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Nel 2022 lo spreco mondiale di cibo ha raggiunto 1,05 miliardi di tonnellate. A livello globale, si stima che ogni giorno vengano sprecati un miliardo di pasti di cibo commestibile, pari a 1,3 pasti al giorno per persona colpita dalla fame (783 milioni nel 2022). Solo nove Paesi su 193 hanno incluso azioni per ridurre lo spreco di cibo nei loro impegni per il clima, nonostante questo incida per l’8-10% delle emissioni globali di gas serra e causi perdita di biodiversità e degrado degli ecosistemi. Inoltre, la rapida crescita dei rifiuti elettronici globali (da 6,3 a 7,8 chilogrammi pro capite dal 2015 al 2022) rimane in gran parte irrisolta, con solo il 22% di essi raccolto e gestito in modo sostenibile.
Secondo il Global resources outlook pubblicato a marzo 2024 dall’International resource panel (Irp) del Programma delle Nazioni unite per l’ambiente (Unep), l’uso delle risorse è aumentato di circa tre volte negli ultimi cinquant’anni e continua a crescere di circa il 2,3% l’anno. Nei Paesi ad alto reddito un individuo usa in media sei volte più risorse che nel resto del mondo ed è responsabile in misura dieci volte maggiore del cambiamento climatico rispetto a un cittadino dei Paesi a basso reddito.
È questo il quadro internazionale descritto nel Rapporto ASviS 2024 per quanto riguarda il Goal 12 “Consumo e produzione responsabili”.
La buona notizia è che sul Goal 12 il nostro Paese si sta muovendo molto bene: l’Obiettivo di garantire modelli sostenibili di produzione e consumo è l’unico dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile esaminati nel Rapporto ASviS ad aver registrato tra il 2010 e il 2023 un miglioramento molto consistente. Inoltre, secondo il sondaggio realizzato da Ipsosper Legambiente e pubblicato a luglio 2024, in Italia sta crescendo l’interesse dei cittadini verso l’economia circolare, tanto che il 54% degli intervistati considera la transizione verso questo modello una priorità. Per quasi due italiani su tre promuovere l’economia circolare attraverso la riduzione dei rifiuti e il riutilizzo o riciclaggio dei prodotti è l’azione più efficace per affrontare i problemi ambientali. Un italiano su due sarebbe disposto – quando acquista prodotti come mobili, indumenti o dispositivi elettronici – a pagare di più per prodotti più facili da riparare, riciclabili o realizzati in modo ecosostenibile.
Inoltre, secondo l’Osservatorio “Immagino” di GS1 Italy condotto a febbraio del 2024, il 94% degli italiani legge le etichette durante la spesa e il 75% dichiara di aver rinunciato almeno una volta all’acquisto di un prodotto dopo aver letto le informazioni sulle confezioni. Anche secondo l’Osservatorio “Packaging del Largo Consumo” di Nomisma di gennaio 2024, il 59% degli intervistati dichiara di tenere conto della sostenibilità nelle scelte di comportamento e di acquisto e un italiano su due afferma di adottare scelte di consumo più sostenibili rispetto a cinque anni fa.
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di Elita Viola
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