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Come tutelare la casa dai creditori con tutti gli strumenti consentiti dalla legge.

La casa è il bene più comune dopo l’automobile e il conto corrente. Tuttavia, è anche quello più prezioso e spesso, proprio per questo, è oggetto di pignoramento. Ma si può pignorare ciò che serve per vivere? Se diamo uno sguardo all’ordinamento in generale ci accorgiamo che esistono numerose norme che tutelano i beni di prima necessità come lo stipendio, la pensione e il conto corrente. Ed allora ci si chiederà: quando la casa non è pignorabile?

Si sente spesso parlare di divieto di pignoramento della prima casa, di fondo patrimoniale, di trust, di intestazione a figli e familiari per rendere la casa intoccabile ai creditori. Ma non tutti questi espedienti sono utili. Cerchiamo di fare il punto della situazione per scoprire come proteggere la casa e renderla impignorabile.

Quando la prima casa è impignorabile

La prima casa non può essere pignorata, ma ciò vale solo quando il creditore è l’Agente per la Riscossione esattoriale che, come noto, per le imposte statali è Agenzia delle Entrate Riscossione (a breve sostituita da Agenzia delle Entrate) e, per quelle locali, è costituita dall’Agente con cui la Regione, la Provincia o il Comune ha stretto apposita convenzione.

Tutti gli altri creditori possono pignorare la prima casa, indipendentemente dal fatto che questa serva per vivere o che all’interno vi siano anziani, bambini o portatori di handicap.

Per rendere la prima casa impignorabile all’esattore è necessario che essa:

  • sia l’unico immobile di proprietà del debitore che non deve pertanto avere neanche una quota in altri beni (si pensi al coerede che acquisisca la casa dei genitori insieme ai fratelli);
  • sia luogo di residenza del debitore;
  • sia adibita a civile abitazione (il divieto di pignoramento quindi non opera per terreni, magazzini, negozi, locali commerciali, ecc.);
  • non sia di lusso, ossia non deve essere accatastata nelle categorie A/1, A/8 e A/9.

Come rendere la casa impignorabile al Fisco?

Se il debitore è proprietario di più immobili o non ricorre anche uno solo dei presupposti indicati al precedente paragrafo, la casa può essergli pignorata dal Fisco – in presenza di cartelle esattoriali non pagate – solo a patto che:

  • il debito sia superiore a 120mila euro;
  • la somma del valore di tutti i suoi immobili sia superiore a 120mila euro;
  • sia stata iscritta, almeno sei mesi prima, un’ipoteca e, prima ancora dell’ipoteca, il debitore abbia ricevuto il preavviso di ipoteca.

Pertanto, per rendere la casa impignorabile al Fisco

è possibile ridurre l’esposizione debitoria. Portando il proprio debito al di sotto di 120.000 euro, senza necessariamente estinguerlo tutto, si evita il pignoramento della casa. Si pensi a chi abbia un debito per cartelle notificate e scadute pari a 150.000 euro: versando all’Esattore solo 31mila euro eviterà che la casa possa essergli messa all’asta.

Quando la casa non è pignorabile con il fondo patrimoniale

Spesso si sente dire che, mettendo la casa nel fondo patrimoniale, la si rende impignorabile. Purtroppo non è così automatico.

Innanzitutto, il fondo patrimoniale tutela solo dai debiti contratti per fini speculativi o voluttuari. È il caso di chi ha un debito sorto dall’esigenza di effettuare un investimento o dall’acquisto di beni non di necessità della famiglia (ad esempio un viaggio vacanza, un’auto di lusso, ecc.). Invece il fondo patrimoniale non tutela mai per tutti i debiti contratti per far fronte ai bisogni della famiglia come, ad esempio, le spese per la casa (tasse, condominio, ristrutturazioni), per l’assistenza medica, per mandare avanti il lavoro (sia che si tratti di attività imprenditoriale, professionale o comunque autonoma). La giurisprudenza ha esteso questo concetto anche a tutte le tasse collegate al reddito, trattandosi di debiti collegati a un bene essenziale: il denaro necessario alla sopravvivenza della famiglia. E così è pignorabile la casa immessa nel fondo da chi non ha versato l’Iva, l’Irpef, ecc.

In secondo luogo, il fondo patrimoniale può sempre essere revocato nei primi 5 anni da quando è stato trascritto nei pubblici registri immobiliari. Il creditore può cioè attaccarlo dimostrando che il debitore, all’esito del conferimento, è rimasto privo di beni utilmente pignorabili. Dopo 5 anni, il fondo si “stabilizza” e non può più essere contestato, salvo – come detto sopra – quando si tratti di debiti contratti per bisogni della famiglia.

Quando la casa non è pignorabile con il trust?

Anche il trust, al pari del fondo patrimoniale, è uno strumento per rendere impignorabile la casa, ma anch’esso può essere revocato entro 5 anni dalla sua costituzione se il creditore dimostra che il debitore è rimasto sostanzialmente privo di beni.

Come rendere impignorabile la casa intestandola a un familiare?

La donazione è da sempre utilizzata come strumento per sottrarre la casa ai creditori. In tal caso, bisogna recarsi dal notaio con due testimoni per modificare l’intestatario del bene. Ma attenzione: anche la donazione può essere revocata. Lo può facilmente essere nel primo anno dalla sua iscrizione nei registri immobiliari se, nello stesso termine, il creditore ha trascritto il

pignoramento: in tal caso, non c’è neanche bisogno di una previa causa, potendo il bene essere pignorato direttamente in capo al nuovo intestatario.

Se invece il creditore agisce successivamente al primo anno, ma non oltre il quinto, la donazione può essere revocata dimostrando che il debitore, all’esito della cessione del bene, è rimasto privo di altri beni o redditi pignorabili.

Quindi, per rendere impignorabile la donazione bisogna attendere 5 anni dalla sua trascrizione.

Attenzione però: se il creditore è il Fisco, oltre all’azione revocatoria (e conseguente pignoramento) si rischia anche un’incriminazione penale per il reato di «sottrazione fraudolenta al pagamento delle impotente». Questo reato scatta solo nel caso in cui il debito per Irpef e Iva sia superiore a 50mila euro.

Come rendere impignorabile la casa con il vincolo di destinazione?

Destinando l’immobile a realizzare un fine meritevole di tutela, come ad esempio i bisogni di un figlio disabile, lo si rende impignorabile. È il cosiddetto

vincolo di destinazione. Anche in questo caso, però, nei primi 5 anni i creditori possono svolgere l’azione revocatoria se il debitore è rimasto privo di altri beni con cui soddisfare il credito.

Come rendere la casa impignorabile con la separazione?

Spesso, al posto della donazione della casa al coniuge, si preferisce simulare con questo una separazione (senza necessariamente procedere al divorzio), intestando a questi l’immobile in cambio della rinuncia al mantenimento. In questo modo, con il trasferimento di proprietà del bene, si evita l’aggressione dei creditori. Ma anche in questo caso il creditore può dimostrare la simulazione (ad esempio, se i coniugi hanno mantenuto la stessa dimora) oppure agire con l’azione revocatoria entro 5 anni. Con l’esperimento dell’azione revocatoria è possibile pignorare la casa e metterla all’asta giudiziaria.

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