In questo articolo, vedremo dove trovare il modello ADI-Com esteso e come compilarlo (scopri le ultime notizie sul Rdc e sui bonus attivi in italia. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
A partire dal 18 marzo, come specifica il messaggio INPS n. 1090/2024, ogni membro adulto della famiglia beneficiaria dell’Assegno di inclusione (Adi) sarà tenuto a usare il modello ADI-Com esteso, per comunicare eventuali cambiamenti relativi alla situazione lavorativa, che intervengano durante il periodo di ricezione dell’assegno.
Che differenza c’è tra il modello modello ADI-Com esteso e quello ridotto?
L’Assegno di inclusione può essere richiesto sia da chi lavora in proprio che da chi è dipendente. È però fondamentale, quando si inoltra la domanda dell’Adi, informare l’INPS di eventuali lavori svolti tramite il modello ADI-Com ridotto, specifico per le attività lavorative non menzionate nell’ISEE annuale.
Diversamente, eventuali modifiche al proprio status lavorativo durante il periodo di percezione dell’Assegno di inclusione devono essere segnalate utilizzando il modello ADI-Com esteso.
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Per essere più precisi, quando un componente della famiglia che riceve l’Assegno di inclusione si impegna in un lavoro dipendente, d’impresa o come libero professionista, e il reddito incrementa fino a 3.000 euro lordi all’anno, ciò non incide sull’ammontare dell’Adi. Al contrario, se il reddito eccede tale limite, ciò influenzerà la quantità del beneficio a partire dal mese successivo al cambiamento.
Per definire questa soglia di 3.000 euro, bisogna segnalare all’INPS una stima del reddito atteso dall’attività lavorativa entro 30 giorni dall’inizio della stessa, utilizzando sempre il modello ADI-Com esteso.
Nel caso in cui non si comunichi all’INPS la variazione entro 30 giorni dall’inizio dell’attività lavorativa, l’erogazione dell’Assegno di inclusione verrà interrotta fino a quando la situazione non verrà regolarizzata. Se la segnalazione non avviene entro 3 mesi, si perde il diritto all’Adi.
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Il modello ADI-Com Esteso non è un modulo da scaricare in PDF o che potete trovare in forma cartacea, ma va compilato online.
Per compilarlo dovete collegarvi alla pagina dell’Adi sul sito dell’INPS, la stessa dove avete inviato la domanda. Qui, cliccate su Utilizza lo strumento, quindi effettuate l’accesso con SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale); CIE (Carta d’Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi).
Poi, nella scheda relativa alla Gestione della domanda, cliccate su Accedi alla domanda e, quando visualizzate la domanda all’interno della tabella, cliccate sul simbolo dell’euro alla sua destra. In seguito, premete sul pulsante Aggiungi modello ADI-Com esteso.
Ora, dovete solo seguire le istruzioni su schermo per la compilazione del modulo. Nello specifico, all’interno del modello ADI-Com esteso dovrete indicare tutte queste informazioni, a seconda della vostra situazione:
- l’avvio di attività lavorativa;
- variazioni intervenute relative ad uno componente del nucleo che possono comportare modifiche nell’applicazione della scala di equivalenza o la perdita del diritto all’assegno (es. inizio o conclusione del periodo di residenza in strutture a totale carico pubblico; applicazione di sentenze definitive di condanna; conclusione o proroga del programma di cura e assistenza);
- ulteriori variazioni delle dichiarazioni rese in domanda che comportano la perdita del requisito in relazione ai dati del patrimonio mobiliare/immobiliare, al possesso dei beni durevoli e alla residenza continuativa in Italia;
- la richiesta della individualizzazione della carta di inclusione, se non già fatta al momento della domanda.
Come richiedere l’individualizzazione della Carta di inclusione
La domanda per ricevere l’Assegno di inclusione deve essere inoltrata da un membro della famiglia, ma il beneficio si applica a tutti i componenti del nucleo familiare. Di conseguenza, viene erogato un solo Assegno di inclusione per nucleo familiare.
Però, come specificato nella circolare INPS n. 105/2023, l’importo mensile dell’Adi può essere ripartito tra i componenti adulti del nucleo che hanno responsabilità genitoriali o rientrano nella scala di equivalenza, destinando una quota a ciascuno.
In questo caso, a ciascun componente della famiglia verrà fornita una Carta di inclusione personale, sulla quale verrà versata mensilmente la propria quota dell’Assegno di inclusione.
Per richiedere la divisione dell’importo dell’Adi tra i membri della famiglia, avete due opzioni: farlo al momento della domanda o successivamente, compilando il modello ADI-Com esteso. In quest’ultimo caso, tutto quello che dovete fare è riempire l’apposita sezione del modulo ADI-Com con le informazioni sui membri che dovranno ricevere la Carta di inclusione.
Come funziona l’abilitazione Carte di inclusione al pagamento del mutuo
Il messaggio INPS n. 1090/2024 oltre a chiarire che dal 18 marzo è possibile compilare il modello ADI-Com esteso, fornisce anche altre novità che riguardano l’utilizzo degli importi dell’Assegno di inclusione per il pagamento del mutuo.
L’INPS ha annunciato, infatti, che nel mese di marzo procederà con i controlli sull’ISEE per identificare chi possiede un mutuo sull’abitazione principale, sia per le nuove richieste sia per quelle già effettuate.
Questo passaggio consentirà l’abilitazione delle Carte di inclusione anche al pagamento del mutuo.
La possibilità di eseguire bonifici verrà estesa a tutti i possessori della Carta di inclusione appartenenti ai nuclei familiari con un mutuo prima casa, anche se hanno optato per la divisione individuale delle carte.
FAQ: Domande frequenti sull’Assegno di inclusione
Cosa è cambiato per l’Assegno di inclusione a giugno 2023?
A giugno 2023 sono state introdotte alcune modifiche all’Assegno di inclusione. È importante tenere presente che, a partire dal 1° gennaio 2024, l’Assegno di inclusione prenderà il posto del Reddito di cittadinanza. Le modifiche riguardano l’obbligo per il percettore attivabile al lavoro di accettare la prima offerta congrua di lavoro.
Chi può beneficiare dell’Assegno di inclusione se ha più di 60 anni?
Le persone che hanno superato i 60 anni di età, hanno un ISEE di massimo 9.360 euro e rispettano i requisiti di reddito e patrimoni, possono beneficiare dell’Assegno di inclusione.
Ci sono differenze tra la Pensione di Cittadinanza e l’Assegno di inclusione?
Le differenze sostanziali tra la Pensione di Cittadinanza e l’Assegno di inclusione riguardano il calcolo degli importi spettanti. Per il resto i requisiti di età e le condizioni economiche restano pressoché invariati.
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