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Servizi finanziari di prossimità come strumento di contrasto alla povertà e all’aumento delle diseguaglianze. L’inclusione finanziaria rappresenta uno dei cardini dell’inclusione economica e sociale, messa a dura prova da tre anni particolarmente difficili. Gruppo Banca Etica, Carlo Borgomeo & Associati (c.borgomeo&co) e Rete Italiana di Microfinanza e Inclusione Finanziaria (Ritmi) hanno presentato oggi a Roma, presso la sala della Protomoteca del Campidoglio alla presenza della viceministra per il Lavoro e le Politiche Sociali Maria Teresa Bellucci, il rapporto “Inclusione finanziaria e microcredito per rispondere alla crisi sistemica” e lanciato un appello alla politica e al sistema bancario tradizionale affinché si adoperino per coprire quel gap tra le norme legislative e la realtà dei fatti. Il credito deve essere considerato “un diritto” è il monito lanciato dai relatori, altrimenti si rischia di alimentare le reti criminali dell’usura che dal 2020 hanno visto aumentare in maniera affari e clienti.

Un indicatore per l’inclusione finanziaria. Banca Etica ha ideato un indicatore dell’inclusione finanziaria basato su un indice di intensità creditizia (rapporto tra finanziamenti e Pil) e un indice delle condizioni di offerta del credito (propensione del sistema bancario a erogare finanziamenti in una data area del Paese). Nel 2020, si è manifestato un netto miglioramento dell’indice (+5,1% rispetto al 2019) che si è tornato ai livelli del 2012, anno di partenza delle rilevazioni. Risultato è il frutto di un trend positivo che si è consolidato grazie alle misure di politica monetaria della Bce, seguite dalle iniziative istituzionali a favore dell’accesso alla liquidità per imprese e famiglie. Sul miglioramento ha influito anche la maggior propensione delle banche a erogare finanziamenti, soprattutto in funzione della crescita della finanza digitale. Il livello di inclusione finanziaria rimane però molto inferiore nelle regioni del Sud (-19%) e nelle Isole (-17%), e nell’universo femminile (-18,4%) dove pure si registrano significativi progressi nell’accesso ai servizi bancari di base (conto corrente, carte, finanziamento, deposito).

Il microcredito in Italia. La seconda parte della ricerca ha analizzato il contributo del microcredito nel costruire l’inclusione finanziaria. Nel 2021, attraverso 132 iniziative sono stati concessi in Italia micro-prestiti per 216,89 milioni di euro a favore di 15.239 soggetti da parte di soggetti pubblici ma anche privati (fondazioni, associazioni non profit, enti religiosi e Mutue di Autogestione – MAG) in rete con soggetti finanziatori (pubblici o privati). Il prestito medio è di circa 14mila euro, il 46% dei prestiti presenta importi fino a 25.000 euro. In forte crescita il microcredito per startup o per il lavoro autonomo (+43%), anche in termini di importo, mentre risultano in riduzione i finanziamenti a imprese esistenti, ai lavoratori e alle famiglie. Più sfaccettata la situazione per gli interventi antiusura, che vedono un leggero incremento, seppure con un decremento degli importi, dinamica contraria per i prestiti agli studenti.

Le proposte per sostenere l’inclusione finanziaria. “Il programma di rialzo dei tassi di interesse che rischia di rendere più difficile l’accesso al credito – ha detto la presidente di Banca Etica, Anna Fasano -. Per evitare nuovi peggioramenti degli indicatori dell’inclusione finanziaria Banca Etica propone di agire con misure a sostegno del Terzo Settore impegnato sul fronte dei servizi di welfare e di inclusione anche finanziaria. Alcune importanti misure potrebbero arrivare dalla UE, ad esempio mediante l’applicazione di principi di proporzionalità nella definizione delle regole bancarie, che possano consentire un’efficace azione di vigilanza senza penalizzare gli intermediari più piccoli, i quali spesso svolgono un ruolo importante nelle aree a maggior rischio di esclusione sociale”. Proprio l’uscita di scena delle banche dal territorio, sia per la chiusura di filiali sia per la digitalizzazione, ha reso molto più sole e fragili le persone in difficoltà. Per Giampietro Pizzo, presidente di RITMI è tempo di costruire servizi finanziari permanenti di prossimità come misure concrete di contrasto all’esclusione finanziaria e alla povertà”. Per farlo servono la promozione di partnership pubblico-private tra gli enti regionali e gli intermediari finanziari, per il sostegno diffuso di nuove iniziative d’impresa e il consolidamento di quelle esistenti, per la prevenzione del sovraindebitamento e la lotta alla criminalità usuraia. Il tema dell’inclusione finanziaria in un momento economico complesso come quello attuale non può più essere considerato marginale. “E’ necessario mettere mano a una revisione di una legislazione per certi versi carente e per altri versi ridondante: superare il Testo unico Bancario, prevedere l’estensione delle garanzie pubbliche al microcredito sociale, precisare il ruolo dell’Ente Nazionale del Microcredito, rendere più incisivi gli interventi per il risarcimento delle vittime dell’usura”, ha concluso Carlo Borgomeo.

Tutte sollecitazioni che la viceministra Maria Teresa Bellucci ha accolto con interesse promettendo un incontro al ministero in tempi brevi. “Per noi uno non è uguale ad uno: ciascuno di noi ha un patrimonio di saperi e di competenze, la vostra messa a disposizione è una risorsa per l’Italia e per il governo che intende lavorare per una finanza etica, sociale e sostenibile che tuteli l’interesse comune”.

 

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