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«Basta con le lamentazioni, basta con l’idea che il Sud debba giocare all’attacco in virtù dell’idea che la migliore difesa è l’attacco perché c’è bisogno sempre di risorse aggiuntive. Poniamoci invece il problema di spendere le risorse che ci sono e di come le spendiamo, con una visione strategica e non in tanti piccoli investimenti, evitando la polverizzazione della spesa». Raffaele Fitto, ministro per il Pnrr, la Coesione, il Sud e gli Affari europei condivide «la visione strategica del Mezzogiorno» che emerge dal Libro Bianco di Ambrosetti presentato nel corso del forum di Sorrento. È la direzione, spiega, che il governo ha seguito sin dal suo insediamento «per dare una svolta alle politiche di coesione e per il Sud, trovando sostegno e condivisione dalla Commissione europea».

Dalla rimodulazione del Pnrr all’unificazione centralizzata delle governance dei principali programmi di spesa – evidenzia il ministro – «abbiamo indicato una strada all’Europa che pensiamo possa trovare piena attuazione anche in futuro». L’idea è che bisogna evitare duplicazioni di spesa e sprechi, predeterminare progetti e tempi di attuazione dei fondi assegnati alle Regioni, garantire una qualità della spesa che permetta al Sud e all’Italia di accrescere la sua competitività e di attrarre investimenti dall’estero. È la strada indicata dal Decreto Coesione perché, dice Fitto, «dobbiamo guardare a ciò che saremo o vorremo essere tra 10-15 anni, per dare un ruolo all’Italia e ritagliare un protagonismo vero per il Sud». Il Pnrr, dunque, ma anche la Zes unica diventano strumenti indispensabili. In particolare, la Zona economica estesa a tutto il Mezzogiorno, osserva Fitto, rafforzerà la centralità dell’area nelle politiche verso lAfrica di cui il Piano Mattei del governo è il punto di riferimento. «Ma Pnrr e Zes unica non sono un problema solo del governo. Sono un banco di prova anche in termini reputazionali per l’Italia e per la stessa Commissione Ue: siamo il Paese che ha raggiunto i maggiori obiettivi con il Pnrr, ricordarlo è utile a far capire il lavoro svolto finora», ha detto.

Le risorse Fsc

Naturalmente c’è spazio, a margine del suo intervento al Forum, per fare il punto sulle risorse del Fondo sviluppo e Coesione che animano da mesi lo scontro istituzionale con la Regione Campania. «Non ho mai avuto ostacoli da frapporre né condizionamenti, ho sempre avuto un approccio istituzionalmente corretto e quindi il nostro approccio continua a essere questo», ribadisce Fitto. La linea del ministro dopo la sentenza del Consiglio di Stato è quella racchiusa nel comunicato stampa di qualche giorno fa: «La sentenza è chiara. Per quanto mi riguarda lavorerò per individuare le soluzioni, laddove non dovessero essere individuate si motiveranno le ragioni per le quali non si sono trovate. Ma il mio auspicio è di giungere alla definizione di questa intesa».

Ovvero, se non si troverà un accordo, il governo potrà decidere di assegnare le risorse, circa 5 miliardi di euro, ad altri attori «ma si tratterà comunque di fondi che resteranno sul territorio campano», puntualizza Fitto. È il caso dei 1.200 milioni assegnati al Comune di Napoli per completare la bonifica di Bagnoli: «Sono risorse nazionali della Coesione e dunque andranno sottratte a quelle previste dal Cipess per la Campania. Vorrei ricordare che il governo ha fatto una scelta nell’indicare le Regioni come destinatarie di quelle risorse ed è in virtù di questa scelta che sono stati firmati gli Accordi di coesione con 17 Regioni su 21. Con la Sicilia siamo a buon punto, e lo stesso vale per la Puglia mentre la Sardegna sconta lo stop dovuto alle elezioni regionali ma ho subito notato ampia disponibilità da parte della governatrice Todde. In nessuno di questi tre casi siamo arrivati ad uno scontro o a polemiche». L’ok a Bagnoli, di sicuro, indica che sul piano istituzionale i rapporti tra il governo e il Comune di Napoli sono concreti oltre che dialoganti: «Dopo 30 anni si affronta una vicenda clamorosa e straordinaria di Napoli e del sud Italia; il presidente del Consiglio Meloni ha questa fra le priorità dell’azione del Governo. Con il sindaco Manfredi abbiamo una collaborazione istituzionale assolutamente positiva e rispettosa così come dicevo l’abbiamo avuta con tutti gli altri interlocutori». Ma perché i fondi per Bagnoli subito e gli altri no? Anche su questo punto Fitto è deciso: «Nel caso di Bagnoli siamo intervenuti con una legge e perché nel frattempo siamo arrivati alla definizione dei progetti».

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