A Firenze, giovedì 17 novembre, il Gruppo Axa ha organizzato una tavola rotonda sul gender gap, coinvolgendo istituzioni, aziende e sport
Gender gap, diritti ed empowerment femminile. Temi attuali e urgenti, di cui ancora non si parla a sufficienza. Da qui l’idea del Gruppo Axa di organizzare una tavola di confronto con importanti esponenti provenienti dal mondo della pubblica amministrazione, impresa, sport, associazionismo e legalità.
L’evento si è tenuto nell’autorevole cornice dell’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche di Firenze, situato nel cuore del parco delle Cascine. Dopo i saluti di benvenuto degli agenti Giovanni Taddei, ideatore della giornata, Massimiliano Barucci, Nicola Novelli, e quelli da padrone di casa di Giovanni Francesco Adamo, direttore dell’Istituto, ad aprire il dibattito è stato il Governatore della Toscana, Eugenio Giani:
«L’impegno della nostra amministrazione è da sempre quello di pensare a un quadro complessivo in grado di valorizzare le capacità delle donne. La Toscana delle Donne, oltre che una bellissima manifestazione, è il testo di una legge che abbiamo trasmesso ad associazioni e istituzioni. Del resto, la questione femminile nella nostra Regione trova motivazioni culturali radicate fin dagli antichi Etruschi».
Proprio la Toscana delle Donne è stato il primo spunto che la giornalista Maria Cristina Origlia, moderatrice della tavola rotonda, ha voluto cogliere e girare all’ideatrice del festival, la capo di Gabinetto di Regione Toscana Cristina Manetti:
«La nostra iniziativa, giunta quest’anno alla terza edizione è diventata un progetto: la donna sta facendo un cammino di emancipazione importante e una Regione come la Toscana può mettere in campo tante politiche. I temi sulla parità di genere sono tanti, in quanto riguarda lavoro, sport, sanità, maternità, con l’obiettivo di combattere stereotipi culturali radicati, che condizionano scelte e decisioni di ogni giorno».
La cultura è fondamentale, anche nelle aziende. Come ha raccontato Barbara Papi, HR manager di Starhotels: «Il nostro è un contesto in cui le donne hanno spazio e possibilità. Questi valori però devono partire ed essere trasmessi dall’alto, motivo per il quale abbiamo fatto un grande lavoro di formazione proprio sui nostri leader aziendali. Con l’obiettivo di trasmettere, a tutti i livelli, una comunicazione gentile, una visione più ampia, diversità e inclusione a 360 gradi».
Da qui allora la domanda: quanto è radicata la sostenibilità sociale nelle aziende? La risposta è arrivata da Micaela Le Divelec Lemmi, Founder di Ethicarei: «Non abbastanza, almeno non quanto vorremmo. Molto dipende dalla leadership, dall’etica radicata e trasmessa dalle persone che stanno al comando. In Ethicarei lavoriamo per far sentire il bisogno di infondere sostenibilità sociale nelle aziende, specie in quelle che hanno sposato gli obiettivi dell’agenda 2030».
Il gender gap è una questione che non riguarda solo aziende e istituzioni, ma anche l’ambito sportivo. Così assume grande valore l’esempio della FIGC, che dal primo luglio 2022 ha permesso al calcio femminile di passare al professionismo.
«Una conquista di civiltà – ha spiegato il presidente della Serie A femminile, Federica Cappelletti – lo ammetto, è stato un salto nel vuoto, visto che una sostenibilità ancora non c’è. Come divisione femminile stiamo traghettando il cambiamento: in generale si fa ancora fatica a credere in questo progetto, ma piano piano stiamo arrivando a un cambio di mentalità.
Voglio però sottolineare la questione maternità, con il progetto pilota partito con il Milan: se la calciatrice rimane incinta a un mese dalla scadenza il contratto viene rinnovato per un altro anno. Garanzia di serenità alla calciatrice, che può vivere la sua nuova vita da mamma senza essere costretta a rinunciare al lavoro».
Il gender gap trova riscontri, può sembrare strano, anche nella salute mentale, come ha spiegato bene Valeria Angeli del Progetto Itaca Firenze: «Il gender gap riguardo la salute mentale può dire molto. Statisticamente è considerato “femmina”. Sono infatti doppi rispetto agli uomini i casi di depressioni e tripli quelli relativi ai disturbi alimentari.
L’uomo però è molto più incline a sviluppare dipendenze da droghe e alcool o a manifestare atteggiamenti aggressivi. L’uomo fa fatica a riconoscere il suo disagio, mentre per la donna il problema è riuscire a sentirsi attiva in una società che però non le riconosce sufficienti capacità».
La chiusura della tavola rotonda non poteva che spettare a Chiara Soldani, Ceo di Axa Italia: «È stato un dibattito ricco di stimoli e spunti. L’empowerment al femminile fa parte di una sfida più ampia, perché il vero obiettivo deve essere quello di vivere in una società inclusiva e democratica. Come assicurazione abbiamo un ruolo cruciale, svolgiamo una fondamentale attività di protezione.
E lo facciamo ogni giorno lavorando su molte leve: da un corretto equilibrio tra vita privata e professionale, attraverso lo smart working o strumenti di welfare con sostegni per le rette degli asili nido; garantendo parità di genere nel top management, senza dimenticare l’aspetto delle competenze e l’imprenditoria, dove abbiamo istituito un gruppo che investe nelle start up al femminile».
L’evento ha sottolineato l’importanza di una società inclusiva e democratica, evidenziando il ruolo cruciale di istituzioni, imprese e sport nel promuovere parità, leadership etica ed empowerment femminile. Il dibattito ha offerto spunti su maternità, lavoro, salute mentale e stereotipi, mostrando che il cammino verso l’uguaglianza richiede impegno condiviso e visioni innovative.
Foto ©Alessandro Zani
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