Centro Commerciale La Perla dello Stretto.
Un’assoluzione che ristabilisce la giustizia
Il giudizio di rinvio ha finalmente reso giustizia al Dr. Messina, riconoscendo che non vi era alcuna condotta volta a favorire organizzazioni criminali. L’unico interesse del Dr. Messina era la tutela dell’ente per evitare gravi contenziosi che avrebbero potuto causare richieste di risarcimento danni.
Corre l’obbligo di evidenziare che la lealtà, l’onestà morale e intellettuale del Dr. Messina lo hanno portato a difendersi nel processo e non dal processo. Ancor prima del rinvio a giudizio, aveva ritenuto opportuno dimettersi da Sindaco, carica che aveva conseguito con un suffragio plebiscitario.
Nonostante otto anni di angosce, gogna mediatica e difficoltà personali, il dott. Messina ha affrontato tutto con grande dignità e la consapevolezza che la sua innocenza sarebbe emersa. Così è stato, per come sin dall’inizio previsto dal Collegio difensivo, che ha profuso ogni impegno nella consapevolezza della totale innocenza del loro assistito.
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