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Laconico. – Hai bisogno di un’idea per un regalo? – Il senso di Comunità e Polizia Locale: vicinanza, ascolto, prevenzione. – Le parole crociate sono nate in Italia? – Tasse strambe del passato. – PandoroAvviso – Santa Cecilia. – Il Topinambur. – Compagnie delle Indie. – Kopi Luwak e Black Ivory…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE #finsubito prestito immediato


Laconico. L’aggettivo laconico  deriva dal latino laconicus,in greco lakonikós, che

significa lacedemone, ossia abitante della Laconia, la cui capitale era Sparta, fondata dal leggendario re Lacedemone. Laconico è sinonimo di “poco loquace, che parla e scrive in modo breve e sintetico” e l’origine di questo significato è da ricercare nel particolare sistema educativo che vigeva a Sparta: l’agoghè, dal greco “condurre”. Fatti, non parole. I bambini spartani all’età di 7 anni venivano prelevati dalle famiglie e affidati alla polis, per iniziare un percorso formativo che durava 13 anni. Durante questo periodo i giovani imparavano virtù militari e civiche e si abituavano al sacrificio e alla fatica, un’educazione spartana. La formazione terminava con la kryptèia, una sorta di prova di sopravvivenza finale. Nel duro percorso non vi era spazio per lo studio dell’arte oratoria e della retorica. Per gli Ateniesi del V secolo a.C., nemici di Sparta, ciò era un male, gli Spartani erano troppo austeri e di poche parole, laconici, come si dice ancora oggi.
Favria, 19.11.2024   Giorgio Cortese

Buona giornata. Le ombre? Sono la cosa più ottimistica. La prova che intorno esiste la luce. Felice martedì.

Hai bisogno di un’idea per un regalo?

Dona il sangue dona la vita! Ricorda che una  donazione di sangue si può salvare la vita di tre persone. Il potere di salvare la vita l’abbiamo nel sangue. Vieni a donare il sangue, vieni a donare a Favria MARTEDI’ 31 DICEMBRE, cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te. Attenzione, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare e portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Per info, Cell. 3331714827. Ricordo i requisiti minimi per donare: età compresa tra i 18 e i 60 per la prima volta, poi dai 65 a 70 anni, l’idoneità a donare va valutata dal medico. Grazie se fate passa parola e divulgate il messaggio.

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Mercoledì 20 novembre

“Il senso di Comunità e Polizia Locale: vicinanza, ascolto, prevenzione”.

 Docente Linuccia Amore

Conferenze UNITRE’ di Cuorgnè presso ex chiesa della SS. Trinità –Via Milite Ignoto

Con questa conferenza la docente Dott.sa Linuccia Amore ci spiega del senso di Comunità che prevede il coinvolgimento, con vari livelli di impegno, delle forze dell’ordine, della polizia locale, delle associazioni locali e soprattutto, di persone e famiglie che vogliono contribuire a rendere migliore il luogo in cui vivono, con l’obiettivo di ridurre la criminalità, il senso di insicurezza e il degrado.

Le parole crociate sono nate in Italia?

Il  21 dicembre 1913 su Fun, supplemento domenicale del quotidiano New York World. A idearle fu Arthur Wynne , inglese, nato a Liverpool nel 1871 ed emigrato negli Usa quando aveva 19 anni. Le prime parole crociate, crossword in inglese, avevano uno schema romboidale con uno spazio bianco al centro. Per riempirlo il lettore doveva trovare le parole indicate dalle definizioni scritte sotto lo schema. Il nuovo gioco enigmistico ebbe un grandissimo successo e così qualche anno più tardi solcò l’oceano raggiungendo l’Europa: nel 1922 comparvero le prime parole crociate in Inghilterra e tre anni dopo raggiunsero anche l’Italia, pubblicate sul settimanale Domenica del Corriere. Alcuni però sostengono che, in realtà, fu proprio l’Italia la culla delle parole crociate: nel 1890, infatti, il settimanale milanese Il Secolo illustrato della domenica pubblicò un gioco denominato “Parole incrociate”. In realtà si trattava di una griglia quadrata di 16 caselle senza spazi o caselle nere che separassero le parole e per questo motivo non viene considerato il primo cruciverba della storia.

