Rincari di un terzo per gli immobili in locazione secondo il portale SoloAffitti. Dal monitoraggio del dipartimento Turismo del Comune emerge che a settembre le strutture ricettive extralberghiere sono arrivate a 31.469
L’effetto Giubileo – la proliferazione di bed and breakfast, alloggi turistici e case vacanze per accogliere i 35 milioni di pellegrini in arrivo nella Capitale – sta provocando effetti dirompenti sul mercato degli affitti, dopato dalla bolla turistica. Le conseguenze sono molteplici, dalla desertificazione di interi quartieri abbandonati dai residenti all’impossibilità per chi cerca casa di trovarla a un prezzo ragionevole (l’inflazione e gli stipendi non aggiornati al carovita remano a sfavore). Ieri un gruppo di attivisti (Nonna Roma, Circolo Arci Sparwasser, Csa Brancaleone, Spintime) ha fatto irruzione nella sede di Booking per protestare contro «il caro affitti e l’overtourism».
Le zone più care
Secondo il portale SoloAffitti quest’anno i canoni di locazione sono aumentati di un terzo. Le zone più care sono il Centro, Prati, Parioli, Monteverde e Trieste, dove per un bilocale si arriva a 1.400 euro mensili, fino a duemila per un trilocale: «Molti dei proprietari che prima affittavano per periodi medio-lunghi adesso stanno puntando sul breve termine – spiega Silvia Spronelli, fondatrice di SoloAffitti -. Così i canoni fino a maggio sono aumentati del 20 per cento e ora sono cresciuti fino al 35 per cento».
Introvabili gli affitti a medio e lungo termine
L’exploit degli affitti brevi si evince anche dal monitoraggio del dipartimento Turismo del Campidoglio: a settembre le strutture extralberghiere e gli alloggi a uso turistico sono arrivate a 31.469 (su 32.635 attività ricettive) mentre un anno fa erano 18.844 (su 20.094). Soltanto negli ultimi due mesi si è registrata una crescita di 1.415 unità. Il 50 per cento si concentra nel I Municipio, mentre tra i territori più inflazionati spiccano il XII (3.854), il VII (3.278) e il II (2.162). Accanto alle aree centrali e semicentrali il trend galoppa anche in ambiti come San Lorenzo, Pigneto, Centocelle, Ostiense, Aurelio a riprova di quanto il fenomeno sia pervasivo. Il risultato è la netta sproporzione tra gli affitti brevi (per non dire brevissimi con una media di tre giorni) e quelli a medio-lungo termine che ormai sono diventati introvabili o insostenibili per famiglie, single e studenti.
Il 12-15 per cento degli acquisti per trasformare le case in b&B
Raffrontando le offerte pubblicate su Airbnb e Immobiliare.it il divario è palese: in Centro gli annunci di case vacanze sono 8.300 contro i 1.373 di case in affitto a medio-lungo termine; a Roma nord (ponte Milvio, corso Francia e zona limitrofe) sono disponibili duemila alloggi per brevi periodi mentre le case sul mercato per contratti più lunghi sono 500; a Roma sud (Eur, Laurentina, Magliana) le case vacanze sono mille, le locazioni non a uso turistico 664. Da un recente studio di «Fiaip Monitora Roma», l’osservatorio della Federazione italiana degli agenti immobiliari professionali, emerge inoltre che nel primo semestre di quest’anno le compravendite di immobili sono diminuite del 3,4 per cento. E però, il 12-15 per cento delle transazioni ha avuto come finalità il cambio di destinazione a uso turistico.
I possibili paletti
Nel frattempo, dopo il blitz di «Attivisti anonimi», novelli Robin Hood paladini della lotta all’iperturismo che hanno sabotato i lucchetti lasciati fuori dagli appartamenti con le chiavi per accedere ai b&b, il Comune studia soluzioni per arginare il fenomeno. L’assessore al Turismo, Alessandro Onorato, si è appellato più volte al governo per il blocco delle nuove aperture nel sito Unesco per due-tre anni. Alcuni paletti potrebbero essere introdotti nelle nuove norme tecnico-attuative del Piano regolatore, ma il rischio è che qualsiasi misura si deciderà di adottare possa risultare tardiva di fronte alle dimensioni di un settore che ormai nella Capitale rappresenta il 96,4 per cento dell’intera offerta ricettiva.
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