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Alessandria – Dopo lo scandalo delle revisioni, Arfea (Aziende Riunite Filovie ed Autolinee S.p.A.), di cui non sarebbe stato neppure approvato il bilancio del 2016 per la ferma opposizione dei revisori dei conti, continua a navigare in acque tempestose per il fatto che l’azienda che avrebbe dovuto salvarla diventandone socia di maggioranza, è finita sotto inchiesta a Parma per una brutta storia d’un appalto truccato. Nel registro degli indagati sono finiti i vertici di Smtp (Società per la mobilità della Provincia di Parma), di Busitalia, tutti e tre i membri della commissione aggiudicatrice della gara, un ex dirigente di Tep (trasporti pubblici del Comune di Parma), un consulente di Smtp e perfino l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, del cui gruppo fa parte proprio Busitalia. Sono in tutto dieci gli indagati nell’inchiesta che la procura della Repubblica di Parma ha aperto l’anno scorso dopo l’esposto presentato da Tep in seguito all’esito della gara per l’affidamento del servizio di trasporto pubblico locale: una gara che l’azienda di trasporti parmense aveva inizialmente perso in favore di Busitalia-Autoguidovie, salvo poi vedere annullata la gara dal Tar. A tutti e dieci si contesta il reato di turbativa d’asta in concorso, per alcuni anche quello di soppressione di documenti e, per altri, quello di corruzione tra privati. Alla Tep i dubbi sulle modalità di svolgimento della procedura di gara e sul ruolo giocato da alcuni soggetti erano venuti fin da subito: troppo grande la differenza di punteggio fra le due società che (insieme a Tper) avevano partecipato alla selezione. E il sospetto che qualcosa non si fosse svolto regolarmente aveva indotto la Tep a depositare una querela, a cui aveva fatto seguito l’avvio di un’indagine, coordinata dal pm Umberto Ausiello e condotta dalla Guardia di Finanza. Giovedì scorso la gip Sara Micucci, su richiesta della Procura, ha concesso una proroga delle indagini preliminari fino al 28 dicembre, circostanza che ha permesso di far emergere i nomi degli indagati e i reati contestati a ciascuno. Un brutto colpo per Arfea e per coloro che volevano traghettarla in acque tranquille in vista d’una possibile fusione con Busitalia prevista per il 2019. Dopo gli incontri di due mesi fa in prefettura tra la dirigenza di Arfea e la prefetta Tafuri, la patata bollente era passata all’ex presidente della Provincia Paolo Filippi (nella foto), attuale presidente del CdA del Sub Bacino Asti Alessandria del trasporto pubblico locale, che si sta occupando di questa intricata vicenda insieme al direttore generate dell’Agenzia della Mobilità Piemontese Cesare Paonessa il quale, nel giugno del 2016, aveva concesso ad Arfea il servizio di trasporto pubblico locale in forza d’una convenzione sottoscritta dallo stesso Paolo Filippi. Una convenzione che, alla luce degli sviluppi dell’intera vicenda, è stata firmata con notevole leggerezza se è vero che i mezzi Arfea non sarebbero stati correttamente revisionati e che l’azienda stessa naviga in cattive acque dal punto di vista economico. Il piano di salvataggio con l’entrata in scena di Busitalia è saltato e Filippi dovrà darsi da fare per trovare una soluzione. A patto che ci sia.

 

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