Favria,  20.11.2024  Giorgio Cortese

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Buona giornata. Ogni giorno corro a prendermi  con speranza e ottimismo il domani che sarà. Felice mercoledì.

Tasse strambe del passato.

Ammettiamolo, pagare le tasse ne faremmo volentieri a meno. Ma se ci lamentiamo di quelle che abbiamo già oggi, cosa diremmo se un giorno ci venisse imposta, per dire, una tassa sull’uso dei social o per la scelta del nome di un figlio? O se nella prossima dichiarazione dei redditi trovassimo ad esempio l’imposta sul respiro? Bene, sappiate che da qualche parte del mondo, per quanto possa sembrarvi incredibile, queste tasse esistono già. Prima di parlare delle tasse strambe nel mondo pensate che nell’antico Egitto, ad esempio, esisteva il monopolio  del Faraone sulla produzione dell’olio da cucina e imponeva ai cittadini l’obbligo di acquistarne di nuovo, senza possibilità di riutilizzo. Questo sistema non solo generava entrate, ma controllava anche la qualità dell’olio circolante. Nell’antica Roma, nota per italico ingegno legislativo, applicava una tassa sull’urina. Questo liquido, raccolto dai bagni pubblici, aveva molteplici usi nell’industria tessile e nella cura personale, dimostrando come le tasse potessero derivare da risorse apparentemente insolite. In epoche successive, tasse come quella inglese  sugli scapoli oltre i 25 anni, introdotta nel 1695, e la tassa del codardo per i cavalieri che si rifiutavano di combattere, riflettono tentativi di influenzare il comportamento sociale e morale attraverso il sistema fiscale. Oggi abbiamo la tassa sui social, introdotta il 1 ° giugno 2018, in l’Uganda. Primo Paese al mondo, che applica una tassa sui social media: per usare siti e app come Whatsapp, Facebook e Twitter dove i cittadini dovrebbero pagare 200 scellini, 5 cent di euro, Yoweri Museveni, il capo di Stato ugandese, ha dichiarato che la tassa si è resa necessaria per contrastare la “minaccia” del gossip sui social media. E col denaro recuperato dalla tassa avrebbe permesso alla nazione di “far fronte alle conseguenze del pettegolezzo”. Quella tra il Presidente ugandese e i social è una polemica antica: nel 2016, aveva già sospeso l’accesso a tutti i social durante le elezioni contro la diffusione di bugie. Ma ai cittadini ugandesi tutto ciò sembra un’enorme violazione della libertà di espressione. Se vi trovaste a passare dall’aeroporto internazionale di Maiquetia a Caracas, Venezuela, preparate 127 bolivar, 20 euro, per pagare la tassa sul respiro a cui sono assoggettati i passeggeri, per compensare il costo del sistema di filtraggio dell’aria installato nel 2014 in aeroporto! Secondo il ministero dell’Acqua e del trasporto aereo venezuelano, il sistema di filtrazione dell’aria sanifica e deodora l’aeroporto e blocca la crescita dei batteri, proteggendo così la salute di tutti i passeggeri. Negli Stati Uniti se un cittadino statunitense ricava un reddito illegale, fosse anche una “tangente”, la legge federale pretende che ci paghi le tasse. La legge americana pretende infatti che chiunque riceva una tangente, la denunci come parte del proprio reddito e paghi la tassa applicabile. Questa legge prevede che anche il ladro dovrà pagare l’imposta appropriata sul valore corrente di mercato dell’oggetto rubato. L’esonero è previsto solo se restituisce il maltolto nell’anno solare in cui l’ha rubato. La buona notizia, per i