Continua la polemica a seguito dei tagli ai fondi Asacom a Catania. A parlare, in una lettera inviata alla nostra redazione, è l’avvocato Roberta Reitano, referente per la Sicilia della Rete italiana disabili. Si rivolge proprio al sindaco di Catania Trantino esprimendo “un senso di profonda amarezza e delusione, come mamma e collega”.
“Avverto l’esigenza di dover manifestare il mio disappunto alle espressioni infelici da lei utilizzate, perché io voglio ancora credere nelle istituzioni e nel valore dell’inclusione scolastica e non, nella possibilità di consegnare ai nostri figli una società che non penalizzi i più deboli o li faccia sentire a disagio, ma che li integri pienamente e non fintamente nel tessuto sociale – scrive nella lettera – Il tanto invocato diritto all’ inclusione scolastica, sancito dalla Costituzione e dalla Convenzione Onu, sembra essere dimenticato dinnanzi alla gestione delle risorse finanziare degli Enti. Eppure si tratta di un bisogno primario per tanti bambini, che hanno difficoltà comunicative e relazionali ed hanno davvero difficoltà ad integrarsi e a seguire le attività didattiche della classe”.
Tagli all’assistenza dei bambini disabili a scuola, le conseguenze sulle famiglie e come si può fare ricorso
Tuttavia le decisioni intraprese da Questa Amministrazione sembrano del tutto disconoscere i diritti fondamentali costituzionalmente garantiti e i bisogni primari degli alunni diversamente abili ( perché mi piace pensare che ognuno di noi ha le proprie abilità) mettendo persino in discussione il ruolo e la figura professionale degli operatori che si prestano nel promuovere un’educazione equa e inclusiva, volta a garantire pari opportunità e il rispetto della dignità umana. Vede signor Sindaco mi preme rammentare che gli operatori Asacom non sono Protesi e questo mi fa capire che oltre a non dare il giusto peso ad una questione che si ripropone ogni anno a discapito di minori che richiedono maggiore assistenza non per un capriccio, ma l’effettiva esigenza di mettere in atto l’integrazione scolastica, non vi è neppure un adeguata valutazione e lettura di cosa significa inclusione e degli strumenti attuativi come il PEI”.
“Credo che non occorra rammentare che il PEI dovrebbe avere valore vincolante per quanto concerne l’assegnazione delle ore di assistenza specialistica dell’autonomia e della comunicazione. Il Pei specifica le misure educative e assistenziali da adottare per l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità. In realtà tale Piano Educativo Individualizzato viene puntualmente disatteso, adducendo la motivazione di non aver risorse economiche necessarie per garantire il servizio – conclude la referente – Orbene proprio perché trattasi di una prestazione di carattere indispensabile le risorse sono state stanziate e quindi a mio parere risulta al quanto incomprensibile questa presa di posizione, come se erogare il servizio di assistenza Asacom fosse una concessione. E purtroppo dal suo intervento traspare questo messaggio, che mi consenta è inaccettabile, perché sino a quando si penserà che garantire servizi indispensabili a persone diversamente abili rappresenti ‘una concessione’ e non un diritto non si potrà mai parlare di inclusione”.
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