Strumenti musicali dalle zucche, 6mila pezzi venduti all’anno. Il corianese Marco Bianchi, oggi titolare del Podere Bianchi, ha venduto per anni online nel periodo di Halloween, anche fino agli Stati Uniti, le caratteristiche zucche arancioni da decorare con sembianze inquietanti.
Giro di boa
Dal 2016 si è registrato un cambio di rotta a favore di zucche più versatili da cui ricavare strumenti musicali, utensili o vere e proprie opere d’arte. «Stiamo cambiando il nostro sistema di vendita – conferma Bianchi – non spediamo più le zucche per Halloween, peraltro molto richieste anche fuori confine. Ora nel nostro agriturismo preferiamo vendere zucche in loco, senza ricorrere soltanto all’e-commerce».
Del resto, osserva il 35enne, le zucche arancioni sono state sdoganate e vengono vendute un po’ ovunque. Nel frattempo è però cresciuta una produzione molto particolare. Quella delle zucche lagenarie, partita nel 2016, che ormai conta circa 5-6mila pezzi venduti all’anno».
Definite zucche lagenarie o secche, questi esemplari originari della zona equatoriale «sono arrivati in Europa dopo i viaggi di esplorazione diretti verso il Nuovo mondo». Quindi a partire dal 16° secolo.
Le caratteristiche
Si tratta di un prodotto commestibile, a differenza delle zucche dedicate alla notte a ridosso di Ognissanti «che vanta 80 specie diverse e le più svariate forme. Una volta seccate, dopo un periodo di circa due anni, sono pronte a un ampio ventaglio di funzioni». Un mercato, questo, più dilazionato nel tempo rispetto a quello destinato a un solo giorno all’anno, come per la festa di Halloween che cade il 31 ottobre.
Borracce, vasi e strumenti
Quanto alla loro funzione, in origine queste zucche «venivano usate come contenitori o bottiglie, senza destinarle alla tavola, tanto che sono dette anche zucche del pellegrino».
Molte persone, che compiono il cammino di Santiago di Compostela, «le usano tuttora come borracce». Su questo fronte «non mancano neppure aziende che le usano come contenitori per l’aceto balsamico che producono. Alcuni artisti poi le cercano per realizzare piatti, vassoi o anche vasi. Del resto, osserva Bianchi, anche l’immagine iconica delle donne africane, con un piatto sulla testa, «rientra in quest’ambito perché quel grande utensile è in realtà una zucca lavorata ad hoc».
Spazio alla fantasia
Ma non è tutto. Perché «un contenitore, nelle mani di un esperto liutaio, può anche diventare una cassa di risonanza dei suoni».
I clienti più lontani, in questo settore dai risvolti artistici, «sono i giapponesi». Ultima chicca? Alla fiera di Ecomondo che si è appena svolta a Rimini, vari espositori hanno comprato le zucche del Podere Bianchi «per ricavarne ciotole super green».
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