VARESE – L’ex presidente del Varese Calcio, Alì Zeaiter, è stato assolto dall’accusa di bancarotta fraudolenta legata al fallimento della società.
Sentenza davanti al gup
Il fatto non sussiste, ha stabilito il gup del Tribunale di Varese, davanti al quale l’imprenditore originario del Libano (patron della società calcistica per un breve periodo nell’estate del 2015), doveva rispondere della distrazione di circa 135mila euro in concorso con Massimo Trainito, all’epoca suo vice, già condannato a due anni.
La difesa
Per Zeaiter il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a tre anni di reclusione, diventati due per la scelta del giudizio abbreviato. Scelta formalizzata alla precedente udienza dall’avvocato difensore Andrea Boni, che aveva inoltre prodotto alcune carte per provare che i movimenti in denaro, nel periodo al centro della vicenda, avevano riguardato delle spese per la società – tra cui viaggio e soggiorno per un ritiro della squadra – e che dunque non si era trattato di distrazione di denaro. Reato che per la Procura, invece, si sarebbe concretizzato tramite bonifici che gli imputati avrebbero disposto in favore di sé stessi.
L’assegno circolare
Proprio i bonifici, per la difesa di Zeaiter, dimostrerebbero il corretto utilizzo del denaro. La tesi difensiva si è concentrata anche su un assegno circolare del valore di 577mila euro: soldi che Zeaiter avrebbe voluto investire nella società, salvo poi tornare sui suoi passi, annullando l’operazione bancaria a fronte della situazione finanziaria del club, già compromessa per i diversi milioni di debiti che gli avvocati difensori ritengono non siano attribuibili a Zeaiter e al vice Trainito.
Varese calcio zeaiter – MALPENSA24
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