disonesti, è che non si non chiede di rivelare come  è stato ottenuto l’illecito: va semplicemente elencato come “altro reddito”. Se uno non paga una  volta scoperto il reato, verrà accusato anche di evasione fiscale, che negli Usa è un’accusa pesante punita col carcere. Ne sa qualcosa Al Capone, che venne incriminato proprio per questo e non per omicidio o altre illegalità. In Romania, dove molte persone credono ancora nelle superstizioni, la stregoneria è un business fiorente. Fino a qualche anno fa, quest’attività non era riconosciuta dal governo e, quindi, non era tassabile. Ma nel 2011, quando la Romania si è trovata ad affrontare la crisi, il locale ministero delle finanze ha pensato di imporre tasse anche a mestieri che un tempo non erano stati “ufficialmente riconosciuti”. Tra questi, anche astrologi e maghi, i quali da allora devono pagare imposte pari al 16% del loro reddito. Il risultato è che migliaia di incantesimi  sono stati lanciati contro i politici! In Svezia i nomi dei bambini hanno bisogno dell’approvazione dell’ente fiscale. Gli svedesi sono tenuti a vedere il nome del figlio approvato dall’agenzia delle imposte svedese prima che il bambino compia 5 anni. Se i genitori non ottengono il benestare, possono essere multati fino a 5.000 corone, circa 500 euro. La legge risale al 1982, per impedire ai cittadini di usare nomi reali, anche se il pretesto è che approvando il nome, l’agenzia fiscale può proteggere un bambino da un nome offensivo o confuso. Tanto per fare un esempio, l’agenzia fiscale ha già respinto “Ikea”, per il pericolo di generare confusione, e “Allah”, a causa di un potenziale reato religioso, ma sono stati recentemente autorizzati  “Google” e “Lego”. In certi stati hanno legalizzato a scopo terapeutico l’uso di alcune droghe. Negli Stati Uniti, per esempio, dove, dietro prescrizione medica,  è legale in 29 stati e a Washington, mentre la marijuana ricreativa è legale solo in 9 stati e Washington, Lo stato richiede alle imprese che piantano e vendono marijuana di pagare l’imposta sul reddito federale su questa sostanza. Queste aziende pagano anche le imposte sul reddito statale e le imposte sulle vendite di marijuana. Le norme fiscali sulle imprese di marijuana sono ancora più severe di quelle applicate alle normali aziende. Il paradosso è che il governo federale degli Stati Uniti classifica la marijuana come sostanza illegale, e i  proventi delle attività della marijuana come illegali, così le imprese che la vendono non possono, per esempio, detrarre le spese per affitto, pubblicità e stipendi dei dipendenti come accade invece per altre società. Quindi pagano tasse più alte rispetto ad altre imprese. L’unica detrazione ammissibile è la spesa per la coltivazione della marijuana, che viene  considerata come “costo dei beni venduti”. Pare secondo uno studio in Italia le attività commerciali illegali connesse la cannabis  potrebbero portare a un fatturato annuo minimo di circa 44 milioni di cui 6 milioni di euro di tasse. Infine concluso sulla tassa sulle flatulenze delle mucche, e l’Unione europea ha trovato oltre  che la causa del gas serra non sia solo dovuto i gas di scarico derivati dal petrolio e carbone ma anche dalle mucche! Al fine di frenare l’epidemia di gas serra alimentata dalle mucche, alcuni paesi dell’UE hanno adottato imposte sui bovini. Con la Danimarca che guida la classifica, con 100 euro di tassa per ogni mucca!

