Fringe benefits: con quali modalità deve essere erogato un prestito al lavoratore da parte del datore?
Potrebbe succedere che un lavoratore si trovi a dover fare i conti con un momento di difficoltà economica e che, proprio in ragione di ciò, chieda un prestito al proprio datore. Questi potrebbe benissimo concederglielo senza perciò incorrere in divieti normativi. La legge infatti consente il mutuo tra privati. Ma come erogare prestiti ai dipendenti? Qual è la procedura da seguire? Cerchiamo di fare chiarezza sul punto.
La concessione di un prestito nei confronti del lavoratore dipendente costituisce un fringe benefit.
Ai sensi dell’art. 51, c. 4 lett. b), TUIR in caso di concessione di prestiti, il
reddito imponibile ai fini fiscali è pari al 50% della differenza tra l’importo degli interessi calcolato al tasso ufficiale di riferimento vigente al termine di ciascun anno e l’importo degli interessi calcolato al tasso applicato dal datore di lavoro sugli stessi.
Tale disposizione non si applica per i prestiti:
- stipulati anteriormente al 1° gennaio 1997;
- di durata inferiore ai 12 mesi concessi, a seguito di accordi aziendali, dal datore di lavoro ai dipendenti in contratto di solidarietà o in cassa integrazione guadagni o a dipendenti vittime dell’usura, o ammessi a fruire delle erogazioni pecuniarie a ristoro dei danni conseguenti a rifiuto opposto a richieste estorsive.
Il valore così determinato dovrà essere preso a riferimento anche ai fini dell’imposizione contributiva.
Al fine della concessione di un prestito, il lavoratore dipendente è tenuto a presentare una richiesta scritta al datore di lavoro.
All’accoglimento della domanda, il datore di lavoro dovrà predisporre una comunicazione scritta
(il cosiddetto piano di ammortamento) indirizzata al lavoratore in cui dovranno essere illustrate le condizioni di concessione del prestito, indicando, in particolare, i seguenti elementi:
- la somma erogata;
- il tasso di interesse eventualmente applicato;
- il totale degli interessi che il dipendente dovrà versare;
- il numero di rate con le quali le somme dovranno essere restituite;
- l’importo delle rate e la cadenza delle stesse.
Il datore di lavoro provvederà a trattenere la rate di ammortamento del prestito direttamente in busta paga.
Nulla esclude che il datore, in ragione del rapporto di fiducia instaurato con il lavoratore, possa decidere di accordargli un prestito infruttifero, ossia non produttivo di interessi. In tali casi però il prestito non determinerà alcun fringe benefit.
Non dare per scontata la nostra esistenza. Se puoi accedere gratuitamente a queste informazioni è perché ci sono uomini, non macchine, che lavorano per te ogni giorno. Le recenti crisi hanno tuttavia affossato l’editoria online. Anche noi, con grossi sacrifici, portiamo avanti questo progetto per garantire a tutti un’informazione giuridica indipendente e trasparente. Ti chiediamo un sostegno, una piccola donazione che ci consenta di andare avanti e non chiudere come stanno facendo già numerosi siti. Se ci troverai domani online sarà anche merito tuo.
Diventa sostenitore clicca qui
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui