Utilizza la funzionalità di ricerca interna #finsubito.

Agevolazioni - Finanziamenti - Ricerca immobili

Puoi trovare una risposta alle tue domande.

 

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito
#finsubito news video
#finsubitoagevolazioni
Agevolazioni
Post dalla rete
Vendita Immobili
Zes agevolazioni
   


In questo approfondimento faremo chiarezza sul pignoramento del TFR: quali sono i limiti e la procedura da seguire (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Pignoramento del TFR: è possibile?

Anticipiamo subito un concetto importantissimo: il TFR può essere pignorato.

Il Trattamento di Fine Rapporto, che altro non è che la liquidazione che spetta al lavoratore dipendente al momento dell’interruzione di un’attività lavorativa, a seguito di dimissioni, licenziamento o pensionamento.

Il lavoratore può decidere di ricevere l’intero TFR al termine del rapporto di lavoro oppure che questo venga versato in un fondo previdenziale. In alcuni casi può anche chiedere che gli venga anticipato durante lo svolgimento dell’attività lavorativa.

Per le aziende con più di 50 dipendenti, come disposto dal decreto legislativo numero 252 del 2005, il TFR è obbligatoriamente devoluto al Fondo di Tesoreria dell’INPS.

Entra nella community, informati e fai le tue domande su Youtube e Instagram.

Pignoramento del TFR: ordinanza Corte di Cassazione

A stabilire che il TFR possa essere sottoposto a pignoramento è l’ordinanza numero 19708 della Corte di Cassazione, datata 2018.

Il TFR può essere pignorato, perché costituisce un credito certo, che può essere “attaccato” dal creditore e soddisfarne le sue pretese, in data futura: al momento della cessazione del lavoro, le somme accantonate e disponibili, potranno essere esigibili dal creditore.

La sentenza s’è contrapposta alla pronuncia dei giudici territoriali, che avevano giudicato inefficace e non assoggettabili a pignoramento le somme non ancora esigibili, come il TFR.

Successivamente, la creditrice aveva presentato ricorso avverso la sentenza, accolto dalla Corte di Cassazione, con la spiegazione che le quote accantonate del TFR corrispondano a un diritto “certo e liquido” e sono potenzialmente satisfattive. La cessazione del rapporto di lavoro determina la sola esigibilità delle somme, già esistenti.

Pignoramento del TFR: come avviene?

Come visto in apertura, il TFR può essere soggetto a pignoramento, come sentenziato dalla Corte di Cassazione nel 2018.

A disciplinare il TFR è l’articolo 2010 del codice civile, mentre i limiti del pignoramento sono descritti dall’articolo 545 del codice di procedura civile, a seconda che la liquidazione sia trattenuta dal datore di lavoro o già versata nel conto corrente del dipendente.

Il pignoramento del TFR è avviato tramite titolo esecutivo (articolo 474 del codice di procedura civile) attraverso cui viene accertata l’esistenza e la consistenza del credito. Un titolo esecutivo può essere una sentenza, oppure un decreto ingiuntivo esecutivo, oppure assegni, cambiali e le cartelle esattoriali dell’Agenzia delle Entrate.

In foto, lo screen del titolo esecutivo (articolo 474 del codice di procedura civile)

Una volta scaduti i termini per il pagamento volontario, se il debitore non dovesse saldare il debito, si aprirebbe il procedimento di riscossione coattiva del pignoramento presso terzi, con cui il creditore richiede a una terza persona (in questo caso il datore di lavoro) di trattenere le somme di denaro che avrebbe destinato al TFR del lavoratore debitore.

Pignoramento del TFR: quali sono i limiti?

Il pignoramento del TFR avviene nel rispetto di limiti indicati dall’articolo 545 del codice di procedura civile.

La norma indica che:

  • il TFR è pignorabile per crediti alimentari, nella misura autorizzata dal presidente del Tribunale;
  • il TFR è pignorabile nella misura di un quinto per i tributi dovuti allo Stato, alle Province e ai Comuni;
  • il TFR è pignorabile nella misura di un quinto per ogni altro credito.