Favria, 21.11.2024  Giorgio Cortese

Buona giornata. Siamo tutti fatti della stessa sostanza, di sogni, pensieri e tante speranze che anche nel silenzio si fanno sentire, gridano forte e più forte ancora, per spingerci a non mollare. Felice giovedì

PandoroAvviso

Sabato 14 dicembre  dalle ore 15,00 alle ore 19,00 in Fidas Favria avverrà la distribuzione del PANDORO E CALENDARIO a tutti i donatori che hanno effettuato una donazione nel corso del 2024, Medaglie Oro e Onorificenze Re Rebaudengo. Si terranno le votazioni rinnovo Direttivo anno 2025-2027. In questi anni abbiamo raggiunto traguardi importanti con l’aiuto di tutti Voi. Vi chiediamo se volete  continuare ad aiutare il direttivo  Fidas candidandovi da consiglieri o da Presidente. Grazie. Tutti i soci attivi Fidas Favria Donatori Sangue possono presentare la candidatura per una delle componenti sopra elencate, *inviando alla nostra segreteria all’indirizzo favria@fidasadsp.it la propria adesione con una breve presentazione e candidatura. Oppure scrivendo su WhatsApp al 3331714827. Grazie!

Santa Cecilia. 

Martire cristiana e patrona della musica, Cecilia nacque a Roma nel III secolo da una nobile famiglia dell’Urbe. Convertitasi con il suo sposo Valeriano al cristianesimo, fu scoperta per aver dato sepoltura, nonostante il divieto, ai corpi di altri credenti e condotta davanti al giudice Almachio. Dopo la decapitazione del marito e dell’ufficiale Massimo – anch’egli convertitosi nel frattempo – Cecilia fu condannata alla morte “per bruciatura”, ma siccome durante i tormenti cantava lodi al Signore (ragione per cui è patrona della musica), Almachio ne ordinò la decapitazione. Tuttavia nonostante i tre colpi vibrati dal boia, Cecilia non morì subito ma agonizzò per tre giorni. Quindi spirò il 22 novembre 230. A seppellirne il corpo, nelle catacombe di San Callisto, fu papa Urbano I. Le spoglie furono traslate nell’821 da papa Pasquale I nella basilica di Santa Cecilia in Trastevere, dove nel 1599, durante i restauri per il Giubileo, furono rinvenute incorrotte: emanavano un profumo di gigli e di rose. Il cardinale Paolo Emilio Sfondrati chiese allo scultore Stefano Maderno di realizzare una statua che immortalasse Cecilia così com’era stata ritrovata: la testa girata dalla decapitazione, tre dita della mano destra a indicare la Trinità, un dito della sinistra a indicare Dio. La statua si trova sotto l’altare centrale della chiesa e una copia è nelle catacombe di San Callisto.

Favria, 22.11.2024 Giorgio Cortese

Buona giornata. Molte volte nella vita quando siamo felici siamo sempre buoni, ma quando siamo buoni non siamo sempre felici. Felice venerdì

