Il giorno dopo l’incendio che ha devastato il negozio Pianeta outlet si indaga a tutto campo per risalire ai responsabili. All’esecutore materiale dell’attentato come anche ai possibili mandanti.
Allo studio sono soprattutto i filmati delle telecamere. È questo il punto di partenza. La polizia, che sta indagando sul rogo di sabato all’alba, ha acquisito per sottoporlo ad analisi il filmato della videosorveglianza interna dell’esercizio commerciale.
Quest’ultimo, specializzato nella vendita di stock e fallimenti e di proprietà di una famiglia di Priverno, aveva aperto da appena cinque giorni. Dalle immagini, diffuse dalla stessa proprietà in un video-denuncia su Facebook, si vede un uomo vestito di nero che, da un ingresso laterale, forza la porta, entra e lancia un ordigno incendiario che immediatamente divampa. Le fiamme quasi investono l’autore che, prima di dileguarsi, potrebbe essersi ustionato al volto o alle braccia a giudicare dal filmato stesso. Il che, ovviamente, ha esteso le ricerche del responsabile ai pronto soccorso del territorio, ma non solo, per verificare se l’altro ieri si sia presentato qualcuno in ospedale con ustioni compatibili con quanto accaduto alle porte di Frosinone.
Al tempo stesso si cercano altre telecamere che possano aver immortalato l’autore dell’incendio e gli eventuali complici che lo aspettavano in macchina per darsi alla fuga. In tal senso potranno essere utili anche le immagini dell’autostrada, visto che una delle possibilità è che l’attentatore possa essere arrivato direttamente dall’A1. Si esamina anche il percorso di arrivo e di fuga per vedere se qualche telecamera lungo il tragitto possa aver ripreso qualcosa di utile agli investigatori della squadra mobile. Gli investigatori sperano che possano aver compiuto qualche passo falso che potrebbe indirizzare le indagini verso la giusta direzione. Indagini non facili e che, sicuramente, richiederanno del tempo.
Da capire chi e per cosa poteva avere interesse a danneggiare un’attività che aveva appena aperto e che aveva richiamato, grazie al tam tam sui social e alla politica sui prezzi, tantissimi clienti al punto da intasare la Monti Lepini, richiedere l’intervento della polizia locale e creare una forte polemica per l’impatto sul traffico domenicale, proprio a due passi dall’ingresso dell’autostrada. Da valutare anche le modalità dell’agire che richiamano a un’azione della criminalità organizzata. Tenuto conto del fatto che l’esercizio era in attività da poco e che questo sarebbe stato il primo vero fine settimana dopo l’apertura di domenica 10 novembre. Anzi chi ha agito, probabilmente, ha atteso il momento più opportuno, prima di sabato, quando si preparavano altri due-giorni di vendita con grande afflusso di clienti. L’obiettivo degli incendiari, probabilmente, era ottenere il maggior danno possibile. I proprietari hanno subito voluto chiarire di aver intenzione di ripartire. Il tutto, però, non prima che l’inchiesta vada avanti, che si capisca se ci sono o meno danni alla struttura e che il locale venga dissequestrato. Le forze dell’ordine dovranno compiere tutti gli accertamenti necessari anche per ricostruire, al di là di quanto emerge dal filmato della videosorveglianza, che tipo di sostanza sia stata utilizzata per innescare l’incendio.
Peraltro anche i locali erano da poco stati ristrutturati visto che il complesso era sfitto da una ventina di anni.
L’incendio, sul quale hanno lavorato a lungo i vigili del fuoco intervenuti con diverse autobotti, ha destato grande clamore nel capoluogo ma non solo. Del resto si tratta di episodi che a Frosinone raramente si sono verificati e che potrebbero essere il risultato di una salto di qualità di un certo tipo di criminalità. Altri incendi altrettanto clamorosi che si erano verificati in zona hanno riportato alla mente quanto accaduto con il rogo all’azienda di rifiuti Mecoris nel 2019, ma anche con l’incendio al pub Railways (ma bisogna tornare al 2010) oppure uscendo dal capoluogo con i roghi che hanno devastato il Bingo di Ferentino, due volte, e l’Area disco, sempre a Ferentino.
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