In tutti questi casi, il datore di lavoro, una volta rilasciata la dichiarazione, atteso l’ordine di assegnazione delle somme da parte del Tribunale, potrà versare il TFR al creditore pignorante solo dopo la cessazione del rapporto di lavoro con il dipendente debitore.

Se non si rispettano i limiti di pignoramento del TFR, il debitore può richiedere l’inefficacia del provvedimento, rilevabile d’ufficio.

Pignoramento del TFR: è possibile subire pignoramenti simultanei?

Il comma 5 dell’articolo 547 del codice di procedura civile dispone anche la possibilità, per il debitore, di subire pignoramenti simultanei del TFR, ad esempio per crediti alimentari e per crediti tributari, a condizione che vengano limitati alla metà delle somme di denaro spettanti al lavoratore.

Pignoramento del TFR già versato: la procedura e i limiti

Ma se il TFR è stato già versato in un conto corrente bancario o in un libretto postale, cosa succede?

In questo caso, il creditore deve rivolgersi direttamente alla banca dove sono depositate le forme, e non più al datore di lavoro del debitore.

A cambiare sono anche i limiti di pignorabilità. Il decreto legge numero 83 del 2015 ha modificato l’articolo 545 del codice di procedura civile, stabilendo che “le somme dovute a titolo di stipendio, salario, altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego, comprese quelle dovute a causa di licenziamento, nonché a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione, o di assegni di quiescenza, nel caso di accredito su conto bancario o postale intestato al debitore, possono essere pignorate, per l’importo eccedente il triplo dell’assegno sociale, quando l’accredito ha luogo in data anteriore al pignoramento.

Quando l’accredito ha luogo alla data del pignoramento o successivamente, le predette somme possono essere pignorate nei limiti previsti dal terzo, quarto, quinto e settimo comma, nonché dalle speciali disposizioni di legge”.

Ricapitolando:

  • se il versamento del TFR in banca è precedente al pignoramento del trattamento di fine rapporto, questo è pignorabile per la somma eccedente i 19.627,53 euro, ovvero il triplo dell’Assegno sociale (nel 2023 è di 6.542,51 euro annui);
  • se invece il versamento in banca è successivo al pignoramento del trattamento di fine rapporto, questo è pignorabile nel limite del 20% o nella misura indicata dal Tribunale nel caso dei crediti di natura alimentare.

Pignoramento del TFR già versato: l’Agenzia delle Entrate

Il pignoramento del TFR può essere attivato anche dal Fisco (Agenzia delle Entrate), ma con alcune peculiarità. L’articolo 72-ter del DPR numero 602 del 1973 fissa differenti limiti di pignorabilità delle somme dovute a titolo di stipendio, di salario o di altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego, comprese quelle dovute a causa di licenziamento.

I limiti sono:

  • se inferiori a 2.500 euro, il pignoramento dello stipendio e del TFR è possibile nel limite del 10%;
  • se tra 2.500 e 5.000 euro, il pignoramento dello stipendio e del TFR è possibile nel limite di un settimo (14,28%);
  • se superiori a 5.000 euro, si applicano i limiti dell’art. 545 comma 4 cod. proc. civ. e quindi il pignoramento dello stipendio e del TFR è possibile nel limite del 20%.

Pignoramento del TFR con la cessione del quinto

Con la cessione del quinto ci riferiamo a quella forma di finanziamento, con la quale il datore di lavoro trattiene una somma pari al quinto dello stipendio del dipendente, versata direttamente alla banca o all’istituto di credito che ha erogato il finanziamento.

L’articolo 52, comma 2, del DPR numero 180 del 1950 consente di cedere anche il TFR, senza il limite del 20%, al termine del contratto di lavoro, ma questo è limitato se il lavoratore ha subito un pignoramento.