Il Topinambur

Il Topinambur è una pianta erbacea perenne con bulbo sotterraneo, conosciuta anche come carciofo di Gerusalemme, il nome ha una sua origine  piuttosto controversa, poiché esso non è un carciofo, non proviene da Gerusalemme e non ha neanche alcun legame con la tribù brasiliana dei Tupinamba. Il  Topinambur una specie  girasole  che viene coltivato per il suo tubero sotterraneo commestibile.  Il Topinambur venne scoperto dall’esploratore francese Samuel de Champlain, che ha fondato Quebec, Montreal, e nel 1609  scoprì il lago che porta il suo nome. L’esploratore nei  sui viaggi nell’odierno Massachusetts, vide che le  radici della pianta venivano coltivate dalle popolazioni native e, secondo Champlain, avevano un sapore che ricordava quello del carciofo. La pianta venne presentata per la prima volta nelle corti francesi lo stesso giorno in cui faceva il suo ingresso una tribù di indios originaria del Brasile conosciuta come Tupinamba. Il popolo francese pensò erroneamente che fossero stati proprio gli indigeni a portare quel misterioso tubero in Europa, per questo decisero di chiamarlo con lo stesso nome francesizzato che diedero poi anche agli indigeni: les Topinambours. La pianta veniva chiamata girasol o girasole, rispettivamente derivanti dalle parole omonime delle lingue spagnola e italiana, per la sua somiglianza con il famoso fiore giallo, tuttavia la pianta aveva anche quel tubero nelle radici che aveva un sapore che ricordava quello del carciofo. Venne chiamato carciofo di Gerusalemme: pur non avendo origini di questa città e non essendo un carciofo,  perché secondo alcuni studiosi i primi coloni, i Puritani anglosassoni, una volta arrivati nel Nuovo Mondo, avessero denominato questa pianta erbacea in onore della Nuova Gerusalemme che intendevano fondare nei territori appena scoperti. Da notare che la denominazione di carciofo  in inglese artichoke ha influenzato diversi dialetti dialetti dell’Italia settentrionale, il carciofo viene chiamato infatti “articiocco”.  Altro nome è girasole del Canada che deriva dall’aspetto del fiore di questa pianta, che è molto simile a un girasole e i cui primi rinvenimenti sono avvenuti in Canada. Viene anche chiamato rapa tedesca che risale all’arrivo di questo ortaggio in Germania nel XVII secolo, dove veniva considerato un alimento molto raffinato. Tartufo canadese, per la forma bitorzoluta di questo alimento che nella sua dimensione ricorda vagamente i tartufi del Nord America, ma viene anche chiamato carciofo di canna, patacca, trifola, taratufolo. Infine altro nome comune per i Topinambur è sunchoke o sunroots, coniato negli anni ’60  riprendendo l’antico nome con cui veniva chiamato dai nativi e ripreso da Frieda Rapoport Caplan, donna d’affari statunitense che decise che la pianta aveva bisogno di un nome più accattivante per aumentare le vendite.  Secondo la nomenclatura di Linneo, il topinambur è Helianthus tuberosus, il  nome scientifico bizzarro e singolare, richiama un particolare comportamento del fiore di topinambur: il genere, Helianthus, rimanda a sole, helios, in greco, e fiore, anthos nella lingua greca. L’accostamento delle parole sole-fiore si riferisce alla propensione dei fiori a protendersi verso il sole. Nonostante i suoi nomi incorretti, il tubero di Topinambur,  può essere cucinato al forno, fritto, al vapore ed ha buone quantità di minerali, soprattutto potassio e ferro, e di vitamine A e C.  questo tubero non si mangia solo nella bagna cauda ma esistono tantissime ricette che ne esaltano il suo sapore delicato e la sua consistenza croccante, anche nel riso, ma attenzione nonostante il tubero sia digeribile,  le persone con intestino sensibile dovrebbero ridurne il consumo per possibili problemi di meteorismo e flatulenza.

Favria,  23.11.2024  Giorgio Cortese

Buona giornata. Non c’è medicina che guarisca quel che non guarisce la felicità. Felice sabato.

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Compagnie delle Indie.

Le Compagnie delle Indie furono fondate tra il XVI e il XVII secolo in Gran Bretagna, Olanda, Francia e Portogallo, erano associazioni nazionali di mercanti che commerciavanofcon l’Africa orientale e l’Asia, ossia le Indie Orientali, e l’Africa occidentale e le Americhe, cioè le Indie Occidentali. Ciascuna aveva il monopolio del commercio dei prodotti come cannella, spezie, seta che provenivano  da una specifica area. I governi però erano interessati ai metalli preziosi presenti in quei territori e si servirono delle Compagnie per fondare le loro colonie. Con la Rivoluzione industriale nel XIX secolo le cose cambiarono e le compagnie divennero sgradite ai nuovi imprenditori. Così, alla compagnia britannica prima fu tolto il monopolio e poi, nel 1857, con il pretesto della rivolta dei Sepoy, truppe indiane al servizio degli inglesi, fu sciolta e l’India passò direttamente sotto l’amministrazione britannica.

Favria, 24.11.2024  Giorgio Cortese

Buona giornata Ogni giorno accendo la speranza di realizzare ogni mio sogno. Felice domenica.

