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Il Tribunale di Napoli, nell’ambito di una causa di opposizione a decreto ingiuntivo, ha concesso la provvisoria esecuzione del decreto nonostante la proposizione di querela di falso da parte dei debitori opponenti.

Parte opponente impugnava con querela di falso i due avvisi di ricevimento delle raccomandate inviate dalla società creditrice per comunicare l’intervenuta cessione del credito ed intimare il pagamento delle somme dovute.La querela di falso, in dettaglio, veniva proposta per contestare, da un lato, la carenza di legittimazione attiva della società opposta e, dall’altro, l’intervenuta prescrizione del credito.

Il Giudice, tuttavia, ha dichiarato la querela di falso irrilevante ai fini del decidere poiché, in tema di legittimazione attiva, la cessione del credito è atto a forma libera e, nel caso di specie, risultava opponibile ai debitori ceduti per effetto della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’avviso di cessione: “in ordine all’eccezione di carenza di legittimazione attiva sollevata da parte opponente, e fondata sul mancato ricevimento delle raccomandate del 6/10/2014, la stessa può ritenersi superata alla luce della documentazione prodotta da parte opposta nel presente giudizio, ovvero le pubblicazioni sulla Gazzetta Ufficiale ex art. 58 TUB”.

Allo stesso modo, il Giudice ha dichiarato la querela di falso irrilevante ai fini della contestata prescrizione del credito, in forza della seguente motivazione: “rilevato che, in ordine all’eccezione di prescrizione sollevata da parte opponente, le parti concordano nel ritenere che l’ultima rata in scadenza risale al 16/3/2018; rilevato che la decorrenza del termine di prescrizione risulta interrotta, non solo dalle raccomandate i cui avvisi di ricevimento sono stati oggetto di querela di falso, ma, altresì, dalla raccomandata del 20/4/2009 (doc. n. 7 parte opposta), e, successivamente, dalla notifica del decreto ingiuntivo del 22/2/2019”.

Per tali motivi, la querela di falso è stata rigettata ai sensi dell’art. 222 c.p.c. [1]

Il Tribunale, in sintesi, afferma che la querela di falso non è idonea, di per sé, a fondare le contestazioni di colui che la propone, al contrario è necessario verificare la documentazione contestata e comprenderne, in sostanza, se sia rilevante ai fini della decisione.

[1]Quando è proposta querela di falso in corso di causa, il giudice istruttore interpella la parte che ha prodotto il documento se intende valersene in giudizio. Se la risposta è negativa, il documento non è utilizzabile in causa; se è affermativa, il giudice, che ritiene il documento rilevante, autorizza la presentazione della querela nella stessa udienza o in una successiva; ammette i mezzi istruttori che ritiene idonei, e dispone i modi e i termini della loro assunzione”.

Tribunale di Napoli, ordinanza del 30 ottobre 2019Carlo Giambalvo Zilli – c.zilli@lascalaw.com

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