ICEE, ormai abbiamo familiarizzato tutti con questa sigla che sta a significare l’indicatore economico con cui si andrà a censire il livello di benessere di ogni sammarinese al fine di contribuire o ricevere provvidenze dallo Stato proporzionalmente alle possibilità di ciascuno. Ma visto che stiamo entrando in Europa e dovremo omologare i nostri linguaggi burocratici e amministrativi, perché non chiamarlo fin da ora “ISEE” come avviene in Italia? Potremmo risparmiarci ulteriori problemi più avanti.
La provocazione, peraltro piuttosto sensata, è venuta dal segretario generale UNAS Pio Ugolini durante il dibattito pubblico organizzato dalla CSDL con il titolo; “Obiettivo equità: l’ICEE. Riuscirà a sostenere le famiglie meno abbienti?” Protagonisti, oltre ad Ugolini: il Segretario di Stato per gli Affari Interni Andrea Belluzzi, la Responsabile dei rapporti internazionale di Domani Motus Liberi Elisa Zafferani e il Segretario CSDL Enzo Merlini.
Il quale, in premessa, ha illustrato una serie molto completa e ben fatta delle provvidenze provenienti dal Bilancio pubblico, dal Fondo pensioni e dalla Cassa compensazione guadagni. Un sistema complesso, finalmente molto chiaro in tutti i suoi fattori, costi, lacune e variabili, con schede sulle diverse tipologie di pensioni, assegni familiari, assegno integrativo, diritto allo studio, edilizia sovvenzionata.
Sulla base di questi dati è emerso, ad esempio che gli assegnai familiari vengono erogati senza alcuna distinzione di reddito o di patrimonio familiare, pertanto c’è una bella differenza ricevere lo stesso assegno tra chi percepisce uno stipendio annuo di 50 – 60mila euro, e chi invece ne prende 20 – 25. Lo steso concetto è stato esteso per i libri e i trasporti scolastici, assolutamente gratuiti per tutti i ragazzi nell’arco delle scuole dell’obbligo. Altro appunto è stato fatto dal sindacato al prelievo di fondi da parte dello Stato alla Cassa Compensazione, a cui contribuiscono solo le imprese. Fondi che non sono stati restituiti.
Un altro problema rilevante è la difficoltà a far emergere la reale ricchezza dei sammarinesi, soprattutto riguardo ai beni detenuti attraverso trust (siano essi interni o esteri), a possedimenti presi a noleggio o in leasing, alle società immobiliari, a strumenti finanziari di ogni tipo: dalle le criptovalute alle cassette di sicurezza. Ma se, ad esempio, i risparmi detenuti fuori confine possono essere rilevati grazie allo scambio di informazioni, nulla si può sapere di quelli conservati in territorio. Altro problema è il coefficiente che viene assegnato al patrimonio immobiliare dei singoli o delle famiglie: un appartamento a Domagnano, ad esempio, ha lo stesso valore di uno a Roma, a Milano, o a Parigi? E poi, non bisogna sottovalutare le problematiche derivanti dalla privacy.
“L’ICEE può essere uno strumento funzionale o disfunzionale” ha precisato Elisa Zafferani ricordando che la legge sul reddito minimo familiare è stata lettera morta e che, in tempi di inflazione e di emergenza casa, la lentezza con cui prosegue l’iter di approvazione del decreto, è una grave colpevolezza.
“L’ICEE potrebbe fare la differenza in molte famiglie – ha proseguito – visto che non esiste una politica dei redditi e che la crisi di questi ultimi anni ha eroso molti risparmi. I fondi pubblici sono limitati, bisogna lavorare sullo sviluppo economico dello Stato”.
Più positivista il Segretario Belluzzi che ha parlato dell’ICEE come di una piattaforma nata nel 2019 e che pian piano sta diventando operativa, pur con limiti e diverse problematiche. “È uno strumento per iniziare politiche sociali migliorative, visto che i fondi dello Stato non sono illimitati. L’ICEE da solo non cambierà nulla, fisserà solo degli scaglioni più leggibili e precisi. Poi ci vorranno altri strumenti normativi per assegnare i benefici.”
Pio Ugolini ha interpretato i disagi che spesso vivono le categorie artigianali: “Non è scontato – ha puntualizzato – che la titolarità di un’impresa voglia dire benessere”. Merlini, dal canto suo ha replicato: “Qui c’è il rischio di andare nel merito dei singoli temi e di non trovare nessun accordo. Così non ne usciamo. L’obiettivo del governo dovrebbe essere: non spendere di meno, ma a soldi invariati, migliorare la distribuzione dei benefici.”
Infine, sullo stato dell’arte del percorso del decreto, è stato specificato dai relatori che il confronto tra le parti è già stato avviato e si lavora sul funzionamento dell’applicativo con l’obiettivo di cercare di superare limiti e difetti. Con un prezioso suggerimento da parte di Merlini: “Sarebbe meglio prendersi un po’ di tempo per preparare un testo che sia accettabile e poi tenere aperto un periodo di valutazione.”
Angela Venturini
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