Poveri in aumento. Stamattina all’Università di Salerno la Caritas comunicherà la situazione in Campania intanto, però, a Caserta non è necessario attendere lo studio, chi si occupa quotidianamente di fragilità e povertà lo sa. «Purtroppo – dice don Antimo Vigliotta, direttore della Caritas diocesana – ogni anno il numero di chi è in difficoltà, chi diventa indigente, chi si trova a dover scegliere se mettere il piatto a tavola o curarsi, cresce». Aumentano i poveri dicevamo e a rivolgersi ai centri di ascolto Caritas della Diocesi di Caserta sono soprattutto donne. Ad oggi più di 9mila le persone che hanno chiesto aiuto e di queste le donne italiane sono state oltre il 60% e più del 70% quelle straniere. La metà delle richieste viene dal capoluogo, l’altra metà dai nove comuni della Diocesi che compre oltre 200mila abitanti che fanno capo a 67 parrocchie, con 47 centri di ascolto e il lavoro di alcune centinaia di volontari.
«Abbiamo voluto celebrare la Giornata mondiale della povertà – continua don Antimo – in tutte le comunità con l’iniziativa degli open day per far conoscere, alle persone che ci hanno fatto visita, cosa facciamo e di cosa le persone in difficoltà hanno bisogno. Abbiamo voluto far toccare con mano i bisogni ma anche le possibilità di aiuto». La fascia d’età che maggiormente si trova in difficoltà è quella compresa fra i 55 e i 64 anni e con il crescere dell’età aumentano problemi e disagi.
«La maggiore vulnerabilità – aggiunge don Antimo – sono le famiglie con figli minori, quelle con patologie mediche e debiti accumulati, quelle con contratti di lavoro irregolari o senza lavoro. Sono in aumento i poveri che lavorano, i working poor, schiacciati da inflazione e costi dell’energia. E crescono i “poveri urbani soli”, pensionati senza figli o con figli lontani che al deficit di beni materiali devono aggiungere l’erosione dei beni relazionali provocata dalla solitudine».
Sono di gran lunga le povertà materiali e le difficoltà economiche che spingono a chiedere aiuto. «Tra i servizi offerti dalla Caritas – ha concluso don Antimo – ci sono soprattutto i beni e i servizi materiali, dagli alimenti al sostegno per gli affitti e per le utenze. Ma aiutiamo anche con le visite mediche e l’acquisto di farmaci. Il lavoro rimane la questione più calda e crescono i pensionati “poveri”, aumentano le donne che vivono a casa senza lavorare. Molte persone per mancanza o scarsità di fondi personali scelgono di non curarsi». Da un lato cresce la povertà, dall’altro la solidarietà. «La colletta alimentare in città è andata bene – spiega don Gianmichele Marotta, parroco della chiesa di Sant’Antonio che è per la Caritas diocesana il collettore del Banco alimentare a Caserta -, c’è stata una grande generosità e partecipazione. Le persone hanno dimostrato sensibilità e responsabilità di fronte al dramma della povertà. Abbiamo avuto anche tanti volontari che sono stati per l’intera giornata nei supermercati cittadini che si sono resi disponibili ad accoglierci».
Stamattina, alle 10, negli spazi della parrocchia Nostra Signora di Lourdes, di cui è parroco don Antonello Giannotti, sarà inaugurata la parruccheria solidale. Qui è partito anche il progetto “Adotta una famiglia” finalizzato alla raccolta di donazioni da destinare a famiglie in particolari situazioni di indigenza. Giovedì ci sarà l’inaugurazione del servizio di colazione mattutina per i senza fissa dimora nella sede Caritas diocesana in Via San Carlino 3. Per i senza fissa dimora e per i poveri in città ci sono le mense della Caritas, di Nostra Signora di Lourdes, dell’Opera Sant’Anna, di Casa L’Aura e dell’Angelo degli ultimi. Una rete di protezione per quanti non hanno paracadute sociale, per quanti versano in condizioni disperate ma non di solo cibo si ha bisogno, l’appello di don Antimo è: «donare tempo, professionalità, competenze è il modo più vero per tendere la mano a chi ha bisogno».
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