Ancona, 14 novembre 2024 – “Per la prima volta nella storia, la società di gestione dell’aeroporto chiuderà l’anno, il 2024, con un margine operativo positivo”. Esulta Alexander D’Orsogna, amministratore delegato di Ancona International Airport, tracciando la nuova rotta dello scalo marchigiano che, nel 2023, “ha avviato grandi cambiamenti” e ora si appresta a coglierne i frutti.
D’Orsogna, come avete reso possibile questo obiettivo?
“Abbiamo sviluppato altri modelli di business, oltre al traffico passeggeri, che stanno permettendo all’azienda di autosostenersi, senza la necessità di dover sfruttare finanziamenti pubblici. Un grande risultato”.
Quali attività collaterali già in essere?
“Anzitutto il settore cargo. Non è casuale l’accordo decennale stipulato con Dhl, che ha portato un aereo con una capacità del +20 per cento per il trasporto delle merci. Un altro accordo dovrebbe essere operativo entro l’anno”.
Per cosa?
“Per sviluppare l’aviazione generale e il traffico bleisure, favorendo la mobilità di persone che viaggiano sia per affari che per turismo. Sarà attuato con un importante player e permetterà l’arrivo di jet privati degli imprenditori, con una serie di servizi specifici”.
Senza dimenticare l’accordo con il Cnr per raggiungere lo spazio.
“In esclusiva nazionale, seguendo l’accordo quadro del luglio del 2023. A giugno di quest’anno sono stati effettuati i primi test. Anche questo sarà un filone di ricavo. E non dimentichiamo l’aviazione elettrica”.
Ovvero?
“A ottobre dell’anno scorso la Regione ha pubblicato un bando, poi assegnato ad aprile. Sono state stanziate risorse per un pool di aziende, tra le quali l’aeroporto, per fare diventare il Sanzio un polo integrato per droni cargo o aerotaxi per le persone, in stretta connessione con porto e interporto”.
Il 2025 incombe: gli investimenti futuri?
“L’obiettivo è la manutenzione pesante degli aerei. Fa sempre parte del piano industriale del 2023, in quanto l’azienda vuole creare valore per le Marche, aiutando ad aprire canali di business grazie al sostegno del socio di minoranza, la Regione, primo stakeholder del territorio. I nostri spazi e le nostre caratteristiche (tre chilometri di pista, assenza di barriere urbanistiche nell’arco di dieci chilometri, vicinanza al mare, ndr) potrebbero permetterci di avviare attività di smantellamento e di recupero degli aerei, centrando obiettivi di sostenibilità ambientale, oppure di riconversione da passeggeri a cargo. Trasversale a tutto questo, nell’arco di quattro anni, lo sviluppo di attività legate all’infrastruttura, come un albergo, un outlet e il potenziamento del food&beverage. Un’incubazione più lunga”.
E non abbiamo ancora parlato del traffico passeggeri…
“Dipenderà anche dai nuovi voli e come risponderanno. Ma raggiungeremo la cifra record di 600mila passeggeri nel 2024”.
Il raddoppio su Monaco, il protocollo con Ryanair, Volotea con Parigi e Barcellona, piuttosto che i voli di continuità: altre novità?
“Ci sono negoziazioni in corso. Di sicuro, rispetto agli aeroporti concorrenti, noi abbiamo diversi operatori internazionali e questo permette di intercettare flussi per business travel, mass market e turistici. Stiamo creando anche uno storico di destinazioni, ma il mantra è quello di creare rotte attrattive e connessioni verso le più grandi destinazioni europee”.
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