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Fu arrestato dalla Guardia di finanza, insieme ad altre 4 persone, nel giugno del 2020 nell’ambito dell’inchiesta Golden Trash della Procura di Siracusa per bancarotta contestata al gruppo imprenditoriale Quercioli, proprietario dell’Igm, la società di rifiuti che, per decenni, ha gestito a Siracusa la nettezza urbana.

6 mesi di detenzione e stop all’attività professionale

Antonio Antonuccio, noto commercialista siracusano, trascorse i successivi sei mesi ai domiciliari e venne applicata l’interdizione dall’esercizio della professione. A distanza di circa 3 anni, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Siracusa ha firmato il decreto di archiviazione nei confronti di Antonuccio che è definitivamente uscito dalla vicenda giudiziaria e da un incubo durato tanto tempo.

Richiesta danni per ingiusta detenzione

Per questo motivo, il collegio difensivo composto dagli avvocato Antonino Leone, Bruno Leone e Costantino Vinci, ha preannunciato il ricorso per il risarcimento per ingiusta detenzione.

L’operazione Gold Trash

L’inchiesta della Procura di Siracusa, che ipotizza l’associazione finalizzata alla bancarotta, culminò, oltre che con i 5 arresti, con 2 obblighi di dimora, il sequestro di 11 milioni di euro e dell’ Igm, società del valore stimato in oltre 45 milioni di euro. Secondo la tesi degli inquirenti, sarebbe stato realizzato un sistema di scatole vuote per evitare di pagare gli oneri fiscali e contributivi.

Il vertice

E tutto questo con l’aiuto di professionisti, da qui il coinvolgimento di Antonuccio che, dalla ricostruzione iniziale dei magistrati avrebbe preso parte ad un vertice organizzato dai manager dell’Igm per approntare un piano allo scopo di scampare al fallimento. La difesa del professionista è riuscita a dimostrare che Antonuccio aveva solo il compito di presentare ricorsi tributari, “come abbiamo documentato con atti messi a disposizione degli inquirenti” precisano i difensori.

Il pronunciamento del gip su Antonuccio

“Considerando anche le produzioni della difesa, non è possibile formulare -si legge nel provvedimento del gip – una ragionevole prognosi di condanna nei suoi confronti, non essendoci elementi sufficienti a ritenere che lo stesso fosse pienamente a conoscenza del sistema di rapporti tua le società riconducibili al gruppo, finalizzato alla perpetuazione dello svolgimento dell’attività d’impresa senza assolvere agli oneri tributari né che avesse contribuito attivamente in tal senso”

Lo scambio di persona

Nel tritacarne finì anche Antonio Quercioli Dessena, 37 anni, la cui posizione è stata poi archiviata perché è stato accertato un scambio di persona, come lui stesso avrebbe evidenziato nelle fasi successive all’esecuzione delle misure cautelari. In particolare, in occasione di un incontro, captati dagli inquirenti con una microspia ambientale, lo stesso Quercioli evidenziò che quella non era la sua voce.

Gli altri indagati

A finire nel registro degli indagati sono stati anche Giulio Quercioli Dessena; Alessandro Quercioli Dessena, Cesare Quercioli Dessena, Caterina Quercioli Dessena, Diego Quercioli Dessena,  Pietro Luigi Galimberti,  Giuseppe Cassone,  Aldo Spataro,  Giuseppina Oddo, Iole Rivelli,   Giovanni Confalone e Igm Rifiuti industriali srl.

Non si è ancora arrivati al processo

A distanza di 3 anni, anche se i fatti fanno riferimento ad un periodo temporale precedente, non si è ancora arrivati al processo.

 

 

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