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Quando ci si rivolge ad un Caf o ad un Patronato per la dichiarazione dei redditi, l’ISEE o il disbrigo di altre pratiche, possono essere commessi errori che portano a sanzioni a nome del cliente. Come fare causa al Caf ed essere risarciti? Scopriamolo

Quando e come fare causa al Caf o al patronato? (leggi su Telegram tutte le news sul lavoro domestico. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito). Quando ci si rivolge ad un Caf o ad un Patronato per la dichiarazione dei redditi, l’ISEE o il disbrigo di altre pratiche, possono essere commessi errori che portano a sanzioni a nome del cliente. Come fare causa al Caf ed essere risarciti? Scopriamolo.

Indice

Come fare causa al Caf: quali errori possono essere commessi?

Il Caf o il patronato sono dei servizi utili per il contribuente, poiché lo assistono nella preparazione del 730 oppure nella compilazione dell’ISEE.

Cosa accade se il Caf non consegna la dichiarazione dei redditi in tempo o la consegna con degli errori? Chi paga?

Il contribuente è tenuto a pagare la maggiore dell’imposta contestata (il 70%), mentre il 30% verrà pagato dal Caf.

Un altro passo importante è presentare una dichiarazione rettificata. Se l’errore non è stato già contestato dall’Agenzia delle Entrate, il Caf o il patronato possono ancora effettuare delle azioni:

  • inviare una dichiarazione rettificativa;
  • inviare una comunicazione con i dati rettificati.

Se invece la contestazione da parte del Fisco è già stata emanata, il Caf potrà richiedere il ravvedimento operoso, che consiste nel pagamento delle imposte con sanzioni di molto inferiori. In questo modo si evita anche un eventuale pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Il contribuente può anche decidere di sanare la propria situazione ricorrendo al modello Redditi. In questo caso la posizione sarà sanata anche nei confronti del Caf.

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Come fare causa al Caf: quali sanzioni possono essere comminate?

Se il Caf sbaglia, paga una parte di sanzioni (il 30%) ma le maggiori imposte e il 70% delle sanzioni sono pagate dal contribuente.

In base alle nuove disposizioni entrate in vigore il 30 marzo scorso, in caso di visto di conformità infedele su un 730, il Caf è tenuto al versamento di questa sanzione.

Dopo di che l’intermediario può presentare subito una dichiarazione a rettifica o comunicare all’Agenzia delle Entrate gli errori scoperti.

Sempre secondo la circolare del 30 marzo scorso, chi ha un credito d’imposta pari o superiore ai 5 mila euro non potrà optare per la dichiarazione precompilata, ma dovrà rivolgersi necessariamente ad un intermediario, che sia consulente fiscale, patronato o Caf.

Quest’obbligo è valido anche se non si vuole richiedere il rimborso, ma si vuole portare la somma in compensazione.

Al di sotto di questa cifra di credito d’imposta, invece, si potrà sempre fare la precompilata.

Se si verifica l’omessa dichiarazione dei redditi da parte del Caf, la responsabilità ricade su quest’ultimo se il contribuente dimostra all’Agenzia delle Entrate che ha presentato tutta la documentazione fiscale.

Se ci sono errori nella compilazione del 730, il Caf risponde degli errori dei dati in proprio possesso, ma non delle dichiarazioni e autocertificazioni eventualmente false o inattese fatte dal contribuente.

Ecco perché il nostro ordinamento richiede al Caf di emettere un visto di conformità con cui attesta l’avvenuto controllo della corrispondenza dei dati.

Continuiamo e scopriamo come fare causa al Caf.

Scopri la pagina dedicata al fisco e alle tasse.

Come fare causa al Caf
Come fare causa al Caf

Come fare causa al Caf o al patronato e ottenere un risarcimento?

Naspi mai ricevuta perché il Caf ha sbagliato a trascrivere l’IBAN, assegno di maternità mai percepito perché il patronato non ha trasmesso l’ISEE. Questi errori fatti dagli intermediari pesano tantissimo sui contribuenti e, purtroppo, si verificano spesso.

Ecco che ci si chiede: come fare causa al Caf o al patronato? E, soprattutto, è possibile ottenere un risarcimento?

La risposta in breve è sì: si può fare causa e si può chiedere il risarcimento. Ma ci sono alcune discriminanti.

Il patronato o il Caf, secondo il nostro ordinamento, devono lavorare con diligenza professionale, nel loro lavoro e nell’adempimento del mandato.

Quando il patronato non opera con diligenza professionale, il contribuente può fargli causa e richiedere il risarcimento. Anche nel caso in cui il mandato sia gratuito.

Ma su chi cade l’onere della prova? Sul Caf. Quest’ultimo deve dimostrare che la responsabilità non è sua ma è esterna e che niente avrebbe potuto fare per evitare l’errore, anche se ha lavorato con diligenza professionale.

Come fare causa al Caf? Il contribuente dovrà solo dimostrare il danno subìto dall’errore commesso dal Caf.

Quest’ultimo per difendersi, dovrà:

  • dimostrare di aver lavorato con diligenza;
  • dimostrare di non aver potuto evitare l’errore.

Come fare causa al Caf: passaggi. Innanzitutto il contribuente deve rivolgersi al responsabile dell’ente e provare a trovare un accordo extra giudiziale.

Se il Caf non risponde a questa richiesta, si potrà fare causa ad esso tramite causa civile se il danno supera i 5.000 euro, altrimenti ci si potrà rivolgere al Giudice di Pace.

Attenzione: anche quando sussistono tutti gli elementi utili per richiedere un risarcimento, badate anche alle spese legali che dovreste sostenere; a meno che non vi avvaliate del gratuito patrocinio.

Ecco perché la soluzione migliore, molto spesso, è quella di trovare un accordo con il Caf o il Patronato, senza dare il via ad una causa civile.

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