L’articolo numero 68 del DPR numero 180 del 5 gennaio 1950 stabilisce che quando preesiste un pignoramento il quinto dello stipendio può essere ceduto solamente per la differenza tra i due quinti dello stipendio netto, e la quota colpita da sequestri o pignoramenti.

Ai sensi del comma 2, si legge che “qualora i sequestri o i pignoramenti abbiano luogo dopo una cessione perfezionata e debitamente notificata, non si può sequestrare o pignorare se non la differenza fra la metà dello stipendio o salario valutati al netto di ritenute e la quota ceduta”.

Quindi, quando è in corso una cessione del quinto, il TFR è bloccato a titolo cautelativo e non è pignorabile, poiché funge da ulteriore garanzia per l’istituto di credito che ha erogato il finanziamento.

Pignoramento del TFR
Pignoramento del TFR: in foto alcune banconote incatenate con un lucchetto.

Faq sul pignoramento

Quali sono le alternative al pignoramento del conto corrente vuoto?

Se il conto corrente è vuoto e ci sono in difficoltà finanziarie, è consigliabile cercare assistenza da parte di un consulente finanziario o di un avvocato specializzato in diritto delle esecuzioni. Possono esaminare le opzioni e consigliare sulle alternative al pignoramento, come la negoziazione del debito o l’elaborazione di un piano di rimborso.

Cos’è il pignoramento immobiliare?

Il pignoramento immobiliare è una procedura legale che consente di ottenere il pagamento di un debito tramite la vendita forzata di un immobile di proprietà del debitore. Questa procedura viene avviata dal creditore quando il debitore non rispetta gli obblighi di pagamento e si configura come una misura di tutela per garantire il recupero del credito.

È possibile avere più pignoramenti sullo stesso stipendio?

Sì, la legge consente più pignoramenti sullo stesso stipendio, purché i debiti appartengano a categorie diverse. Tuttavia, il salario non può mai scendere al di sotto della metà, a seguito del pignoramento.

Quali beni possono essere pignorati?

Il pignoramento è una procedura legale mediante la quale i creditori possono ottenere il pagamento dei debiti da parte di un debitore, se questo non è in grado di onorare le proprie obbligazioni finanziarie. La normativa italiana prevede che si possano pignorare:

  • Immobili (case, appartamenti, terreni, ecc.).
  • Conti correnti e depositi bancari.
  • Stipendi e pensioni.
  • Autoveicoli e motoveicoli.
  • Barche e imbarcazioni.
  • Macchinari e attrezzature aziendali.
  • Titoli azionari e obbligazioni.
  • Quote societarie.
  • Diritti d’autore e marchi registrati.
  • Avviamento commerciale.
  • Gioielli e oggetti di valore.
  • Opere d’arte e collezioni preziose.
  • Polizze vita e assicurazioni con valore riscattabile.
  • Rendite e pensioni private.
  • Crediti e debiti verso terzi.

Ecco gli articoli preferiti dagli utenti su mutui, prestiti e risparmio personale:

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

 

Prestiti personali immediati

Mutui e prestiti aziendali

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La rete #dessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento,

come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana. Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Il presente sito contiene link ad altri siti Internet, che non sono sotto il controllo di #adessonews; la pubblicazione dei suddetti link sul presente sito non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di #adessonews dei relativi siti e dei loro contenuti; né implica alcuna forma di garanzia da parte di quest’ultima.

L’utente, quindi, riconosce che #adessonews non è responsabile, a titolo meramente esemplificativo, della veridicità, correttezza, completezza, del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e/o industriale, della legalità e/o di alcun altro aspetto dei suddetti siti Internet, né risponde della loro eventuale contrarietà all’ordine pubblico, al buon costume e/o comunque alla morale. #adessonews, pertanto, non si assume alcuna responsabilità per i link ad altri siti Internet e/o per i contenuti presenti sul sito e/o nei suddetti siti.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui