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La proposta di Salvini sulla casa fa già discutere tra i distinguo di FI e la cautela dei meloniani, tutti molto attenti al consenso elettorale

La casa è sempre stato uno dei cavalli di battaglia del centrodestra e di Silvio Berlusconi in particolare. A parte i giovanissimi tutti ricordano quando nel 2006, in piena campagna elettorale durante un confronto televisivo con l’avversario Romano Prodi, il Cav annunciò con sguardo e dito puntato a favore di telecamera che avrebbe abolito l’Ici, l’allora imposta comunale sugli immobili.

Adesso, con le elezioni Europee alle porte, è la Lega con Matteo Salvini ad accelerare sul fronte casa. Il leader del Carroccio, in qualità di ministro delle Infrastrutture e, per questo, con la delega alla casa, sta preparando un pacchetto di norme che dovrebbe approdare quanto prima in Consiglio dei ministri, spiegando che si tratta di una serie di misure che mirano a regolarizzare le piccole difformità o le irregolarità strutturali. “Tramezzi con una collocazione diversa – annota il Sole24Ore, finestre che non compaiono nei titoli edilizi, piccole porzioni di immobili, ad esempio nicchie, non presenti nei documenti depositati presso i Comuni. La sanatoria allo studio del ministero delle Infrastrutture punta ad agire soprattutto su alcune situazioni-tipo e – come hanno chiarito fonti del Mit – riguarderà esclusivamente irregolarità all’interno delle abitazioni”.

PERCHE’ FRATELLI D’ITALIA (AL MOMENTO) STA GUARDARE

Norme e misure che hanno iniziato da subito a far discutere, finendo nel solito tritacarne delle polemiche tra accuse e smentite di condoni e sanatorie.

Sul piano politico Giorgia Meloni e gli esponenti di Fratelli d’Italia hanno messo il silenziatore sul tema, preferendo non inseguire i commenti sulla proposta leghista fino a quando non sarà formalizzata, col chiaro motivo di non dare ulteriore visibilità in ottica consenso per le elezioni di giugno. Le dichiarazioni dei meloniani sul dossier si contano col contagocce. Tra queste le parole del responsabile organizzazione del partito, Giovanni Donzelli, che prova a smontare le polemiche e la portata dello stesso provvedimento: Il piano casa, annunciato dalla Lega, andrà a sanare “piccolissime difformità”, con l’obiettivo di “semplificare la burocrazia, e non” si tratta di “grandi condoni” ha detto ospite di Bruno Vespa.

FORZA ITALIA RIVENDICA LA PRIMOGENITURA DELLA PROPOSTA SULLA CASA

Di contro Forza Italia è sensibile a non farsi scippare il tema dai principali competitor alle elezioni Europee. Così sia il segretario nazionale di Fi nonché vicepremier, Antonio Tajani, e il capogruppo al senato degli azzurri, Maurizio Gasparri, (anche su questo dossier) hanno manifestato i propri consueti distinguo.

«Non conosco assolutamente il testo e credo che nessuno l’abbia mai visto. Lo valuteremo quando sarà presentato» ha sottolineato Tajani, spiegando che è «già incardinata al Senato una proposta di Forza Italia sulla rigenerazione urbana che già prevede le cose di cui ha parlato Salvini». Il ministro ha aggiunto che «non si può fare un condono ma si possono sanare alcune cose che non provocano alterazioni sostanziali agli edifici». Tajani ha poi puntualizzato in un’altra occasione «La prima proposta è quella nostra: se Salvini va verso il nostro testo si possono unificare le due proposte. La nostra ha già un relatore, è già incardinata. Possiamo lavorare insieme».

LA PROPOSTA DI FI GIA’ INCARDINATA IN SENATO

«Noi – ha spiegato Gasparri ai microfoni di Radio Radicale – non abbiamo letto la proposta della Lega, ma quando si parla di casa siamo attenti e pronti all’ascolto. Salvini è il ministro delle Infrastrutture, quindi anche della casa, e ciò che proporrà nell’ambito del governo e della maggioranza merita il massimo rispetto. Siamo curiosi di conoscere le proposte e certamente saranno apprezzabili e condivisibili. Nel frattempo – ha evidenziato Gasparri – va avanti da mesi la proposta di legge che ho presentato sulla rigenerazione urbana”. Il disegno di legge di Forza Italia vede come primo firmatario appunto Gasparri, il senatore Rosso di FI è il relatore e il presidente della commissione Ambiente, dove è stato assegnato il provvedimento, è Fazzone sempre di FI.

COSA PREVEDE LA PROPOSTA DI LEGGE DI FORZA ITALIA

Il ddl di Forza Italia – spiegano gli stessi esponenti del partito – “consente abbattimenti e ricostruzioni di immobili, e dunque una valorizzazione del patrimonio immobiliare attraverso ristrutturazioni, agevolazioni, recupero di spazi abbandonati e fatiscenti nelle città senza consumo del suolo per utilizzarli per gli scopi che poi i comuni decidono nei piani regolatori”.

Nello specifico:

Art. 1
favorire il riuso, il rinnovamento o la sostituzione di aree già urbanizzate e di aree produttive con presenza di funzioni eterogenee o non più sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico; il riuso, il rinnovamento o la sostituzione di tessuti edilizi disorganici o incompiuti; il riuso, il rinnova-mento o la sostituzione di complessi edilizi e di edifici pubblici o privati legittimamente realizzati da almeno dieci anni e, intera¬ mente o parzialmente, in stato di degrado e di abbandono o dismessi o inutilizzati o in uso ma in via di dismissione o da rilocalizzare, in tutti i casi consentendone e incentivandone la riqualificazione sia fisico-funzionale che tecnologica, la riqualificazione e la perequazione energetica in funzione della riduzione di consumo energetico o di emissioni inquinanti, la sostenibilità ambientale e il miglioramento della qualità urbana e architettonica complessiva; ogni altro inter¬ vento idoneo a raggiungere tali risultati;

Art. 3
b) in base alla specificità del territorio e della legislazione regionale in materia di urbanistica, individuano incentivi e semplifi¬cazioni ulteriori a quelli stabiliti dalla presente legge per favorire gli interventi pub¬blici e privati di rigenerazione urbana per l’attuazione della presente legge e, tra essi:
1) il riconoscimento di una volume¬ tria ovvero di una superficie lorda aggiuntive rispetto a quelle preesistenti come misura premiale;
2) la possibilità di delocalizzazione delle volumetrie o superfici lorde aggiuntive di cui al numero 1) in area o aree diverse, fatto salvo il criterio del pareggio di bilancio ecosistemico;
3) la possibilità di effettuare modifi¬che della sagoma e di ottenere deroghe alle distanze tra fabbricati di cui all’articolo 6 del decreto del Ministro dei lavori pubblici 2 aprile 1968, n. 1444, nonché alle densità fondiarie di cui all’articolo 7 e alle altezze massime di cui all’articolo 8 del medesimo decreto ministeriale, necessarie per l’armo¬nizzazione architettonica degli interventi con gli organismi edilizi esistenti e anche in applicazione di quanto previsto dal numero 2);

Art. 7. (Disciplina degli interventi privati di rigenerazione urbana)
1. Le disposizioni di cui al presente arti¬ colo sono attuative dei principi contenuti nella presente legge e operano direttamente nei confronti delle regioni a statuto ordinario prive di legislazione in materia di rigenera¬ zione urbana, ovvero concorrono, con immediata efficacia, con le vigenti disposizioni regionali, ai fini dell’immediata realizza¬ zione di interventi diretti privati di rigenera¬ zione urbana, in attuazione di una o più delle finalità di cui all’articolo 1, anche in assenza di programmazione comunale in materia.
2. Sono sempre consentiti, anche in de¬ roga alle vigenti previsioni degli strumenti urbanistici e ai relativi documenti e elaborati, i seguenti interventi di rigenerazione urbana da realizzare da parte di soggetti privati su singoli edifici, complessi edilizi e ambiti urbani, previa acquisizione di idoneo titolo abilitativo: a) interventi di ristrutturazione edilizia, comprensivi di demolizione e ricostruzione anche parziale dei fabbricati, previsti dagli articoli 3, comma 1, lettera d), e 10, comma 1, lettera c), del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380;
(…)
Nei casi di interventi diretti di rigenerazione comportanti la demolizione e la ri¬ costruzione degli edifici, la ricostruzione è comunque consentita nei limiti delle di¬ stanze legittimamente preesistenti, anche qualora le dimensioni del lotto di pertinenza non consentano la modifica dell’area di se¬ dime ai fini del rispetto delle distanze mi¬ nime tra gli edifici e dai confini. Gli incentivi volumetrici di cui all’articolo 3, comma 3, eventualmente riconosciuti per l’intervento possono essere realizzati anche con ampliamenti fuori sagoma dell’edificio de¬ molito, nonché in deroga alle densità fondiarie di cui all’articolo 7 del decreto del Ministro dei lavori pubblici 2 aprile 1968, n. 1444, e alle altezze massime di cui all’articolo 8 del medesimo decreto ministeriale.

Leggi anche: Se anche a Forza Italia non piace la par condicio meloniana

 

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