L’effetto psicologico di una sanità ridotta in brandelli va esaurendosi. La Calabria non è più solo la narrazione di solitudine, sofferenza, lotta, dolore per la malattia e di fuga per inseguire cure e speranza di guarigione. Un mondo che, per troppo tempo, ha accumulato pazienti in coda per tutto e che, adesso, sembra poter cambiare. I primi segnali sono affiorati da lea che non sono più i peggiori d’Italia. Il monitoraggio di Agenas dentro il Programma nazionale esiti rivela scie di un sistema che va purificandosi dalle scorie di trent’anni di malagestione politica. Certo, i livelli essenziali di assistenza non ancora in zona positiva sono la conseguenza di ciò che è accaduto in passato quando la sanità era considerata l’albero della cuccagna. Nel 2009 l’indebitamento accertato dal tavolo massicci era di 2.166 milioni di euro. Al resto ha pensato il commissariamento gestito secondo schemi notarili. Una terapia d’urto a base di sforbiciate, ispirata da Roma per risanare bilanci insanabili, ma che ha spinto i conti del sistema salute in una palude.
La rinascita
Il governatore-commissario, Roberto Occhiuto, è ripartito da quel punto cieco per invertire il destino della sanità in Calabria. Nel Cosentino gli effetti sono evidenti. I profili delle due Aziende migliorano. L’Asp ha incassato il riconoscimento con l’Ortopedia di Paola che nell’intervento per la frattura del collo del femore ha superato il 75%. Il direttore sanitario, Martino Rizzo, è soddisfatto perché «a Paola con una buona Ortopedia, abbiamo anche buone Cardiologia e Chirurgia. Ma i passi in avanti si registrano un po’ in tutti i nostri ospedali. Basti pensare al nuovo primario di Chirurgia di Rossano, Sebastiano Vaccarisi, che continuerà ad occuparsi anche dei trapianti di rene all’Annunziata. Con la ripresa dell’attività chirurgica nell’ultimo mese abbiamo prodotto quello che facevamo in tre mesi. E stiamo, soprattutto, recuperando prestazioni di maggiore qualità. Ciò che hanno fatto il commissario Occhiuto e il direttore genrale Graziano è straordinario se ci fermiamo a osservare lo scenario ereditato».
Futuro Rizzo guarda ai lea e avverte «sono performance su scala regionale. Saranno ancora negativi perché il nuovo sistema di monitoraggio tiene insieme le aree della prevenzione, del territorio e dell’ospedale. Per essere a posto si devono avere dati positivi in tutti i campi. Per quanto ci riguarda, la ripresa è cominciata, ma serve del tempo. Per quanto ci riguarda, siamo sulla buona strada con gli ospedali, stiamo cercando di riempirli di personale che mancava per garantire assistenza secondo gli standard richiesti. Sul territorio ho molte perplessità di ripresa in tempi brevi. La situazione, purtroppo, è quella che è. Sulla prevenzione, invece, siamo a posto per quanto riguarda la tutela e la sicurezza alimentare con performance elevate. Il nostro tallone d’Achille restano gli screening. Stiamo facendo qualcosina in più del passato ma è poco visto che in passato non si è fatto nulla. Partivamo da zero per quanto riguarda l’attività di prevenzione alla cervice uterina e al colon. Il prossimo anno abbiamo intenzione di partire con un’attività di screening importante. Per quanto riguarda il tumore alla mammella abbiamo un 75% di mammografie. Va, però, considerato l’aspetto culturale: qui da noi è difficile convincere i cittadini a sottoporsi ai test. Su 30-40mila inviti che mandiamo rispondono al massimo in mille. Per questo sosteniamo le carovane della prevenzione che grazie ai sindaci riescono a registrare molte più adesioni. E si tratta anche di un buon esempio di interazione tra sanità pubblica e volontariato».
Emergenza urgenza
Resta uno dei nodi da risolvere. Per quanto riguarda i Pronto soccorso si dovrà partire necessariamente da quello dell’Annunziata con l’individuazione del primario che manca dopo le dimissioni di Scrivano e Urso e la rinuncia di Di Leo. Solo successivamente potranno essere rimodulati i reparti di emergenza-urgenza degli ospedali Spoke. Serve personale anche se, ad esempio, l’Azienda ospedaliera ha accorciato la coperta degli Oss nel Dea dell’Hub promuovendo due operatori socio sanitari ad autisti di ambulanza, rinunciando allo scorrimento della graduatoria dell’Asp. Graduatoria che resta ferma in attesa che in via Alimena si rinnovi la convenzione con le croci private (che è scaduta a settembre) a cui affidare il servizio del 118 in alcune Pet (soprattutto le tre istituite ma non ancora attivate). Del resto, i mezzi di sono (ambulanze e automediche) manca il personale. Restano in attesa dello scorrimento della graduatoria gli autisti.
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