Kopi Luwak  e Black Ivory

Pare che il Kopi Luwak sia uno dei caffè più costosi al mondo. Un caffè pare dal sapore morbido e privo di amarezza che richiama, secondo gli esperti che lo hanno gustato, note di cioccolato e caramello. Magnifico direte, ma forse non sapere che i chicchi di questo caffè sono prima passati attraverso il sistema digestivo della Civetta o Zibetto delle Palme.  In bahasa, la lingua dell’Indonesia, Kopi significa caffè e il Luwak è lo zibetto delle palme, o civetta delle palme, un curioso mammifero con un nome da folletto, la faccia mascherata e una considerevole coda. Può raggiungere il mezzo metro di lunghezza e i tre chili di peso. Vive nel Subcontinente indiano, in Indocina, Cina, Indonesia e Filippine. Di recente è stato introdotto anche sull’Isola di Sulawesi, sulle Piccole Isole della Sonda e sulle Isole Molucche. In generale tra gli habitat che preferisce ci sono le foreste primarie e secondarie decidue e sempreverdi, le piantagioni e anche le aree civilizzate fino a 2400 metri di altitudine. È di sicuro un curioso mammifero, che passa l’intera giornata in alberi cavi, in cerca di fresco e spostandosi soprattutto di notte da un albero all’altro. È carnivoro, si ciba principalmente di roditori e insetti, e questo lo rende un attore importante nella catena alimentare, ma non disdegna i vegetali e soprattutto la frutta tropicale.  Innocui e solitari sono esseri molto schivi, gli zibetti, che non amano il contatto con gli altri esemplari, figurarsi con gli esseri umani. Tornando alla lingua bahasa è la lingua ufficiale dell’Indonesia che è parlata e compresa da gran parte della popolazione,  bahasa significa “lingua indonesiana”. Altrimenti in Indonesia con oltre 700 lingue parlate sarebbe difficile comprendersi.  Riprendendo il discorso sul caffè la Civetta o Zibetto delle Palme mangia i chicchi del caffè, scegliendo allo stato brado quelli più maturi e poi tali chicchi non digeriti passano attraverso il tratto intestinale, dove si ritiene che gli enzimi dello stomaco ne modifichino la struttura chimica, riducendo l’acidità e conferendo al caffè il suo sapore particolare molto particolare e ricercato e non di quello che uno potrebbe pensare. Insomma i semi del caffè espulsi dall’animale  vengono lavati e tostati per produrre il caffè. Questi animaletti vengono allevati, per fare fronte alla domanda di questo caffè, in modo intensivo, crudeltà simile come pollastri in batteria, o trattati come le oche all’ingrasso con un pastone ultra nutriente spinto a forza in gola per rendere obeso il loro fegato, che diverrà il miglior paté del mondo, che solo la Francia è in grado di produrre. Questo tipo di caffè è nato circa due secoli fa, quando ai braccianti indigeni di Sumatra e Giava, allora l’Indonesia era una colonia olandese, era vietato prepararsi un caffè con le bacche raccolte direttamente dalle piante. Così nelle piantagioni e nei boschi si iniziò ad utilizzare le bacche ingoiate dal Luwak, che avevano traversato lo stomaco e l’intestino dell’animale e che erano poi finite nei sui escrementi. Anche il caffè “Black Ivory”, avorio nero,  ha  un processo di produzione quasi uguale, ma qui  sono gli elefanti indiani  nel nord della Thailandia che ingoiano i chicchi ingoiati  e gli enzimi  digestivi decompongono parte delle proteine, i produttori lo descrivono  meno amaro profumato di note di cacao, spezie, sentori di tabacco e cuoio; retrogusto che ricorda la ciliegia sciroppata,  delicato, quasi simile al tè nella sua complessità. Il letame è sempre stata una risorsa per i nostri campi e in India per costruire casette, impastata con argilla o sabbia utilizzando quella dei  bovini sacri che portano bene. Infine un marinaio bretone salvò l’Hms Endeavour, la nave di James Cook, quando nel 1770 cozzò contro un banco di coralli della grande barriera australiana, suggerendo di utilizzare una vela intrisa di sterco delle capre, presenti a bordo per disporre di carne fresca, e con questa rattoppare la falla. In tal modo riuscì a rientrare in un’insenatura della costa, oggi Cook Town, salvando e la nave e la vita dei marinai.

Favria, 25.11.2024   Giorgio Cortese

Buona giornata. La felicità è un profumo che non puoi versare sugli altri senza che te ne cada qualche goccia addosso. Felice lunedì.



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