L’Italia ha vinto la concorrenza di Riyad, Tokyo e Singapore, e organizzerà le Nitto Atp Finals di tennis anche nel quinquennio 2026-2030, dopo i cinque anni a Torino dal 2021 al 2025. Questo è già un grande risultato, che da continuità a un progetto e mostra come la Penisola, quando vuole e si muove compatta, sia in grado di gonfiare i muscoli anche rispetto a paesi molto più liquidi di noi.
Torino ospiterà l’edizione 2025, ma sono in corso le trattative per gli anni successivi
D’altronde è l’Italia ad avere un fenomeno tennistico come Jannik Sinner, che, dopo la vittoria alle Atp Finals (27,1% di share per la finale dalle 18, ovvero 20,8% su Rai 2, e sarebbe stato molto di più se fosse andata su Rai 1 come nel 2023, più il 6,3% su Sky, che ha confermato invece il dato della finale 2023), lunedì trionfava sui principali quotidiani nazionali con pagine intere firmate dai suoi sponsor (Rolex, pasta De Cecco, Banca Intesa-San Paolo e Gucci). Adesso inizia un’altra competizione, tutta interna al territorio italiano, tra Torino e Milano. Il capoluogo piemontese avrà l’edizione 2025, ultimo anno di contratto, e si tratta per quella del 2026, come una sorta di risarcimento per l’edizione 2021 flagellata dal Covid.
L’impianto di Milano è in grado di ospitare 16 mila posti
Poi tutto il circo delle Finals si dovrebbe trasferire a Milano, nel nuovo impianto di Rogoredo-Santa Giulia da 16 mila posti, perfetto per ingolosire ancora di più gli spettatori e aumentare in maniera rilevante gli incassi da box office, come promesso da Angelo Binaghi, presidente della Federtennis e padel: «Io se potessi aumenterei ancora il prezzo dei biglietti per i tifosi occasionali, così da poter reinvestire nelle scuole e nell’attività di base degli sport di racchetta ancora più fondi, è l’operazione Robin Hood, togliamo ai ricchi stranieri per aiutare il nostro sport. Subito dopo la fine di Sinner-Fritz è partita la vendita per il 2025, con uno sconto del 20% ai tesserati. Perché dobbiamo tutelare gli appassionati». Binaghi, il ministro dello sport Andrea Abodi, il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti e anche ampie frange dell’Atp spingono verso Milano. C’è una imbarazzata Chiara Appendino, ex sindaco di Torino che ha portato le Finals in Piemonte ma attuale vicepresidente della Federtennis e braccio destro di Binaghi, che sta un po’ nel mezzo. Mentre, ovviamente, le autorità locali piemontesi stanno lavorando per massimizzare la permanenza delle Finals a Torino.
L’evento genera un valore aggiunto per il Pil di 243,2 milioni di euro
Come detto, l’evento resterà comunque sotto la Mole nel 2025, alla Inalpi Arena. Torino si è dimostrata all’altezza, in questi anni, sposando appieno la causa del tennis, attivando tutta la città, con 210.275 spettatori presenti in questa edizione 2024 alle partite, agli allenamenti, al Fan village e alla cerimonia di apertura. E un impatto economico, secondo Boston consulting, di 503,4 milioni di euro, di cui 225,7 come impatto diretto, 192,3 come impatto indiretto e 85,4 come indotto, generando 3.431 posti di lavoro e un valore aggiunto per il Pil di 243,2 milioni. Il bel lavoro fatto e la macchina rodata sono interessanti plus per una riconferma di Torino anche oltre il 2025. La bilancia può invece pendere verso Milano perché, come detto, l’impianto a Rogoredo-Santa Giulia è più grande (16 mila posti) e, dopo l’inaugurazione nel febbraio 2026 per le Olimpiadi invernali, dovrà restare allenato e attivo sin da subito.
L’arena meneghina è più facilmente raggiungibile rispetto a quella piemontese
È inoltre molto più facilmente raggiungibile rispetto alla Inalpi Arena, essendo a poche centinaia di metri dalla stazione della metropolitana (linea gialla, in 15 minuti sei in piazza Duomo), dei treni (fermano i treni ad alta velocità, e quindi molto bene collegata con tutta l’Italia), dalla uscita dell’autostrada, e a pochissimi chilometri dall’aeroporto di Linate.
Certo, la zona è periferica (un po’ come quella della Inalpi Arena, va detto), nebbiosissima (soprattutto in novembre), e, bisogna sottolinearlo, purtroppo celebre per il boschetto di Rogoredo, un centro di spaccio a cielo aperto sempre attivo.
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